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Ogni anno, alla fine dell'anno, la mia attività al negozio è quella di stilare le “statistiche” per vedere gli incrementi o i decrementi delle merci vendute.
Anche se, chiaramente, so come è stato l'andamento dell'anno, c'è sempre una certa emozione quando digito la chiusura al 31/12.
Mi aspetto ogni anno di vedere che le mie 55 ore settimanali trascorse al lavoro, come pure quelle di mio fratello, abbiano sortito i risultati aspettati.
In 35 anni, sono state più le gioie che i dolori che mi hanno recato quelle carte piene di numeri e righe.
E penso a come sarebbe il mio animo se, al termine dell'anno, le statistiche mi indicassero un calo del 70% o, peggio, mi indicassero “0”;
hai lavorato sodo, hai studiato strategie, hai investito in mezzi e risorse... ma non hai venduto nulla!
C'è una persona molto famosa nella Bibbia che deve aver provato un giorno questo tipo di sconforto. E' un certo “Simone”, conosciuto anche come “Pietro”. Vogliamo trarre insegnamento da ciò che ha fatto lui per l'anno che inizia, come individui e come chiesa.
"Quando ebbe finito di parlare, egli disse a Simone: "Ora vai dove l'acqua è profonda e getta le reti!" Ma Simone rispose: "Maestro, abbiamo lavorato sodo tutta la notte e non abbiamo preso niente! Ma se lo dici tu, le faro calare". E questa volta le reti si riempirono tanto, che cominciavano a strapparsi! Fecero dunque cenno ai soci dell'altra barca perché venissero ad aiutarli. Ben presto tutte e due le barche furono talmente piene di pesce che rischiavano di affondare. Quando Simon Pietro si rese conto dell'accaduto, cadde in ginocchio ai piedi di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me, che sono un peccatore!", perché era rimasto sconvolto da quella pesca straordinaria. E come lui, erano sconvolti tutti i presenti, compresi i suoi soci, Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo. Ma Gesù disse a Simone: "Non aver paura! D'ora in poi tu sarai pescatore di uomini!" ».(Luca 5:4-10 PV)
1) Il regno di Dio utilizza degli strumenti "deboli".
"Maestro, abbiamo lavorato sodo tutta la notte e non abbiamo preso niente! "
Gesù coglie Pietro in un momento particolare: quello della "debolezza". Pietro è debole per aver lavorato un'intera notte senza ottenere praticamente nulla. E' scoraggiato; nonostante gli sforzi, nonostante tutta la cura nel preparare le reti, nello scegliere la rotta sul lago e l'ora nella pesca, il risultato è assolutamente scoraggiante.
Quante volte, nella tua vita, hai preparato qualcosa con minuzia di particolari, hai studiato il piano, disegnato le mappe, atteso il vento... E non hai raccolto nulla? Accade, molto più spesso di quanto siamo disposti ad ammetterlo.Allora ci scopriamo deboli, allora lo scoraggiamento ci assale!
Gesù conosce la mia debolezza e il mio scoraggiamento!
Dio ama usare coloro che sono "deboli", per insegnargli che non è attraverso la forza dell'uomo che procede il regno di Dio, ma attraverso la potenza di chi è Signore di quel regno.
Nessuno è forte di fronte alle prove e alle difficoltà della vita. Paolo, il grande apostolo, lui stesso, ha dovuto impararlo nel modo più duro, per poi scoprire che, la risposta alla sua preghiera, non era "più potenza", ma “più fede”:
"Ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. (2 Corinzi 12:9 NR94)
Il Signore Gesù stesso ha accettato di essere " debole", venendo come uomo. Avrebbe potuto, a ragione, venire come il dominatore del mondo.... Ma ha scelto di venire come un servo.
2) Il Regno di Dio non dipende da come mi sento
"Maestro, abbiamo lavorato sodo tutta la notte e non abbiamo preso niente! "
Nella voce di Pietro c'è ben più di una semplice spiegazione:
c'è lo sconforto, la frustrazione di non aver visto i frutti di tanta fatica,
Quando le cose non vanno come avevamo previsto, ci assale il dubbio il dubbio che stiamo sbagliando in qualcosa: "Dove sto sbagliando? Perché Dio non sta benedicendo l'opera che faccio per lui?".
Se qualche volta questa domanda può essere giusta, e ci aiuta a migliorare le nostre strategie e ad adottare nuovi strumenti,il più delle volte, come nel caso di Pietro, la soluzione non risiede in una nuova strategia o in un nuovo strumento... ma semplicemente in un atto di fede.
3) Il Regno di Dio dipende (anche) dalla mia fede
"Ma se lo dici tu, le faro calare” (Trad. "La Parola è vita")
“Però, secondo la tua parola, getterò le reti"(Trad. "Nuova Riveduta")
La vera forza di Pietro sta nella sua risposta. E pieno di dubbi, sa che i pesci che si prendono con le reti che usa NON stanno nelle acque profonde, ma a riva, dove vengono per mangiare,avrebbe più di una cosa da obiettare a Gesù circa la strategia che gli viene proposta (e in effetti, LO FA!), ma sceglie di non farsi dominare dallo scoraggiamento e dai cattivi presagi. Mette da parte i sentimenti ed AGISCE sotto un impulso ben preciso: la parola di Gesù!
Capernaum, la città di Pietro, era una città di 1500 abitanti, e i miracoli di Gesù erano di sicuro passati di bocca in bocca.Lo stesso Pietro ne aveva ricevuto uno, avendo Gesù guarito la suoceraPietro conosceva le capacità di Gesù. Pietro decide di agire per fede, non per logica. In quel "ma se lo dici tu" c'è un intero capitolo di dubbi, contestazioni e scoraggiamento che vengono messi a tacere.
La Nuova riveduta dice: “però, secondo la tua parola, getterò le reti". La parola di Cristo diviene il piano, per quanto possa sembrare assurdo.
La fede che dimostra Pietro verso l'ordine di Gesù non è una fede incondizionata, non è una fede sicura, anzi al contrario è una fede che "obietta" che fa mostra della propria esperienza di vita per spiegare il perché non funzionerà.
"PERO' agisco!" e non "Agisco, PERO'..."; la grandezza di Pietro è agire nonostante i dubbi e mettendo da parte le contestazioni della sua logica.
E' una fede perfetta? No, e Gesù lo sa! Ma è comunque una fede: una fiducia in Gesù che porta all'azione di obbedienza verso un comando che gli appare a dir poco assurdo. E Gesù sa che quella piccola fede traballante, posta nelle sue mani, può dare effetti smisurati:
"Gesù rispose: « Basterebbe che la vostra fede fosse grande come un granello di senape, per dire a questa pianta di sicomòro: “Sradicati e trapiantati in mare!” E vi ubbidirebbe.." (Luca 17:6 PV)
La svolta per Pietro sta nell'abbandonare la sapienza umana che non vorrebbe gettare le reti e avere un'altra sconfitta, e fidarsi di una sapienza "più alta".
La fiducia in Cristo genera nuovi frutti. C'è nuova fatica, ma la fiducia nella parola ci Dio dà stavolta frutto, è parte del miracolo, agisce assieme a Gesù.
Pietro vede una nuova luce nella sua fatica, gioisce nella fatica sua e dei sui compagni. la gioia diventa annuncio e gli altri della barca a fianco vengono sfamati, pregano, e gioiscono anche essi.
4) Gesù comprende il mio stupore e la mia vergogna.
"Signore, allontanati da me, che sono un peccatore! "
L'aver obbedito con una fede traballante alla parola di Gesù da frutti cosi smisuratamente enormi che Pietro prova stupore...ma anche vergogna. All'inizio aveva chiamato Gesù “maestro” (epistates = insegnate – lo si usava per indicare uno che era superiore a te). Ora lo chiama “Signore” (kurios = supremo maestro – lo si usava per dare rispetto alle persone molto importanti; veniva usato per indicare Dio).
Pietro comprende solo ora che tutta l'esperienza del mondo, i piani meglio studiati, le reti migliori, le rotte più accurate, la tempistica più accurata non valgono nulla.... se non ci stiamo muovendo all'interno della parola di Cristo. Comprende che l'artefice della pesca non è lui, o le sue reti, o la barca, ma l'uomo che ha parlato, sedendo a poppa, dando un semplice comando: "tornate a gettare le reti...non dove le avevate buttate prima, ma nell'acqua profonda!".
L'abbondanza, la benedizione, il frutto erano là sotto la barca, distanti solo pochi metri; e per raggiungerlo non servivano più forzi, né nuove reti. Ma bastava seguire il comando di chi sapeva dove erano i pesci, nell'acqua profonda, non a riva, là dove forse li aveva mandati a chiamare e a radunare.
Pietro si abituerà ad essere smentito da Gesù come pure la sua fede rimarrà traballante, facendolo più di una volta traballare e affondare tra le onde, fino al momento in cui lo Spirito Santo lo inonderà e lo renderà capace di avere fede anche nelle cose illogiche che Gesù gli chiedeva di fare.
"Allora Pietro si fece avanti con gli altri undici apostoli e gridò loro: « Ascoltate bene, tutti, stranieri e abitanti di Gerusalemme! No, no, ciò che avete visto questa mattina fu predetto secoli fa dal profeta Gioele: “Negli ultimi giorni”, dice Dio, “verserò il mio Spirito Santo su tutti gli uomini. I vostri figli e le vostre figlie faranno profezie, i vostri giovani avranno delle visioni e i vostri vecchi dei sogni." (Atti 2:14, 17 PV)
Vuoi vedere una "pesca miracolosa" nel 2013?
3 AZIONI DA PRATICARE
1) Ascolterò la Parola di Gesù ovvero leggerò la Bibbia
"però, secondo la tua parola, getterò le reti".
La chiave di tutto sta nell'ascoltare la Parola.Dove trovo la “Parola di Gesù?Nella Bibbia!
Ascoltare la Parola significa:
- leggere la Bibbia:
La Parola di Gesù sta tutta lì, disponibile quando vogliamo, a portata di mano: spetta a noi ascoltarla.
- memorizzare la Bibbia
La Parola di Gesù è viva: per vivere in noi deve risiedere in noi, non in un libro.
- meditare la Bibbia
La Parola deve diventare azione, così come è stato per Pietro. Debbo sedere, e pensare: "come si applica questo passo alla mia vita? Cosa vuole che faccia Dio?"
Usa anche le domande "PACEPERME".
2) Avrò fede nell'opera di Dio
Gesù non cerca camionisti che trasportino tonnellate di fede ma cerca persone comuni pronte ad affidargli granelli di senape di fede: al resto ci penserà lui!
Avere fede nell'opera di Dio significa:
- tagliare la parola “impossibile” dal tuo vocabolario
- fare le cose che Dio ti chiede di fare, non quelle che sai già fare
- quelle che lo Spirito ti indicherà di fare
- quelle che la tua chiesa ti chiederà di fare.
3) Inviterò ogni giorno lo Spirito Santo in me.
La vera trasformazione per Pietro è avvenuta allorquando lo Spirito Santo lo ha riempito... ed in un solo giorno ha visto compiersi quello che mai aveva visto fino ad allora: 3000 persone salvate in un giorno solo.
Invitare ogni giorno lo Spirito Santo significa:
- dare tempo allo Spirito Santo di parlarci,
- aprire gli occhi ed essere sensibile a quello che mi accade attorno,
- cogliere ogni singola opportunità per testimoniare di Cristo agli altri.
Questo processo si chiama "santificazione": diventare ogni giorno un po' più diversi da tutti gli altri che ci circondano perché stiamo diventando ogni giorno un po' più simili a Gesù.
Vuoi vedere una pesca miracolosa nel 2013, sia nella tua vita che nella tua chiesa?
Pesca allora con la stessa fede di Pietro; allora vedrai i frutti che il granello di senape può dare nella tua vita e nella nostra chiesa., quando lo offri con fede al Signore.
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