1° Beatitudine:
"Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli” (Matteo 5:3 NR)
"Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli” (Matteo 5:3 NR)
Scegliere la verità:
1. io non sono Dio - 2 non sono in controllo della mia vita.
La prima parte della Beatitudine è facile: “io non sono Dio”: la seconda non lo è: “io non sono in controllo della mia vita”.
La nostra tentazione: non voglio ammetterlo, perché debbo ammettere i miei errori, fallimenti, impulsi che non mi piacciono. Ci sentiamo come quando andiamo dal dentista: a chi piace andarci? Non è piacevole, mi farà male,.So che è necessario, ma ho paura.
Se è questo quello che hai pensato seguendo le prime due predicazioni di questa serie, voglio dirti che le “scelte per guarire la vita” non hanno nulla a che fare con tutto ciò.
Una differente prospettiva
Non è come andare dal dentista: è come aprire la porta di una prigione. E' uscire dalle 4 mura create dalle tue abitudini sbagliate, dalle tue ferite, dalle cose che ti imprigionano. E' sperimentare la libertà forse per la prima volta in vita tua E' capire che è possibile vivere la vita che piace a Dio e che ti appaga.
Se la prima Beatitudine riguardava la verità, la seconda riguarda la speranza: è la scelta di credere che Dio esiste e che io valgo per lui è la scelta di credere che Lui ha il potere e la forza per aiutarmi.
Scegliere la speranza
“Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.”(Matteo 5:4 NR)
Volete sapere la verità? La prima parte di questo versetto non mi piace! Io non amo essere afflitto!
Dai miei errori dai miei dolori dalle cose o dalle persone che mi hanno ferito!
Ma la seconda parte del versetto mi dice una cosa differente e ben precisa: solo SE io ammetto di essere afflitto. solo SE guardo i miei sbaglio, i miei dolori, le mie ferite Dio può fare qualcosa per me!
La verità è che il percorso che io ho in mente per curare le mie afflizioni è completamente differente dal percorso che ha in mente Dio!
Il mio percorso: attraversare il più rapidamente possibile e uscire fuori dal mio problema (es. attraversare il fumo). Non mi interessa un “cammino”, voglio uscire al più presto, voglio trovare una SCORCIATOIA!
Quali sono le scorciatoie che scelgo?
Alcool droga, sesso, pornografia, adulterio, cibo relazioni occasionali, gioco d'azzardo, TV, lavoro, shopping, rabbia.
Ma c'è una via particolarmente frequente e pericolosa: l'autocommiserazione: mi chiudo in casa, metto il lutto e comincio a raccontarmi quanto sono sfortunato. Oppure mi circondo di persone che mi liscino la schiena: “Oh, poverino! Quanto sei sfortunato!
Sapete, tutte queste “scorciatoie” sono collegate tra di loro da una sola parola: fuga! Voglio fuggire verso qualcosa che mi dia conforto e speranza SUBITO! Sapete, quale è il problema di queste “scorciatoie”? Mi danno un conforto SUBITO, ma è un conforto MOMENTANEO! (che non è un vero conforto) per continuare ad avere conforto devo continuare a percorrere quelle scorciatoie. In questo modo divento dipendente da esse!
Ero spaventato di dover fare un percorso perché mi pareva lunga la strada, volevo conforto subito, ed alla fine mi ritrovo ad aver fatto gli stessi e forse più chilometri, con una differenza: invece di andare in un luogo diverso, invece di raggiungere una meta, ho continuato a fare avanti e indietro sempre sulla stessa strada. Volevo attraversare il problema, e invece continuo a starci dentro.
La verità è che una vita “confortevole” non da alcun conforto alla mia anima. Ho bisogno di qualcosa più grande, qualcosa che solo Dio mi sa dare.
Ascoltate quello che dice Tom Holladay circa la seconda Beatitudine di Gesù:
“Gesù capovolge la felicità: le più profonde felicità e benedizioni nella vita vengono spesso dalle cose che meno vorrei facessero parte di essa, cose che non avrei mai scelto. Ma non è solo una questione di provare dispiaceri: è una questione di scegliere l'afflizione. Scegliere, ovvero, di accettare che quelle cose dovevano accadere, per capire che questo mondo non possiede la speranza di cui ho bisogno, e per guardare a Dio per avere il conforto che solo Lui può dare.
Come posso far arrivare questo tipo di conforto nella ma vita? ““Beati gli afflitti” dice Gesù.
Il fatto è che ci aspettiamo di non dover mai affrontare il male nella nostra vita. Ci aspettiamo sia sempre un film a “lieto fine”. La vita non funziona come i film romantici, dove il protagonista o la protagonista alla fine sposano il loro grande amore, partono su una Ferrari per andare all'aeroporto dove li attende un jet privato che li porterà nel loro nido d'amore alle isole dei Caraibi! La vita ha più a che fare con il “beati gli afflitti” che con il “e tutti vissero felici e contenti”.
Qual'è il sentiero che ha scelto Dio per darci conforto, allora? E' un sentiero fatto di tre tappe.
1. Devo vedere Dio per come è
Questo è l'inizio del sentiero. Come fidarmi che Dio mi conforterà? Per molti l'immagine di Dio è quella di un maresciallo arrabbiato: più attento ai nostri errori che hai nostri dolori, più pronto a punirci che a confortarci.
Questo sentimento è indipendente dalla nostra “anzianità” di credenti: è' nato e cresciuto in noi, forse a causa di qualcuno che ci ha dipinto Dio così all'inizio. Ma è solo un sentimento.
In cosa vuoi riporre la tua fiducia: nei tuoi sentimenti oppure nel Dio che manda il Figlio a morire in croce perché tu non sia più condannato?
La Bibbia dice:
Chi ci condannerà se Gesù Cristo è morto, e molto di più, è stato risuscitato e ora si trova alla destra di Dio, a sostenere la nostra causa? (Romani 8:34 VP)
Sentirsi condannati da Dio per i propri peccati: è un sentimento forte ma è un sentimento NON vero. E' come i rumori che sento di notte e mi immagino che qualcuno stia scassinando al piano di sotto E' un sentimento forte, e non mi fa dormire Ma quando vado a vedere la realtà, e scendo, mi accorgo che stavo alimentando da solo una bugia.
La verità è che Dio ha mandato Gesù non per condannarti, ma per salvarti. Gesù siede alla destra del Padre, e prega per te.
Di chi ti fiderai? Del tuo sentimento di condanna, oppure di Gesù che prega per te?
Devi vedere Dio per come è, come è descritto nel Salmo 86:
Ma tu, Signore, sei un Dio pietoso e misericordioso, lento all'ira e grande in bontà e in verità. (Salmo 86:15 NR)
Dio non dice mai “Dai, alzati, che non è niente”. Dio non dice mai “IL tuo problema è niente rispetto a quello di Marco”. Il suo conforto non è mai “condizionale: “E va beh, ti consolo, ma solo dopo che hai fato quello che voglio”. Forse sei cresciuto con un padre o una madre così: sappi che Dio è differente. Vuole starti vicino ogni giorno.
Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga sono quelli che mi consolano. (Salmo 23:4 ND)
Bastone e verga non servono per minacciarti, ma per confortarti! Bastone = serve per dirigere le pecore. Verga = serve per dare disciplina alle pecore. Il conforto viene da sapere che Dio dirige e disciplina la mia vita. Sono il simbolo del Suo amore per me, non della sua riprovazione. Non accetta tutto da me, ma accetta tutto di me.
La prima tappa del sentiero verso la speranza è “Devo vedere Dio per come è”.
2. Devo vedere me stesso per come sono
Ne abbiamo già parlato le volte precedenti Noi siamo imperfetti.
“perché tutti hanno peccato e sono privi della presenza di Dio che salva.” (Romani 3:23 TILC)
Nessuno è perfetto di fronte a Dio; ognuno ha i propri peccati, dolori, sconfitte. Ma c'è qualcosa che ci spinge a nascondere, a “fare finta” che è “tutto OK”. Non siamo capaci di nascondere..nulla”.
“Ma non c'è niente di nascosto che non sarà rivelato, né di segreto che non sarà riconosciuto.” (Luca 12:2 VP)
Gesù non sta parlando del Giudizio Divino: se credi già l'hai superato. Sta dicendo : “Non essere ipocrita, che tanto si vede!”. Sta dicendo “Non sei né peggio né meglio degli altri” Tutti sulla stessa barca. Dio non punta il dito verso te e dice “Tu hai fatto questo!” Ma manda Gesù e punta il dito contro lui Gesù si carica delle mie colpe: “Io ho fatto questo”
Per avere la speranza di cui ho bisogno devo vedere me stesso per come sono: sono imperfetto, ma sono AMATO!
- "Ti ho sempre amato e per questo continuerò a mostrarti il mio amore incrollabile". (Geremia 31:3 TILC)
- “Poiché io, il SIGNORE, non cambio” (Malachia 3:6 NR)
- L'amore umano delude: il tuo sposo, i tuoi genitori, i tuoi figli. L'amore di Dio è INCROLLABILE. L'amore di Dio è IMMUTABILE.
- “Ma ora siamo nella giusta relazione con Dio perché egli, nella sua bontà, ci ha liberati gratuitamente per mezzo di Gesù Cristo.” (Romani 3:24 TILC)
- L'amore di Dio è un dono che non posso guadagnare; posso solo accettare quel dono.
- Forse stai passando un periodo in cui tutto sembra coalizzarsi per dimostrare che Dio non ti ama va tutto storto, non c'è amore, non c'è bene, ti senti un perdente. Non credere alla bugia di Satana! Tu sei un figlio o una figlia amata, e Dio vuole avere un rapporto quotidiano con te.
- Un'altra versione di questa Beatitudine dice:
- “Beati quelli che sono nella tristezza: Dio li consolerà.” (Matteo 5:4 TILC)
- Per avere la speranza di cui ho bisogno devo vedere Dio per come è, un Dio che non condanna ma salva.
- Devo vedere me per come sono: imperfetto, ma amato. Potrò allora compiere l'ultimo tratto di sentiero.
- 3. Devo vedere come Dio può cambiarmi.
- Ricominceremo da qui la prossima volta.
- Preghiamo:
- Nella tua vita hai bisogno della speranza: da dove la prenderai? Userai le scorciatoie della vita, o seguirai il sentiero di Dio? “Beati quelli che sono nella tristezza: Dio li consolerà.”
“Signore, io voglio essere afflitto, ma voglio anche essere confortato. E, più spesso di quanto voglia ammettere, l'afflizione è l'unico sentiero verso l'essere consolati. Ammettere ciò che non ho, ammettere ciò che ho perso, ammettere ciò che non c'è è l'unico percorso per capire che ciò che realmente ho è in Dio, e per comprendere ciò che mi può dare quando nessun altro lo può. Io so che tu non mi condanni, ma mi salvi, e so anche che sono imperfetto, ma amato. Io affido a te la mia vita, ed in te ripongo la mia speranza. Amen”
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