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La settimana scorsa vi avevo promesso che oggi avremmo “tolto il velo” da sopra la “Ferrari 2014” che è la nostra chiesa avevamo visto anche che, per essere un team vincente nel 2014 dovevamo prendere dobbiamo prendere tre impegni dal punto di vista personale, nelle nostre vite di tutti i giorni:
dovevamo:
- impegnarci a conoscere la verità scritta nella Bibbia , attraverso lo studio personale, nel piccolo gruppo e la domenica ascoltando i messaggi;
- impegnarci a camminare nella moralità, vigilando sui nostri pensieri e sulle nostre azioni così che siano in accordo con ciò che vuole Gesù da noi;
- impegnarci ad avere intimità con gli altri, frequentando fedelmente il nostro piccolo gruppo e rendendoci “vulnerabili”, chiedendo aiuto e confessando le nostre battaglie agli altri.
Ma, come ogni team che si possa chiamare tale, dobbiamo avere un sogno, un obiettivo, una meta in comune; per una squadra di formula 1 è vincere il campionato del modo; per un'azienda po' essere aumentare il fatturato; per una squadra di cacio vincere il campionato.
Quale è il tuo sogno perla tua vita nel 2014? Quale è il tuo sogno per la tua chiesa nel 2014? Perché, se non hai un sogno, un'ambizione, un traguardo a cui puntare durante quest'anno, tutto rimarrà vago e indefinito.
Da cosa nasce un sogno? Normalmente, nasce da un bisogno; se il tuo sogno è di avere una casa più grande, è perché hai bisogno di più spazio, se il tuo sogno è quello di avere una moglie (o un marito) è perché hai bisogno di avere qualcuno a fianco, se il tuo sogno è quello di dimagrire è perché hai bisogno di alleggerire il peso che porti appresso...
Ogni sogno è legittimo davanti al Signore, sempre che sia in accordo con ciò che ci insegna tramite la Bibbia, ma ci sono dei sogni che il Signore apprezza in modo particolare, e che benedice in modo particolare:
sono quelli legati alla sua Sposa, alla chiesa.
La Bibbia è piena di uomini con grandi sogni, ma il libro che illustra meglio questo legame bisogno/sogno, è senza dubbio il libro di Neemia.
Contesto
Sono passati 140 anni da che gli Assiri avevano deportato in Babilonia quello che rimaneva del regno di Giuda; gran parte del popolo di Dio era in esilio, lontano dalla terra che il Signore aveva stabilito per lui. Una piccola parte era già tornata in Palestina a più riprese grazie a Ciro e ad altri re. Era stato ricostruito il Tempio, più piccolo e senza i fasti di quello passato, la città era un mucchio di macerie in cui quasi nessuno poteva o voleva vivere; e in verità nessuno aveva neppure provato di farlo in quanto i popoli intorno, da sempre nemici, lo avevano praticamente impedito.
Neemia era uno di quelli rimasti a Babilonia; possedeva di una posizione di grande onore, essendo colui che versava il vino al re. Era una posizione di responsabilità e pericolosa, poiché lui doveva bere prima del re per accertarsi che le bevande non fossero avvelenate.
Neemia aveva tutte le ragioni per non preoccuparsi, godere del favore della situazione, e fare la bella vita... Ma Neemia vede un bisogno:
“Mentre mi trovavo nel castello di Susa, Anani, un mio fratello, e alcuni altri uomini arrivarono da Giuda. Io li interrogai riguardo ai Giudei scampati, superstiti della deportazione, e riguardo a Gerusalemme. E quelli mi risposero:"I superstiti della deportazione sono là, nella provincia, in gran miseria e nell'umiliazione; le mura di Gerusalemme restano in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco". Quando udii queste parole mi misi seduto, piansi, e per molti giorni fui in grande tristezza. Digiunai e pregai davanti al Dio del cielo,”(Neemia 1:2-4a)
Come reagisce Neemia alla notizia che lo rene così triste?
“Digiunai e pregai davanti al Dio del cielo,”(Neemia 1:4b)
“Siano i tuoi orecchi attenti, i tuoi occhi aperti per ascoltare la preghiera che il tuo servo ti rivolge adesso, giorno e notte.” (Neemia 1:6a)
“Signore, te ne prego, siano i tuoi orecchi attenti alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi, che vogliono temere il tuo nome; e concedi oggi, ti prego, successo al tuo servo, e fa 'che egli trovi pietà presso quest'uomo ".(Neemia 1:11)
Neemia:
- digiuna,
- prega
- prega in continuazione (giorno e notte)
- prega da solo e assieme ad altri (..del tuo servo...dei tuoi servi)
Dalla visione del bisogno e dalla preghiera continua, nasce il sogno
“Il re mi disse:"Perché hai l'aspetto triste? Eppure non sei malato; non può essere altro che per una preoccupazione". Allora fui colto da grande paura e dissi al re:"Viva il re per sempre! Come potrei non essere triste quando la città dove sono le tombe dei miei padri è distrutta e le sue porte sono consumate dal fuoco?" E il re mi disse:"Che cosa domandi?" Allora io pregai il Dio del cielo; poi risposi al re:"Se ti sembra giusto e il tuo servo ha incontrato il tuo favore, mandami in Giudea, nella città dove sono le tombe dei miei padri, perché io la ricostruisca” (Neemia 2:2-5)
Tu, Neemia, profugo ebreo, cameriere (anche se di gala), vuoi ricostruire... GERUSALEMME??? Sei forse architetto? Ingegnere? Hai un'impresa di costruzioni? É troppo grande il tuo sogno... magari puoi ricostruire casa tua!
Neemia forse non sa nulla di come costruire una città, o come organizzare un gruppo di profughi in una impresa edile, ma una cosa la sa: che ha un Dio onnipotente e che è all'ascolto. Versetto 4:
“Allora io pregai il Dio del cielo”
Il re di Assiria Artaserse, non solo gli concede “l'aspettativa”, non solo gli scrive passaporti per attraversare le popolazioni ostili fino a Gerusalemme, ma gli fornisce anche tutto il legame che servirà per cominciare la ricostruzione!
Neemia arriva a Gerusalemme, prende qualche amico, e di notte si fa il giro intero delle mura per vedere cosa c'è da fare.
Sino a questo punto non ha condiviso il suo sogno con nessuno, ma si accorge che il lavoro è troppo per una persona sola o per un gruppo di persone
“Fino a quel momento, io non avevo detto nulla né ai Giudei, né ai sacerdoti, né ai notabili, né ai magistrati, né ad alcuno di quelli che si occupavano dei lavori. Allora dissi loro:"Voi vedete in che misera condizione ci troviamo; Gerusalemme è distrutta e le sue porte sono consumate dal fuoco! Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme, e non saremo più nella vergogna!" Raccontai loro come la benefica mano del mio Dio era stata su di me e riferii le parole che il re mi aveva dette. Quelli dissero:"Sbrighiamoci e mettiamoci a costruire!" E si fecero coraggio con questo buon proposito” (Neemia 2:16-18)
Come prima il bisogno di Gerusalemme era divenuto il sogno di Neemia, ora il sogno di Neemia diviene l'azione di un popolo.
Immaginatevi di essere un profugo, per 150 anni il tuo popolo è stato schiavo in un paese lontano, forse con difficoltà sai costruire un muro, ma di sicuro non hai la più pallida idea di come organizzare il lavoro per ricostruire una città!
Qual'e stato allora il piano per portare a termine un progetto così grande ed utopico? Il progetto può essere sintetizzato in due frasi: “Accanto a loro” e “dopo di lui”
«Eliasib, sommo sacerdote, si mise al lavoro con i suoi fratelli sacerdoti e insieme costruirono la porta delle Pecore; la consacrarono e vi misero i battenti; continuarono a costruire fino alla torre di Mea, che consacrarono, e fino alla torre di Cananeel. Accanto a Eliasib lavorarono gli uomini di Gerico, e accanto a loro lavorò Zaccur, figlio di Imri” (Neemia 3:1)
“Dopo di lui Neemia, figlio di Azbuc, capo della metà del distretto di Bet- Zur, lavorò alle riparazioni sino di fronte alle tombe di Davide, fino al serbatoio che era stato costruito e fino alla casa dei prodi.” (Neemia 3:16)
Nel capitolo ci sono 13 “accanto a loro e 12 “dopo di lui”. Notate come il primo che inizia a lavorare è il Sommo sacerdote. Il piano è semplice: TUTTI, a partire dal Sacerdote, faranno la loro porzione di muro quella davanti alla loro vecchia casa.
In questo modo:
- 1. nessuno dovrà fare tutto
- 2. nessuno prenderà il merito di tutto
- 3. nessuno sarà escluso dal fare.
“Noi dunque ricostruimmo le mura, che furono dappertutto innalzate fino a metà altezza; e il popolo aveva preso a cuore il lavoro.” (Neemia 3:38)
In breve tempo, un popolo di profughi, si trasforma in un popolo di costruttori, alzando 2 metri di muro: in breve tempo in popolo diviso, diventa un popolo unito da un unico sogno.
Come è stato possibile tutto questo?
E' stato merito di Neemia? L'unico suo merito era questo:
“Digiunai e pregai davanti al Dio del cielo,”(Neemia 1:4b)
Se è vero che l'interruttore per accendere il sogno di Neemia era stato l'aver visto il bisogno, il carburante del sogno era stata la preghiera, e il motore era stato il lavoro di tutti, nessuno escluso, per rendere il sogno realtà.
Non c'erano cellulari all'epoca, ma sono convinto che, se ci fossero stati, avremmo visto su Youtube la clip degli ebrei che facevano al ola davanti al muro... e sono convinto che, molti di loro, guardando le mura ricostruite abbiano detto o pensato: “Wow! Sembra incredibile che siamo riusciti a fare tutto questo!”.
Perché ci riguarda tutto questo?
Quale è il tuo sogno per la tua vita nel 2014? Ti rilasserai, “e quello che viene viene”, oppure vorrai essere parte attiva de prossimi 365 - 12 giorni?
Quale è il tuo sogno per la tua chiesa nel 2014? Sarai soddisfatto (o soddisfatta) di venire una volta a settimana in sala, partecipare al picco gruppo, oppure vorresti “di più”? Vorresti uno di quegli anni che, se ti guardi indietro, dici “Wow! Sembra incredibile che siamo riusciti a fare tutto questo!”. Posso assicurarti che questo è possibile applicando il metodo che ha applicato Neemia per riuscire nel suo sogno!
1. La preghiera è il carburante dell'opera di Dio
Più volte vi ho detto:
“Molta preghiera molta potenza, poca preghiera poca potenza, niente preghiera niente potenza!”
La preghiera non è l'aiuto che rende più facile il sogno,
- la preghiera precede il sogno,
- la preghiera precede il lavoro,
- la preghiera è il lavoro,
- la preghiera è il sogno.
Il tuo sogno è di una chiesa che raggiunga le persone che ti stanno a cuore? Inizia col pregare!
Il tuo sogno è una chiesa che cresca come numero e come conoscenza di Gesù? Inizia col pregare!
Il tuo sogno è una chiesa che aiuti i poveri, i diseredati, in Italia come nel mondo? Inizia col pregare!
Prega come Neemia
- Neemia pregava SEMPRE prima di intraprendere una qualsiasi impresa,
- Neeemia pregava da solo,
- Neemia pregava assieme ai suoi fratelli e alle sue sorelle.
- … Neemia DIGIUNAVA!
2. Lavorare assieme è il motore dell'opera di Dio
Se vuoi che il 2014 sia un anno benedetto per la tua vita, per la tua chiesa,non fare il “lupo solitario”!
Se ognuno di noi costruirà il “muro davanti casa sua”, se ognuno di noi lavorerà “accanto all'atro” se ognuno di noi lavorerà “dopo di qualcun altro”, alla fine di questo 2014 ci volgeremo e diremo “Wow! Come abbiamo fatto a fare tutto questo?”
Lavoriamo come Neemia
- Neemia non faceva tutto da solo,
- Neemia incitava gli altri a lavorare assieme,
- Neemia divideva i compiti perché nessuno stesse con le mani in mano e nessuno fosse più importante dell'altro.
Ognuno di noi sarà indispensabile nel 2014, ognuno di noi dovrà prendere le sue pietre e costruire appoggiandosi al pezzetto di muro a desta e a quello a sinistra che altri staranno costruendo nel frattempo assieme a lui, ma se desisteremo, l'altro a sinistra o a destra non avrà dove poggiare il suo pezzo di muro, il suo muro sarà più fragile, e alla fine per farlo star su dovrà prendere qualcuna delle nostre pietre e costruire un po' di quel muro dove appoggiarsi. E, ciò che è peggio, l'opera sarà incompleta.
Cosa faremo nel 2014
Togliamo finalmente il velo da sopra la “Ferrari” 2014...
Conclusione
Il 2014 sarà un anno che ricorderemo, e durante il veglione ci guarderemo indietro e diremo “Wow! Ma come abbiamo fatto a fare tutto questo?” ben sapendo che non saremo stati noi a farlo, ma che saremo stati semplicemente strumenti nelle mani di Dio...
… se...
“Ma se tornerete a me e osserverete i miei comandamenti e li metterete in pratica, anche se sarete dispersi negli estremi confini del mondo, io di là vi raccoglierò e vi ricondurrò al luogo che ho scelto per farne la dimora del mio nome “ (Neemia 1:9)
Se farai precedere la preghiera all'azione, se lavorerai “accanto” al tuo fratello o alla tua sorella, ma soprattutto se osserverai e metterai in pratica ciò che il Signore ti chiede di fare, allora vedrai benedizione su benedizione inondare il tuo 2014, come pure quello della tua chiesa.
La sfida
Nulla accade senza applicazione. Nulla accade senza preghiera. La volta scorsa vi ho detto che, se ognuno dei membri della nostra chiesa pregherà 15 minuti al giorno ogni giorno, raggiungeremo a fine anno oltre 130.000 ore di tempo passato con il Signore!
E' per questo che voglio "farvi vedere" le nostre preghiere, tramite dei "ditaloni" per il brodo e una bottiglia da 5 litri vuota.
Ogni pezzettino di pasta rappresenta il MPR, "minimo di preghiera richiesta", ovvero 15 minuti. Ogni domenica metteremo nella bottiglia tanti ditaloni per quante MPR avremo pregato (1 per 15, 2 per 30 e così via).
Vi suggerisco di pregare per:
- la crescita della vostra chiesa
- la chiesa perseguitata
- una persona che vorreste accettasse Gesù.
Il 25 Aprile, mi auguro con tutto il cuore di poter mangiare assieme a voi una pasta e fagioli con tutta
la pasta che avremo aggiunto!
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