“Io dunque, che sono in prigione perché servo il Signore, vi raccomando di vivere e d'agire in modo degno della vocazione che avete ricevuto! Siate sempre umili, gentili e pazienti l'uno verso l'altro, e sopportatevi con amore. Fate sempre tutto il possibile per mantenere l'unità dello Spirito e per essere pacificamente legati l'uno all'altro. Noi facciamo tutti parte del medesimo corpo, abbiamo il medesimo Spirito e tutti siamo stati chiamati allo stesso glorioso futuro. C'è soltanto un Signore, una fede, un battesimo, e tutti noi abbiamo lo stesso Dio e Padre, che è al di sopra di tutti, in tutti e agisce per mezzo di tutti. ( Efesini 4:1-6 VP)
E così importante che il Nuovo Testamento dia più importanza all'unità della Chiesa che al Paradiso o all'Inferno. Dio desidera che noi sperimentiamo l'armonia reciproca. L'unità è il cuore della comunione fraterna; se la distruggiamo, è come se strappassimo il cuore al corpo di Cristo, la Chiesa. Senza unità non c'è comunione fraterna e senza comunione fraterna chiesa.
La trinità è uno, e Dio vuole che anche noi siamo uno; il nostro Padre celeste è felice come ogni altro padre terreno quando vede i figli andare d'accordo tra loro.
Gesù stesso ha pregato per questo:
“Non prego soltanto per questi miei discepoli, ma anche per quelli che in futuro crederanno in me, dopo aver ascoltato il loro messaggio. Prego che siano tutti uniti, proprio come lo siamo io e te. Padre, così come tu sei in me ed io sono in te, possano essi essere in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. “ (Giovanni 17:20-21 VP)
Gesù era negli ultimi momenti prima di essere arrestato e trova la forza di pregare così appassionatamente per la nostra unità. Sapeva che saremmo stati attaccati, che dalla perfetta unità della Sua chiesa dipendeva la salvezza di miliardi di persone che tramite essa avrebbero ascoltato e creduto. E lo spirito Santo è colui che ci unisce nell'amore.
Agli occhi di Dio, niente ha più valore della sua chiesa; Egli ha pagato il prezzo più alto per essa,
fa parte delle nostre responsabilità come credenti di proteggere la sua unità all'interno della nostra comunità.
Paolo dice:
“Fate sempre tutto il possibile per mantenere l'unità dello Spirito e per essere pacificamente legati l'uno all'altro” (Efesini 4:3)
Dobbiamo pensare a noi stessi come incaricati di Cristo per l'unità della chiesa che promuovano e conservino la comunione fraterna tra credenti.
Ci sono sei strumenti per preservare l'unità nella chiesa:
- Concentrati sulle cose che abbiamo in comune non sulle nostre differenze.
La Bibbia dice che, come credenti,
Noi facciamo tutti parte del medesimo corpo, abbiamo il medesimo Spirito e tutti siamo stati chiamati allo stesso glorioso futuro. C'è soltanto un Signore, una fede, un battesimo, e tutti noi abbiamo lo stesso Dio e Padre, che è al di sopra di tutti, in tutti e agisce per mezzo di tutti. (Efesini 4:4-6 VP)
Abbiamo in comune la stessa salvezza, la stessa vita, lo stesso futuro.
Queste cose sono di gran lunga più importanti di qualsiasi differenza possiamo notare. I nostri sforzi debbono essere concentrati su questo; in 2 corinzi Paolo dice questo:
“Concludo, fratelli, con queste ultime parole: siate felici, perfezionatevi, incoraggiatevi a vicenda, andate d'accordo, vivete in pace e armonia, e il Signore che dà amore e pace sarà con voi. “ (2 Corinzi 13:11 VP)
Chiaramente, Dio ci ha creati ognuno differente dall'altro, e noi dovremmo queste differenze, non limitarci a tollerarle. Dio vuole l'unità non l'uniformità!
Non facciamo che piccole differenze ci dividano; dobbiamo concentrarci sugli scopi comuni che Dio ha per noi e per la nostra chiesa. I conflitti sono solitamente un segno dell'attenzione è scivolata verso obiettivi meno importanti, quelle cose che la Bibbia chiama “profane ciance”
- Sii realistico nelle tue aspettative.
Una volta che abbiamo scoperto ciò che Dio intende per comunione fraterna, è così facile essere scoraggiati dalla distanza che c'è tra ciò che è ideale e ciò che è reale, ovvero la nostra chiesa locale.
Tuttavia dobbiamo ugualmente amare con passione la chiesa a dispetto delle sue imperfezioni. La reale immaturità è desiderare quell'ideale criticando la realtà; ma, d'altro canto, accomodarsi nella realtà della nostra chiesa senza fare alcuno sforzo per avvicinare quell'ideale è compiacimento... e talvolta pigrizia. La maturità è, invece, vivere in equilibrio tra questi due opposti.
Paolo dice:
Io dunque, che sono in prigione perché servo il Signore, vi raccomando di vivere e d'agire in modo degno della vocazione che avete ricevuto! Siate sempre umili, gentili e pazienti l'uno verso l'altro, e sopportatevi con amore. (Efesini 4:1-2 VP)
I credenti sono lì per deluderci e per farci arrabbiare, ma questa non è una scusa valida per rompere la comunione fraterna con loro.
La Chiesa è la tua famiglia, anche se spesso sembra non esserlo... o forse sembra proprio essere una vera famiglia, una di quelle dove tutti litigano, tutti cercano vendette trasversali. Ma la soluzione dei problemi non è andare via da essa ottenere il muso per il resto della settimana del mese.
Le persone vengono disilluse dalla chiesa per una serie sterminata di motivi, reali o fittizi che siano; offese, ipocrisia, trascuratezza, concentrarsi su piccolezze, legalismo e altro.
Piuttosto che essere scioccati sorpresi, dobbiamo ricordare che la chiesa composta da veri peccatori, compresi noi stessi. E poiché siamo peccatori, ci facciamo del male a vicenda, talvolta senza volerlo e talvolta deliberatamente.
Ma piuttosto che lasciare la chiesa, dobbiamo rimanere e risolvere al meglio se c'è la possibilità. Dobbiamo essere sempre (non spesso, ma sempre-il significato del termine greco e “ dall'inizio alla fine”) umili, sempre gentili, sempre pazienti, sopportandoci (il senso del verbo originale è”essere di supporto”); tutto questo lo dobbiamo fare con amore.
La riconciliazione, non la fuga è la strada per un carattere più forte e per una più profonda comunione fraterna. “Divorziare” dalla tua chiesa al primo segno di delusione è un segno di immaturità.
Dietrich Bonhoffer, un pastore vissuto in Germania al tempo del nazismo a cui si oppose fieramente e a motivo di questo fu fatto morire in campo di sterminio, ha scritto uno dei libri classici sulla comunione fraterna(vivere insieme). In esso, egli afferma che:”L'essere delusi dalla nostra chiesa locale è buono, perché distrugge la nostra falsa aspettativa di perfezione; più rapidamente abbandoniamo questa illusione che la Chiesa debba essere perfetta per poter esprimere amore, più rapidamente la smetteremo di far finta e cominceremo ad ammettere che tutti siamo imperfetti e che tutti abbiamo bisogno della grazia di Dio.” Questo è l'inizio di una vera comunità di credenti.
La Chiesa non è un posto per persone perfette, anzi tutt'altro! La chiesa è il posto riservato a coloro che ammettono di essere dei peccatori, e che vogliono usare questa dichiarazione di indipendenza da Dio nella quale affermano la propria inaffidabilità come un trampolino di lancio per la loro crescita e per quella degli altri.
Bonhoffer ha scritto anche questo: “Colui che ama il suo sogno di chiesa più della stessa Chiesa di Cristo diviene un distruttore della seconda... se non rendiamo grazie quotidianamente per la comunità di credenti dove siamo stati posti, anche se non è un granché, anche se non ci sono grandi ricchezze spirituali, ma piuttosto debolezze, una fede limitata e difficoltà quotidiane, ma se al contrario ci lamentiamo in continuazione di come tutto sia piccole meschino, allora impediamo Dio di far crescere la nostra comunione e la nostra comunità.”
- Scegli di incoraggiare piuttosto che criticare.
È sempre molto facile starsene in un angolo a lanciare sassi verso coloro che stanno servendo piuttosto che essere coinvolti per dare il proprio contributo. Giacomo ammonisce:
“Fratelli miei, non siate in molti a voler far da maestri. Ricordate che tutti commettiamo degli errori, e che noi che insegniamo saremo giudicati più severamente degli altri.” ( Giacomo 3:1 VP)
Ogni volta che giudichiamo un altro credente, avvengono immediatamente quattro cose;
a. Perdiamo la comunione con Dio
b. Mostriamo il nostro orgoglio e la nostra insicurezza
c. Ci esponiamo al giudizio di Dio
d. Miniamo la comunione all'interno della chiesa.
d. Miniamo la comunione all'interno della chiesa.
La Bibbia chiama Satana “l'accusatore dei fratelli”. È il lavoro di Satana quello di lamentarsi e di criticare i membri della famiglia di Dio; ogni qual volta siamo noi a farlo, ci facciamo abbindolare dal maligno, svolgendo noi un compito suo. Ricordiamoci, gli altri credenti, al di là di quanto possiamo non essere d'accordo con loro, NON sono il nostro vero nemico!
- Rifiuta di di ascoltare pettegolezzi.
Che cosa è un pettegolezzo? Il pettegolezzo è dare delle informazioni riservate quando non siamo né parte del problema non è parte della sua soluzione. Sappiamo che dar voce ai pettegolezzi è sbagliato, ma non li dovremmo neppure ascoltare se vogliamo difendere la nostra chiesa. Ascoltare il pettegolezzi e come accettare merce rubata: questa si chiama “ricettazione”, e come per la ricettazione siamo colpevoli e degne di essere puniti a norma di legge “da sei mesi a due anni”!
Quando qualcuno comincia a raccontarci un pettegolezzo, dobbiamo avere il coraggio di dirgli: “Ti prego fermati! Non voglio sapere queste cose. Hai parlato direttamente con quella persona?”Ricordati che coloro che sono pettegoli, lo saranno prima o poi anche verso di te.
- Metti in pratica il metodo di Dio per risolvere i conflitti.
Gesù stesso ci ha dato una “guida” di come debbano essere risolti i conflitti in chiesa: Matteo 18:15-17
"Se un fratello ti fa un torto, vai da lui in privato e spiegagli il suo errore. Se ti ascolta, hai riacquistato un fratello. Se invece non vuole ascoltarti, prendi con te una o due persone e torna da lui, facendo confermare da questi testimoni tutto cio che dici. Se ancora non vuole ascoltare, sottoponi il tuo caso alla chiesa, e se la sentenza della chiesa ti è favorevole, ma l'altro non l'accetta, allora consideralo come un estraneo, pagano e peccatore.” (Matteo 15-17 VP)
Durante una lite è nella natura umana di lamentarsi con qualcun altro piuttosto che affrontare e parlare con coraggio e con amore alla persona che c'ha fatto dispiacere; questo non fa che peggiorare le cose. Dovremmo invece andare direttamente dalla persona!
Il confronto privato è sempre il primo passo, e dovremmo farlo molto rapidamente; se poi non riusciamo a risolvere in due, il passo successivo e di andare con pochi testimoni per aiutare a risolvere il problema. Ma se una persona è ancora ostinata?Gesù ci dice di dirlo alla chiesa, e se ancora si rifiuta di risolvere, di trattarlo come un non credente.
Il confronto privato è sempre il primo passo, e dovremmo farlo molto rapidamente; se poi non riusciamo a risolvere in due, il passo successivo e di andare con pochi testimoni per aiutare a risolvere il problema. Ma se una persona è ancora ostinata?Gesù ci dice di dirlo alla chiesa, e se ancora si rifiuta di risolvere, di trattarlo come un non credente.
- Aiuta i tuoi pastori, e i tuoi leader.
Non esistono pastori, leader, responsabili perfetti, ma Dio dà loro una responsabilità e una autorità per mantenere l'unità della chiesa; durante i conflitti questo è spesso un lavoro ingrato, visto che essi cercano di riconciliare delle visioni opposte: Paolo dice:
“Gli anziani che amministrano bene [la chiesa] devono essere ricompensati e tenuti in massima considerazione, specialmente quelli che sono impegnati a predicare e ad insegnare. ...Non date ascolto alle accuse contro un anziano, a meno che non ci siano due o tre testimoni contro di lui. “ ( Timoteo 5: 17, 19 VP)
Pastori, responsabili, leader, saranno chiamati un giorno davanti a Dio rendere conto di come hanno vegliato sulla sua chiesa, ma soprattutto di quanto hanno amato quella chiesa per cui Gesù ha dato la propria vita.
Pastori, responsabili, leader, saranno chiamati un giorno davanti a Dio rendere conto di come hanno vegliato sulla sua chiesa, ma soprattutto di quanto hanno amato quella chiesa per cui Gesù ha dato la propria vita.
Vi sarà un giorno in cui io, Bernardino, Janet, Amy, Katia, Dori, Adriana, saremo chiamati dinanzi a Dio; ed io mi immagino la scena in cui Dio mi chiederà: “Marco, hai amato la mia chiesa?Ed io, tirando fuori la mia agenda degli appunti, cominciò a dire: “Ecco, ho guidato questi studi, ho predica su questi argomenti...”Ed io m'interromperà dicendo: “Marco, più di quel libro! Quello che c'è chiesto e ai Amato la mia chiesa?” Spero di poter rispondere con un sì a quella domanda.
Ma, allo stesso modo, anche gli altri membri di chiesa saranno chiamati a rispondere di come hanno seguito ed amato le guide a cui Dio li aveva affidati; ognuno di voi, me compreso, comparirà ancora di fronte a Dio, e Dio chiederà: “Hai amato le guide che avevo provveduto?”
Sarà inutile anche in questo caso fare lunghi elenchi, dire che siamo stati assidui nel frequentare, nel partecipare, nella decima... la domanda, inesorabile e specifica, sarà: “hai amato le guide che che avevo provveduto?”
La Bibbia fornisce ai pastori istruzioni molto specifiche su come comportarsi con le dispute nella comunità:
- debbono evitare di essere litigiosi,
- ammaestrando con mansuetudine gli oppositori,
- pregando che cambino cuore,
- ammonendo coloro che sono focosi,
- ricercando l'armonia dell'unità
- allontanando dalla Chiesa coloro che sono fonte di divisione se ignorano primi due passi di Matteo 15.
Ognuno di noi protegge la nostra chiesa quando onora, rispetta, obbedisce a coloro che lo servono guidando la comunità.
Pastori, leader, responsabili hanno bisogno del tuo incoraggiamento, delle tue preghiere,del tuo apprezzamento, e soprattutto del tuo amore.
Paolo afferma che:
Vi preghiamo fratelli di avere riguardo per quelli che lavorano tanto fra voi, che hanno avuto dal Signore il compito di guidarvi e che vi mettono in guardia contro ciò che è male. Teneteli in grande considerazione ed amateli con tutto il cuore, per l'opera che fanno. Vivete in pace fra voi! ( 1 Tessalonicesi 5:12-13 VP)
La nostra chiesa a un patto da firmare per divenire membro, nella quale ciascuno di noi promette di proteggere l'unità della chiesa; non è sempre facile, qualche volta bisogna fare ciò che è meglio per il corpo di Cristo, non per noi stessi. Questo uno dei motivi perché Dio ci porta a far parte della famiglia di chiesa; lì possiamo imparare l'altruismo. In chiesa non impariamo a dire noi invece di io, e nostro invece di mio.
Paolo dice Romani:
“Che ognuno di noi cerchi il bene del suo prossimo in modo da aiutarlo a progredire nella fede!” (Romani 15:2 VP)
Dio benedice la chiesa quando è unita. Dovendo avere a che fare con un gruppo di “neo-nati di nuovo”, di credenti in fasce, egli desidera l'incubatrice più confortevole e calorosa che possa trovare.
Ciascuno ha bisogno di amore, e quando in una chiesa i credenti si amano in modo sano e schietto, essa cresce sia in qualità e in quantità.
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