Sansone: una vita che frana, una vita che rinasce
Vi sembrerò un po’ infantile, ma uno degli attori che preferisco è Arnold Swarzenegger!
Mia moglie sa bene che non mi perdo nessuno dei suoi film in televisione (ho almeno un minimo di pudore di non spendere soldi per andare al cinema a vederli).
Debbo ammettere che sono un bel po’ violenti, ma la violenza è così eccessiva, così improbabile, che alla fine diventa assolutamente comica.
Ormai so bene che , quando mi accingo a vedere uno qualsiasi dei suoi film, nonostante i cattivi siano così cattivi, nonostante i nemici siano centinaia se non migliaia, il mio amato Arnol da solo, riuscirà a salvare se stesso, la bellissima attrice che gli hanno posto a fianco ed il mondo intero, utilizzando dalle armi più sofisticate come un caccia a decollo verticale a quelle più semplici come i lacci delle proprie scarpe!
Ed è per questo che, se dovessi fare una classifica tra gli eroi della Bibbia, non avrei esitazione su chi scegliere.
Già, perché nell’Antico Testamento si narra la storia di uno che rassomiglia molto al personaggio interpretato da Arnold Swarzenegger.
Anche lui (come Swarzenegger) è dotato di una forza straordinaria.
Anche lui (come Swarzenegger) ama le imprese solitarie.
Anche lui (come Swarzenegger) ama scherzare con la pelle dei propri nemici.
Ed infine… anche a lui (come a Swarzenegger) piacciono – e molto- le donne!
Ma, ahimè, c’è una caratteristica che lo divide inesorabilmente da Swarzenegger; quest’ultimo infatti è un eroe “positivo”, che riesce sempre a cavarsela e che, in fondo, usa le sue abilità per la maggior parte dei casi in maniera altruistica ed a fin di bene.
L’eroe di cui vi voglio parlare oggi, invece, potrebbe essere stato un eroe positivo, potrebbe aver vissuto lungamente, e potrebbe aver usato il dono che il Signore gli aveva dato per il bene suo e del suo popolo…ma non è stato così!
Forse avrete capito che l’eroe a cui mi riferisco è Sansone.
La sua forza da un lato, e le sue debolezze dall’altro, sono divenuti dei miti che vanno ben aldilà degli studiosi della Bibbia; gran parte di noi ha appreso la storia di Sansone e Dalila (o Delilah) nei racconti delle nostre nonne, o sui sussidiari scolastici che avevamo alle elementari.
Sansone è uno dei tanti eroi “al contrario” di cui è disseminata la parola di Dio, da Adamo, a Saul, solo per citarne due; personaggi che erano stati grandemente benedetti da Dio, ma che, ad un certo punto della loro vita, hanno girato le spalle a colui che li aveva creati, che li aveva dotati di doni eccezionali e che, sapendo di essere chiamati ad una vita diversa, hanno invece “troppo amato il mondo”.
Scorriamo la storia esemplare di questo eroe al contrario.
La nascita di Sansone è, già di per se, un evento miracoloso. Leggiamo assieme:
I figli d’Israele tornarono di nuovo a fare ciò che era male agli occhi dell’Eterno, e l’Eterno li diede nelle mani dei Filistei per quarant’anni. Or vi era un uomo di Tsorah della famiglia dei Daniti, chiamato Manoah; sua moglie era sterile e non aveva figli. L’Angelo dell’Eterno apparve a questa donna, e le disse: "Ecco, tu sei sterile e non hai figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Perciò ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante, e dal mangiare alcuna cosa impura. Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un Nazireo a DIO dal seno di sua madre; egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei". Allora la donna andò a dire a suo marito: un uomo di DIO è venuto da me; il suo aspetto era come l’aspetto dell’Angelo di Dio, veramente spaventevole. lo non gli ho domandato da dove veniva, ed egli non mi ha detto il suo nome;” (Giudici 13:1-6 LND)
Il libro di Giudici presenta il difficile periodo che seguì all’insediamento degli israeliti nella terra di Canaan, dopo la morte di Giosuè. I protagonisti delle vicende narrate sono chiamati “giudici” ed il loro compito è quello di governare; ma sono presentati soprattutto come uomini e donne scelti e preparati da Dio per liberare una o più tribù di Israele da situazioni di pericolo o di oppressione.
Sansone nasce in un periodo nel quale Israele era dominato da un popolo pagano a causa dei suoi peccati.
Sansone nasce da una donna sterile, grazie alla potenza di Dio
“Poi la donna partorì un figlio a cui pose nome Sansone. Il bambino crebbe, e l’Eterno lo benedisse. Lo Spirito dell’Eterno cominciò a muoversi su di lui al campo di Dan, fra Tsorah e Eshtaol.” (Giudici 13:24-25 LND)
Sansone significa “come il Sole”; Dio, nonostante il suo popolo continui a fare il male, manda un nuovo “giudice”. Nei piani di Dio egli dovrà distruggere con la forza i Filistei, ed è per questo che egli sarà un “Nazireo”.
Nazir in ebraico significa “consacrato”; Sansone, nato per miracolo e dotato di una forza miracolosa porterà il segno del suo essere consacrato al Signore. Come ogni naziero avrà lunghi capelli così che ognuno guardandolo sappia che ègli è di Dio e che è da Dio che proviene quella forza sovrumana.
La storia di Sansone inizia bene; l’Eterno lo benedice ( v.24) e lo Spirito Santo (che qui viene ancora nominato Spirito dell’Eterno) inizia a “muoversi su di lui” (v. 25), guidando i suoi passi e le sue azioni.
Anche per ciascuno di noi, c’è stato un giorno in cui, per miracolo del Signore, siamo “nati di nuovo” a Gesù; e da allora il Signore ci ha benedetti, e lo Spirito Santo si è mosso sopra di noi, dandoci potenza e sicurezza, guidando i nostri passi e rendendoci suoi strumenti…
Ricordiamoci spesso di quella nascita miracolosa, delle benedizioni e della potenza con cui il Nostro Padre ci ha inondato all’inizio della nostra nuova vita.
Ricordiamoci che, ognuno di noi, è un Nazireo, ed è consacrato a Cristo tramite un patto Dice Gesù: “Come tu hai mandato me nel mondo, così ho mandato loro nel mondo. E per loro santifico me stesso, affinché essi pure siano santificati in verità.” (Giovanni 17:18-19 LND)
Se Sansone si fosse rammentato di questo, il suo destino (e quello del suo popolo) sarebbe stato completamente differente.
Ed invece, Sansone comincia a dimenticarsi del segno che porta sul capo, comincia a comportarsi come coloro che non sono consacrati a Dio, e peggio, comincia frequentare “cattive compagnie”, mischiando la sua vita consacrata con quella dei pagani Filistei.
“Sansone scese a Timnah e là vide una donna tra le figlie dei Filistei. Tornato a casa, ne parlò a suo padre e a sua madre, dicendo: "Ho veduto a Timnah una donna tra le figlie dei Filistei; or dunque prendetemela come moglie". Suo padre e sua madre gli dissero: "Non vi è forse alcuna donna tra le figlie dei tuoi fratelli in tutto il nostro popolo perché tu vada a prenderti una moglie tra i Filistei incirconcisi?". Ma Sansone rispose a suo padre: "Prendimi quella, perché mi piace".” (Giudici 14:1-4 LND)
E’ bastato un bel viso o un bel corpo, e Sansone smarrisce la “rotta” della sua vita; ed a nulla valgono i saggi ammonimenti dei genitori. “Prendimi quella, perché mi piace! Chi se ne importa se è una pagana, se adora altri dei, se Dio mi ha espressamente vietato in Numeri di sposare donne di altri popoli, se sono consacrato a Dio… LA VOGLIO!!!!”
E’ la “bestia” qui che parla, non la “mente” di Sansone!
A volte, capita anche a noi, di ragionare come “bestie”; sappiamo che NON dobbiamo fare quella cosa, o frequentare quelle amicizie, o vedere quel programma in TV, o ascoltare quella persona pettegola, o aprire quel sito su internet, o … e qui aggiungete voi ciò che preferite!
Non solo lo sappiamo, ma ascoltiamo la voce del Nostro Padre che ci dice: “Marco, cosa sta accadendo? Non ti ricordi forse che ti ho detto per il tuo bene di NON farlo?”.
“CERTO che lo ricordo, ma lo voglio fare lo stesso”… e qui poi ognuno di noi aggiunge le motivazioni che più trova adatte all’occasione: sono stressato, ne ho diritto, tanto è l’ultima volta, tanto è solo per un momento… poco poco…
La BESTIA che è in noi ha fame, e dobbiamo soddisfarla a tutti i costi, anche se andiamo contro ciò che vuole Dio…anche se sappiamo che POI staremo male…
Dice Paolo: “Infatti io mi diletto nella legge di Dio secondo l’uomo interiore, ma vedo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e che mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Io rendo grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Io stesso dunque con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato.” (Romani 7:14-25 LND)
La vita di Sansone inizia a prendere una piega molto pericolosa… ma almeno è ancora onesto verso se stesso e verso i genitori; desidera una cosa sbagliata, ma ne parla apertamente.
Ma, come spesso accade, Sansone si trova come un grosso sasso posto sulla vetta di una montagna, a cui diamo una spinta per farla rotolare giù; all’inizio la sua velocità è minima, si muove appena, e persino le radici riescono a far deviare il suo percorso; ma man mano che prende velocità, la sua corsa si fa sempre più inarrestabile, travolge e spazza via ogni cosa gli si pari davanti.
Sansone con la donna Filistea ha appena iniziato la sua discesa verso l’abisso; seguiamo la corsa della sua vita qualche metro più sotto:
“Poi Sansone scese con suo padre e con sua madre a Timnah; come furono giunti alle vigne di Timnah, ecco un leoncello venirgli incontro ruggendo. Allora lo Spirito dell’Eterno venne su di lui con potenza ed egli, senza avere niente in mano, squarciò il leone, come uno squarcerebbe un capretto; ma non disse nulla a suo padre né a sua madre di ciò che aveva fatto. Poi scese e parlò alla donna, ed essa piacque a Sansone. Qualche giorno dopo egli tornò per prenderla e uscì di strada per vedere la carcassa del leone; ed ecco, nel corpo del leone c’era uno sciame d’api e del miele. Egli ne prese un po’ in mano e si mise a mangiarlo mentre camminava; quando giunse da suo padre e da sua madre, ne diede loro ed essi ne mangiarono; ma non disse loro che aveva preso il miele dal corpo del leone.” (Giudici 14:5-9 LND)
In Numeri Dio dice così dei Nazirei:“Per tutto il tempo che (il Nazireo) è consacrato all’Eterno non si accosterà al corpo morto neppure se si trattasse di suo padre o di sua madre, di suo fratello o di sua sorella, egli non si contaminerà per loro quando muoiono, perché porta sul capo il segno della sua consacrazione a DIO.” (Numeri 6:6-7 LND)
Sansone sa che NON può neppure accostarsi ad un cadavere… ma il miele è così dolce… e poi, tanto non c’è nessuno che lo vede…e non serve mica di dirlo ai suoi genitori!
La vita di Sansone che prima era un sasso che rotolava giù dalla montagna con difficoltà ora inizia a prendere velocità, travolgendo altri alberi importanti… egli diviene disobbediente davanti a Dio, e bugiardo davanti ai suoi genitori, e a Dio!
Quando pecchiamo, e cominciamo a nascondere ai nostri familiari, ai nostri fratelli o sorelle in Cristo, e a Dio, il peccato dietro una palizzata di menzogne, stiamo attenti, perché è un sintomo molto preoccupante; vuol dire che la velocità della nostra caduta sta iniziando a diventare molto elevata; e più elevata è la velocità, più sarà difficile mettervi un freno. Giovanni dice: “Se diciamo di avere comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità; ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, abbiamo comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.” (1 Giovanni 1:6-8 LND)
Nonostante la caduta di Sansone sia sempre più veloce, il Signore ancora lo sostiene, tanto che, dopo una delle sue imprese più epiche nella quale uccide mille uomini armato di una mascella d’asino, egli dice:
“Poi ebbe gran sete e invocò l’Eterno, dicendo: "Tu hai concesso questa grande liberazione per mano del tuo servo; ma dovrò ora morire di sete e cadere nelle mani degli incirconcisi?". Allora DIO fendé la roccia concava che è a Lehi, e ne uscì dell’acqua. Egli bevve, il suo spirito si rianimò ed egli riprese vita.” (Giudici 15:18-19 LND)
Nella crescente follia dovuta alla sua vita di peccato, Sansone ancora è capace di capire che è DIO a dargli la potenza di compiere simili imprese (v. 15 “TU hai concesso…”).
Ma ciò non basta a far ravvedere l’orgoglio di Sansone; anzi, vedendo che, nonostante tutto quello che ha combinato sino a questo punto, Dio è ancora dalla sua parte, egli decide di accelerare ancora la velocità della sua caduta.
“Poi Sansone andò a Gaza e là vide una prostituta, ed entrò da lei. Quando fu detto a quei di Gaza: "Sansone è venuto qui", essi circondarono il luogo e stettero in agguato tutta la notte presso la porta della città, e rimasero in silenzio tutta la notte, dicendo: "Allo spuntar del giorno lo uccideremo". Sansone rimase coricato fino a mezzanotte; poi a mezzanotte si alzò, afferrò i battenti della porta della città e i due stipiti, li divelse insieme con la sbarra, se li caricò sulle spalle e li portò in cima al monte che si trova di fronte a Hebron. Dopo questo si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Delilah.” (Giudici 16:1-4 LND)
Sansone aveva un debole per le donne Filistee, gli piacevano di più di quelle della sua gente, forse perché c’era il fascino della straniera, forse perché, essendo pagane, era nettamente più “disponibili” delle ragazze ebree.
Ma egli ancora non sa che, entrando nella stanza di Delilah (il cui nome significa notte) ed avendo rapporti con lei sta decretando la fine del suo rapporto con Dio e, conseguentemente, la fine della sua leggendaria forza.
Lascio a voi leggere o rileggere la storia di come egli ha pensato di prendere in giro la donna, fidandosi dell’aiuto di quella sua forza che egli sapeva venire da Dio.
Sino a quando, Dio ne ha “fin sopra i capelli” (è il caso di dirlo!) di Sansone:
“Ella lo addormentò quindi sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece radere le sette trecce della testa di Sansone; poi cominciò a maltrattarlo, e la sua forza lo lasciò. Allora ella gli disse: "Sansone, i Filistei ti sono addosso". Egli si svegliò dal sonno e disse: "Io ne uscirò come tutte le altre volte e mi svincolerò". Ma non sapeva che l’Eterno si era ritirato da lui..” (Giudici 16:19-20 LND)
“Io ne uscirò come tutte le altre volte”.
No, Sansone, non ne uscirai come le altre volte; la frana della tua vita che era iniziata con una nascita miracolosa, proseguita con il dono miracoloso della tua forza, dopo aver travolto ogni cosa abbia incontrato di buono, di santo e di giusto di fronte agli occhi dell’Eterno… è giunta alla fine della sua corsa!
C’è voluto tempo prima che Dio decidesse di abbandonarti: in Numeri si dice: “"L’Eterno è lento all’ira e grande in misericordia; egli perdona l’iniquità e il peccato, ma non lascia impunito il colpevole, punendo l’iniquità dei padri sui figli, fino alla terza e alla quarta generazione".” (Numeri 14:18 LND)
Ora sei solo, indifeso, e per sempre nel buio!
E i Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di bronzo. E fu posto a girare la macina nella prigione.” (Giudici 16:21 LND)
“Così nella gioia del loro cuore, dissero: "Fate venire Sansone, perché ci faccia divertire!". Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione, ed egli fece il buffone avanti a loro. Poi lo misero fra le colonne.” (Giudici 16:25 LND)
Giri una macina come una BESTIA; il grande eroe che avrebbe dovuto risollevare le sorti di Israele, il “terminator” dalla forza sovrumana, vestito da pagliaccio, ormai serve solo per far ridere coloro che avrebbe dovuto distruggere!
Visto il comportamento di Sansone, nessuno avrebbe avuto a che ridire se la storia fosse terminata qua; colui che Dio aveva creato per distruggere i Filistei aveva dilapidato con una vita scellerata tutta la grazia ottenuta; ed in fondo era giusto quello che sopportava.
Ma, per fortuna di Sansone (e anche nostra!) il nostro Dio è un dio di misericordia, non di vendetta.
“Poi lo misero fra le colonne”.
Sansone avrà avuto ore, giorni, mesi per meditare sulla sua vita scellerata, sui suoi peccati; chissà quanto tempo avrà passato a meditare ed a piangere con gli occhi che non aveva più su tutti i suoi errori… e chissà quante volte avrà chiesto perdono al suo Padre Celeste!
Dice Giovanni“Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.” (1 Giovanni 1:9 LND)
Ed è lì, tra le colonne di un tempio pagano dove si svolge forse un’orgia sacra, che Dio decide di dimostrare la sua potenza, la sua ira, ed il suo amore;
- la sua potenza, abbattendo un tempio con le braccia di uno schiavo cieco e ricurvo;
- la sua ira verso coloro che adorano altri dei;
- ed il suo amore verso un figlio che si pente e ritorna a lui.
“Allora Sansone invocò l’Eterno e disse: "O Signore, o Eterno ti prego ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, o DIO, perché possa vendicarmi con un sol colpo dei Filistei per la perdita dei miei due occhi". Sansone afferrò quindi le due colonne centrali, che sostenevano il tempio e si appoggiò ad esse, a una con la destra, e all’altra con la sinistra; poi Sansone disse: "Che io muoia insieme ai Filistei!". Si curvò poi con tutta la sua forza, e la casa crollò addosso ai principi e a tutto il popolo che vi era dentro; e furono più quelli che egli uccise morendo di quelli che aveva ucciso in vita.” (Giudici 16:28-30 LND)
Tra le due colonne Sansone invoca per l’ultima volta il suo Dio, ed è come se dicesse:“Per questa volta soltanto, non più la mia, ma la tua forza, Signore! Io ti do la mia vita in cambio del tuo perdono, e muoio felice, perché so che tu sei di nuovo al mio fianco!”
Vorrei condividere con voi cinque aspetti di quello che il Signore mi ha insegnato mentre studiavo questo brano
- Devo vivere la mia vita di credente così come se abitassi dentro una casa dai muri di vetro; se c’è qualche comportamento che non onora Dio e che non voglio gli altri vedano, semplicemente non lo devo fare.
- Se uso male i doni che Dio mi ha dato, non ne soffro io solo, ma ogni organo del corpo di cui faccio parte; se uso male i miei doni, voi ne soffrite, così come il popolo di Israele ha sofferto perché Sansone ha dilapidato il dono che Dio gli aveva concesso.
- Non devo pensare che Dio continuerà ad utilizzarmi ed a benedirmi se mi comporto continuamente in maniera indegna davanti ai suoi occhi. Posso continuare a produrre buone predicazioni per un certo lasso di tempo anche se vivo nel peccato, ma prima o poi gli effetti di esso si vedranno!
- Non debbo temere di essere rifiutato dal Padre se ho peccato molto; non importa per quanto tempo l’ho fatto, o quale peccato ho fatto, ma se mi pento realmente e decido di cambiare per amore suo, Egli mi accoglie a braccia aperte.
- Io sono un Nazireo: in Cristo io sono stato consacrato a Dio, e la mia vita deve riflettere questa consacrazione; non porto i capelli lunghi, ma il mondo deve vedere in me i segni della mia nuova natura, primo fra tutti quello che Gesù stesso mi ha detto di mostrare: “Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri".” (Giovanni 13:34-35 LND)
Colui che diceva questo, moriva al pari di Sansone per dimostrare la potenza, l’ira e l’ amore di Dio;
- la potenza di Dio sulla morte
- l’ira di Dio verso il peccato
- e l’amore di Dio per i suoi figli
Prendiamo gli elementi del pane e del vino, ricordando in questo gesto che siamo consacrati al Gesù che è morto in croce e che ci attende nei cieli!
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