Oggi vorrei parlarvi di sogni e fede...
“Come mai?” potreste chiedermi. “ oggi avevi promesso di parlarci del futuro dei prossimi dieci anni della nostra chiesa!”. Avete ragione! Ma di quello parleremo forse alla fine.
Sapete dirmi che cosa sia un sogno? Il dizionario Garzanti lo definisce così:
“Attività psichica che ha luogo durante il sonno, caratterizzata da emozioni, percezioni, e pensieri che si strutturano in una successione di visioni generalmente non regolata dalla logica o dalle normali convenzioni sociali anche se apparentemente reale”.
Pertanto, secondo il vocabolario, il sogno e le visioni in esso contenute sono semplicemente qualcosa di irrreale; e chi è dunque colui che sogna, il “sognatore” per il dizionario Garzanti?
“Chi volentieri si abbandona ad illusioni, visioni e fantasticherie dimostrando scarso spirito pratico”.
Perciò per chi ha scritto il vocabolario Garzanti, un sogno, una visione è semplicemente qualcosa di non logico ed irreale ed un sognatore, colui che, per così dire, sogna ad occhi aperti, che ha delle “visioni”è un individuo poco pratico...locuzione molto tenue usata per sostituire la parola “scemo”!
Cosa pensa Dio dei sogni, delle visioni e e dei sognatori, allora?
Vorrei fare assieme a voi una “passeggiata” tra tre dei maggiori sognatori e visionari che si incontrino nella Bibbia. Volete seguirmi? Partiamo!
Noè
Allora Dio disse a Noè: "Nei miei decreti, la fine di ogni essere vivente è giunta poiché la terra, a causa degli uomini, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò, insieme con la terra. Fatti un'arca di legno di gofer; falla a stanze, e spalmala di pece di dentro e di fuori. ... Ecco, io sto per far venire il diluvio delle acque sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni essere in cui è alito di vita; tutto quello che è sulla terra perirà. (Genesi 6:13-14-17)
Non sappiamo se Dio abbia parlato a Noè in un sogno,, o direttamente a tu per tu, come spesso faceva prima del diluvio; il fatto è che Noè ha avuto questa visione. Ora vi immaginate lo scherno e l'ilarità di quelli che passavano sotto l'arca in costruzione. Ma il diluvio venne, e Noè non salvò soltanto la sua famiglia, ma un gran numero animali che altrimenti sarebbero periti nelle acque.
Abraamo
Abramo disse: "Dio, SIGNORE, che mi darai? Poiché io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Eliezer di Damasco".. Poi (Dio) lo condusse fuori e gli disse: "Guarda il cielo e conta le stelle se le puoi contare". E soggiunse: "Tale sarà la tua discendenza". (Genesi 15:2,5)
Il sogno di Abraamo era quello di avere una discendenza; un figlio almeno perché tutti i suoi averi non passassero nelle mani di uno dei suoi servi. Come si comporta Dio con Abraamo? Gli dice “ma va là, sciocco, lo sai che tua moglie sterile!”? Certamente no! Mentre Abraamo sogna un erede, Dio promette una discendenza numerosa quanto le stelle nel cielo!
Non penso che Dio pensasse ad Abraamo come ad uno sciocco, e non penso neppure pensasse a quel sogno come qualcosa di irrealizzabile ed irreale.
Mosè
Il SIGNORE parlò a Mosè, e disse: "Va', parla al faraone re d'Egitto, perché egli lasci uscire i figli d'Israele dal suo paese". (Esodo 6:10-11)
Non è che Mosé fosse proprio d'accordo, visto che cercò tutte quante le scuse possibili e immaginabili per non adempiere quella visione. Ma alla fine fece quello che il Signore gli chiedeva di fare. È cosa successe quindi? Che non solo faraone fu costretto ad ascoltare Mosè, ma di un intero popolo fu rilasciato dopo una lunga prigionia.
Potremmo continuare con altri esempi, con Giacobbe, oppure Giuseppe, oppure Raab, Gedeone, Sansone, Davide, Neemia... Cos'è che accomuna questi personaggi? Personalmente ho trovato che ciascuno di loro ha almeno tre caratteristiche in comune con gli altri.
1. Un cuore disposto a servire
Noè
Noè fece così; fece tutto quello che Dio gli aveva comandato. (Genesi 6:22)
Noè non valutò prima di iniziare l'arca che il mare più vicino distava svariate centinaia di chilometri, né si mise lì a sindacare sul fatto che tutti lo avrebbero preso per pazzo, lo avrebbero schernito, lo avrebbero isolato.
Quello che stava chiedendo il Signore a Noè, era di uscire dal suo popolo, di distaccarsi da esso, di diventare un corpo estraneo nella sua società. Lo stava cedendo poco il Signore. Non era affatto poco. Ma Noè obbedisce, perché il suo cuore è disponibile ad accettare il fatto che qualcuno più in alto di lui sa cosa sia meglio fare.
Abraamo
Il SIGNORE disse ad Abramo: "Va' via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va' nel paese che io ti mostrerò”... Abramo partì, come il SIGNORE gli aveva detto, e Lot andò con lui. Abramo aveva settantacinque anni quando partì da Caran. (Genesi 12:1,4)
Quello che stava chiedendo il Signore ad Abraamo era non poca cosa: abbandonare il proprio paese, la sua famiglia, il proprio lavoro, tutto quello che rende confortevole una vita, per andare in un paese mai visto e di cui neppure sapeva il nome!
Non aveva chiesto poco. Non è affatto poco! Ma Abraamo ubbidisce perché il suo cuore è disponibile a sottomettere la propria volontà a quella di colui che sa essere in controllo.
Mosè
Il SIGNORE disse a Mosè: "Vedi, io ti ho stabilito come Dio per il faraone e tuo fratello Aaronne sarà il tuo profeta. Tu dirai tutto quello che ti ordinerò e tuo fratello Aaronne parlerà al faraone, perché lasci partire i figli d'Israele dal suo paese” ....Mosè e Aaronne fecero così; fecero come il SIGNORE aveva loro ordinato. (Esodo 7:1-2, 6)
Quello che stava chiedendo il Signore a Mosé, notoriamente balbuziente, era di andare a parlare con la somma autorità in Egitto, chiedere cose impossibili, ottenere nulla, anzi ottenere punizioni per il proprio popolo, e per questo essere inviso persino al suo popolo.
Non aveva chiesto poco il Signore a Mosè. Non è affatto poco! Ma Mosé, messa da parte la propria paura, il sentimento di inadeguatezza, obbedisce, perché sa che Dio è in controllo.
Noè, Abramo, Mosé hanno un cuore disposto servire, Anche a costo di dover essere messo in un angolo nella società dove vivi, anche a costo della propria pace familiare, anche a costo di lottare contro i propri problemi fisici.
2. Una visione da adempiere
Tutti e tre i personaggi che stiamo vedendo avevano una visione, un sogno da perseguire. Per Noè era quello di salvare una parte del creato affinché potesse ricominciare tutto da capo; per Abramo era vedere una discendenza sapendo che essa sarebbe stata numerosa come le stelle nel cielo; per Mosé era quello di riscattare il suo popolo dalla situazione di sottomissione schiavitù in cui è precipitata in Egitto.
Non si sono scoraggiati strada facendo, non sono usciti ad un castello intermedio dell'autostrada che riportava verso l'adempimento del loro sogno. Ma hanno inseguito per tutta la loro vita il sogno che Dio gli aveva messo in cuore, ed hanno terminato la loro corsa mentre erano ancora intenti a servire quel sogno.
3. Una vita di fede
Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un'arca per la salvezza della sua famiglia; con la sua fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha per mezzo della fede. Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava. ...Per fede (Mosè ) abbandonò l'Egitto, senza temere la collera del re, perché rimase costante, come se vedesse colui che è invisibile (Ebrei 11: 16-17,27)
L'ultima caratteristica, la più importante, è la fede. Avere fede per colui che scritto la lettera agli Ebrei è appunto “vedere colui che è invisibile”, o, come dice Paolo, “camminare per fede e non per visione”, dove la fede precede la visione e la rende concreta, raggiungibile. E sapete qual è il premio per una fede di questo genere? È che Dio concede molto di più di quello che era contenuto nella visione.
La visione di Noè era quella di salvare la propria famiglia e parte della specie animale; il premio per una fede che non chiede il perché, il come, ma si accontenta di sapere che Dio è in controllo, obbedendogli, è quello di salvare l'intero genere umano e il creato dall'estinzione totale.
La visione di Abraamo era quella di una discendenza per sé e per la sua famiglia; il premio per una fede che ubbidisce e si piega ad abbandonare tutto della propria vita alla ricerca di un paese di cui non conosce neppure il nome è quello di avere una stirpe infinita, di cui noi stessi facciamo parte.
La visione di Mosé era quella di trarre dall'Egitto un popolo schiavo; il premio per una fede che va oltre i propri difetti fisici e le proprie paure e quello di essere il tramite di Dio nel portare all'uomo i Dieci Comandamenti.
Paolo afferma questo:
Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen. (Efesini 3:20-21)
Ora potresti chiedermi: “cosa c'entra tutto questo con la visione per i prossimi dieci anni della chiesa?”Io ti rispondo: “quanto è grande il tuo sogno per la tua chiesa?
Se mi permetti, vorrei raccontarti il mio sogno, ma prima voglio fare una premessa.
Piuttosto che una premessa è una confessione ed un proposito che prendo davanti a tutti quanti voi; come pastore di questa chiesa ho dei lati dove sono più forte e dei lati dove lo sono meno. So che Dio mi ha dato un dono d''insegnamento, e cerco di usarlo al meglio. So di essere capace di stilare piani per il futuro, come pure so non prendermi troppo sul serio. Se scorro le caratteristiche che ho citato poco fa, mi ritrovo abbastanza nell'avere un cuore disposto a servire, ed anche nell'avere una visione da adempiere.
Ma quando arriviamo al terzo, alla terza caratteristica, mi sento assolutamente inadeguato. Io non sono un grande uomo di fede; mi spiace se siete stupiti o scandalizzati da questo, ma riconosco che in questo specifico settore della mia vita di credente deve ancora crescere molto.
Perché la visione senza una fede è come una Ferrari senza benzina, come Valentino Rossi con le gomme slick sulla pista bagnata.
Dio cerca persone come me con un cuore disposto servire per mandare una visione da adempiere, ma per poter operare in maniera infinitamente più grande di ciò che domandiamo o pensiamo, infinitamente più grande della stessa visione che c'è stata regalata, serve la fede!
Ho detto che era una confessione ed un impegno: la confessione l'avete ottenuta, ora c'è l'impegno! Ed il mio impegno, da oggi in avanti, sarà di far crescere ogni giorno di più la mia fede, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. (Ebrei 12:2)
Perché vedete, Dio ha risposto così tante volte alle mie preghiere che è impossibile non aver fede in lui. L'altra sera alla cellula ho mostrato la prima pagina della mia Bibbia, dove ho scritto le parole di una telefonata giuntami dal Canada nel 2004 la sera stessa che avevo deciso di abbandonare ogni incarico dalla chiesa di cui facevo parte:”il Signore ha in serbo per te e per la Sua opera a Montefiascone delle benedizioni che nemmeno tu immagini”.
Appena cinque mesi dopo sarebbe stata stabilita come chiesa autonoma questa comunità che oggi ho l'onore di servire in nome di Gesù.
L'anno dopo partecipai a una conferenza a Londra; alla fine della conferenza ci fu chiesto di esprimere un sogno un desiderio una visione per il futuro della nazione dove servivamo. Ed io scrissi che la mia visione, il mio sogno era quello di avere un incontro dei leader di tutte quante le denominazioni italiane in Italia entro il 2016. Tra nemmeno due settimane prenderò un aereo che mi porterà negli Stati Uniti, e la mia permanenza lì per tre settimane servirà proprio a concretizzare un incontro del genere qua Italia. Questa volta il Signore è in anticipo, ed è in anticipo di ben sei anni!
Fatta questa doverosa premessa, senza la quale il mio sogno non avrebbe alcun senso di esistere, ora voglio raccontartelo.
Il mio sogno per l'anno 2010 è questo:
Vedo una crescita numerica di questa comunità, e nella cellula ho già detto che il mio obiettivo è di 10 nuovi membri battezzati in questa chiesa durante il 2010.
Vedo una la crescita spirituale, con persone che sappiano sempre di più quanto è buono il Signore, amino il proprio prossimo, testimonino di lui nel mondo che li circonda, e portino altri ad aggiungersi alla famiglia di chiesa.
Vedo una crescita del servizio, dove molti di voi si aggiungano ai servitori che già sostengono i ministeri in questa chiesa.
Ma quello che te l'ho raccontato è soltanto il 2010; ma, come ben sapete, vi ho promesso che vi avrei raccontato ciò che sarebbe successo in questa comunità nei prossimi dieci anni.
Piuttosto che raccontartelo con parole voglio farti vedere il mio sogno.
Il mio sogno per i prossimi dieci anni di questa comunità non è tanto un edificio, ma quello che quell'edificio sta a simboleggiare; una comunità che possa crescere unita nell'amore così da essere di esempio ad altre comunità. Una chiesa che supporti altre chiese, che le aiuti a nascere, a crescere, a consolidarsi. Una chiesa che possa essere conosciuta in tutta Italia per la sua ospitalità e per il suo amore verso Gesù.
È per questo che ho bisogno di una fede più grande, di una fede più presente nella mia vita, di quel tipo di fede che dice a un monte” togliti i quali gettati nel mare”, quel tipo di fede di cui parla Gesù.
È una visione grande, è una visione forse rischiosa, ma vale la pena di rischiare. Vale la pena di avere fede in colui che ha già adempiuto nella mia vita a molte più promesse delle due che ti ho raccontato, , nonostante la mia poca fede.
Tu fai parte integrante di questo sogno, perché assieme a te condivido lo stesso Dio, lo stesso Salvatore, lo stesso corpo, questa piccola comunità locale che si chiama Chiesa della Vera Vite.
Vuoi aiutarmi? Vuoi aiutarmi ad avere fede? Oggi ti richiederò di pregare la preghiera più pericolosa per la tua vita: “Signore, usami!”
So che sto chiedendo molto, esattamente come Dio ha chiesto molto a tutti coloro a cui affida una visione; forse ti senti intimidito, o intimidita da tutto quello che ti circonda e non sai come fare. Forse pensi ancora che Dio non ha dato a te nessun dono particolare, nessuna capacità straordinaria da mettere a disposizione alla tua comunità.
Non so se conoscete una certa Susan Boyle; è divenuta famosa in un programma inglese intitolato “Britain's got Talent”, dove persone normali si esibiscono davanti ad una giuria e ad un pubblico in quello che pensano di saper fare meglio.
Vorrei vedere con voi questi sette minuti di filmato per poi trarre alcune considerazioni per la nostra vita di credenti.
Perchè ci tocca tanto questo filmato? Susan Boyle, 47 anni, zitella e goffa, entra sulla scena e tutti quanti pensano a quanto sarà imbarazzante guardare questa signora di mezza età sciatta e paffuta tentare di imitare una delle cantanti d'opera più famose in Inghilterra.
Ma Susan si rifiuta di essere intimidita dagli standard di perfezione del mondo; lì sul podio si rende vulnerabile alle critiche di tutti, ma lo fa con gioia e passione. Molti di noi sarebbero scappati dopo aver visto le facce da presa in giro di cui era fatto oggetto. Ma a lei non interessa quello che il mondo pensa perché è consapevole di quello che possiede.
Susan canta ogni domenica nella sua chiesa; tutti la conoscono per la sua bontà, per la sua assiduità ai culti, e per quel dono che ha nella voce.
Vorrei fare tre riflessioni per mezzo di Susan.
1. I valori che contano nel mondo non sono i valori che contano per Dio; smettiamola di giudicare le persone tramite quei valori di bellezza, avvenenza, gioventù che vanno per la maggiore.
2. Tutti sono importanti per Dio; in ognuno di noi c'è un dono stupendo. Forse non sarà una voce d'angelo come quella di Susan, ma in ognuno di noi Dio ha riposto una miniera d'oro. Ma il mondo l'ha coperta con uno strato di pochi centimetri di terra; su quella terra molti coltivano patate, credendo che quello sia il proposito per la loro vita. Ma Dio non vuole patate, ma l'oro che ha messo in noi.Susan, incurante di come la veda il mondo, sa che sotto i pochi centimetri di terra che la fanno apparire goffa e non attraente esiste quella miniera, e non si rassegna a tenerla nascosta. Susan sa che Dio la vede come è realmente. Ed ognuno di noi dovrebbe vedersi come Dio ci vede; unici, speciali, pieni di doni. Una miniera d'oro.
3. Smettiamo di vivere per avere l'approvazione degli altri, ma viviamo per mettere a disposizione per la sua gloria i doni che Dio ci ha dato. Se continuiamo a cercare l'approvazione del mondo, seguendo i suoi standard, vivremo non la nostra vita, ma quella di un altro. Susan sa di non essere bella, alta, giovane ma non per questo smettere di correre la sua corsa, di adempiere al sogno che Dio le ha messo nel suo cuore.
Ti ripeto la mia domanda: vuoi aiutarmi? Tu sei una miniera d'oro, Dio ha profuso in te doni e talenti, e si aspetta oro, non patate! È questa chiesa continuerà a chiedere finché esiste quell'oro da coloro che ne fanno parte!
Preghiamo
Tra qualche istante chiederò di pregare insieme con me quella preghiera così pericolosa; perché, se accetti di aiutarmi, avrai bisogno di un cuore che sia disposto a servire. E se il tuo cuore sarà disposto servire, Dio ti darà dei sogni da adempiere, chiedendoti di avere fede in lui perché diventino realtà.. E se avrai fede allora egli chiederà molto di più di quanto tu avevi sognato.
Se sei stato toccato dalle mie parole, se vuoi aiutare questa chiesa nei suoi sogni a breve o a lungo termine, ripete nella tua mente le mie parole.
Signore io so che tu hai messo in me una miniera d'oro, e quest'oro io voglio metterlo a tua disposizione. Signore, usami! Il mio cuore è pronto a servirti, ed io sono pronto ad adempiere ai tuoi comandamenti. E non mi scoraggerò strada facendo, ma non finirò mai di servirti finché non tornerò a te. Signore io ho fede in te, aumenta la mia fede ogni giorno di più, affinché io veda le meraviglie che tu hai in serbo per me e per la chiesa dove tu mia hai posto. Signore, sono pronto ad essere stupito, perché già so che tu mi darai molto di più di quanto grande possano essere i miei sogni.
Amen
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17 gennaio 2010
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