Il nome di Dio deve essere santificato, perché è il faro che domina il mondo: quando lo pronunciamo invano, lo stiamo rendendo un cumulo di macerie.
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Siamo sul terzo comandamento: anche questo riguarda il mio rapporto con Dio.
I Comandamenti non sono un limite alla nostra libertà ma una mappa di come usare la libertà che Dio ci ha concesso.
Come voi sapete io ho un negozio frequentato da agricoltori. Gli agricoltori sono famosi per “aggiustare” i discorsi con le bestemmie; anzi, molto spesso aggiustano le bestemmie con i discorsi!
Non lo fanno per cattiveria; è nel loro DNA, è la loro maniera naturale di enfatizzare il discorso o di fare una pausa.
Qualcuno più gentile sostituisce il nome delle divinità, (Dio, Gesù e Madonna), con altri nomi. E qui c'è da sbizzarrirsi: c'è chi usa come sostitutivo il nome della nostra progenitrice Eva, chi tira in ballo i propri antenati, così Madonna diventa “mi nonna”, oppure luoghi geografici, soprattutto la Maremma, che diventa a seconda dei casi ladra o maiala. E così via.
Il problema è che stanno “per stile” semplicemente sostituendo i nomi, ma stanno comunque inveendo contro Dio, Gesù o la Madonna.
Che cosa NON significa pronunciare il nome di Dio invano
Alcuni sono portati a pensare che questo comandamento implichi di NON usare mai parole “sconvenienti”, che ci sia una lista di “parole cattive” che un credente non debba mai usare.
In realtà la Bibbia è piena di parole “sconvenienti”, Ezechiele usa parole, “sconvenienti”, così come Paolo, Isaia, e altri, Vi faccio un solo esempio tratto dal libro di Amos:
“Ascoltate questa parola, vacche di Basan che state sul monte di Samaria! voi che opprimete gli umili, maltrattate i poveri e dite ai vostri mariti: «Portate qua, ché beviamo!»” (Amos 1:4)
Amos non si sta rivolgendo ad una mandria di mucche... ma alle mogli degli israeliti!
La Bibbia non usa SPESSO parole così, ma le usa in maniera STRATEGICA. Per cui anche i credenti possono usare parole “forti” quando è il caso e se ne è il caso.
Un bel po' di tempo fa conoscevo un pastore che insegnava in una scuola biblica. Accadde che una sua studentessa, che aveva l'età di sua figlia, gli chiese di potergli parlare in privato circa un suo problema (la studentessa era sposata). Il pastore iniziò la consulenza matrimoniale con la studentessa... e finì per commettere adulterio con lei. Quale parola avrebbe usato Amos, secondo voi, per definire questo pastore? (Pensatela soltanto... non me la dite!)
Le parole “forti” non sono un peccato, se usate per i motivi appropriati. Dio nel terzo comandamento è più specifico; non parla genericamente di parole sconvenienti, ma di pronunciare il suo nome “invano”.
“Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo, invano; perché il Signore non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.” (Esodo 20:7)
Cosa significa, allora?
Quando e come posso pronunciare il nome di Dio senza commettere peccato? E adesso che sto nominando Dio nella predicazione, sto violando il terzo comandamento? Sta parlando delle bestemmie... o di cosa altro?
Certo, le bestemmie sono un pronunciare il nome di Dio invano, e danno anche la statura della persona con cui stiamo parlando, ma ci sono altri modi, meno diretti, a cui non poniamo più attenzione, che si configurano come un violare il terzo comandamento.
La prima cosa che devo comprendere è il rapporto che c'è tra me e il nome di Dio.
1. Non sono io a dare un nome a Dio
Viviamo in un' era relativista (tutti hanno ragione e nessuna idea è sbagliata); in molti dicono “Secondo me Dio è...” La New Age ci ha dato una buona mano in questo. “Secondo me Dio è una forza, è nella natura, “Secondo me Dio è Allah, Budda, Manitou, Krishna... tanto Dio è uno."
Quando noi diamo un nome a Dio, stiamo usando autorità su Dio, proprio come i nostri genitori hanno fatto con noi, dandoci il nostro nome.
Dio ci ha detto quale è il suo nome: Yahweh. Gli ebrei per paura di violare il terzo comandamento, scrivevano solo le consonanti YHWH e quando le leggevano dicevano “Adonai” = Signore
2. Dio è il proprietario del suo nome
E' come sei io volessi aprire un mobilificio e metterci su l'insegna IKEA; non è mio il marchio, non lo posso fare,solo se prendo accordi con IKEA e IKEA è d'accordo di farmelo usare posso farlo.
Per Dio è la medesima cosa, lui mi dice che posso utilizzarlo, ma solo a certe condizioni, solo se non lo utilizzo “invano”.
La parola “invano” in origine significa “rendere qualcosa un mucchio di rovine” Dio ci dice “Non usare il mio nome per renderlo un mucchio di rovine”
3. Gesù mi dice come lo devo utilizzare
Vi ricordate il Padre Nostro?
“Voi dunque pregate così: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.” (Matteo 6:9)
Santo significa “separato, differente, messo da parte, prescelto” Questo è il modo in cui debbo utilizzare il nome di Dio. Quando lo nomino è come una torre imponente che deve stagliarsi su tutto il panorama attorno; si deve vedere da lontano, gli altri devono vedere che è differente da tutto il resto, non devo mostrarlo come un mucchio di rovine.
In che modo posso pronunciare il nome di Dio “invano” rendendolo un mucchio di rovine?
1. False promesse
Spesso diciamo “Prometto davanti a Dio di...”, aggiungendo una NOSTRA promessa: Gesù ci dice questo:
“Voi ben sapete che nella legge di Mosè fu detto ai nostri antenati: "Non verrai meno ai giuramenti fatti a Dio, ma li manterrai tutti". Ma io vi dico: non fate giuramenti, né per il cielo, perché il cielo è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi. E non giurate "per Gerusalemme!" perché Gerusalemme è la capitale del grande Re. Non giurare neppure sulla tua testa, perché tu non hai neanche il potere di far diventare bianco o nero un solo capello. Dite semplicemente "sì", se è sì, "no", se è no. Ciò che aggiungeresti verrebbe dal maligno.” (Matteo 5:33-36)
Un tempo nei tribunali si giurava sulla Bibbia, ora si giura e basta: è meglio, ma per Gesù non è abbastanza, ma almeno non tiriamo dentro Dio.
Altre volte diciamo “Dio mi è testimone...”, e anche chi aggiungiamo qualcosa che riguarda solo noi. Gesù dice: “Cerca di testimoniare di te stesso con le tue azioni, e non tirare in ballo mio padre.”
Tra credenti, spesso si dice che per concludere un contratto basti una stretta di mano, “Tanto siamo credenti, lo facciamo in nome di Dio.” L'esperienza dice che, laddove c'è bisogno di una carta scritta, è giusto farlo.
2. False profezie
“Il Signore mi disse: «Quei profeti profetizzano menzogne nel mio nome; io non li ho mandati, non ho dato loro nessun ordine e non ho parlato loro. Le profezie che vi fanno sono visioni menzognere, divinazione, vanità, imposture del proprio cuore.” (Geremia 14:14)
Tutte le volte che diciamo “Così dice il Signore”, oppure “Dio mi ha detto”, senza che realmente Dio ci abbia parlato davvero, stiamo nominando il nome di Dio invano.
Questo include anche tutti i falsi insegnamenti basati più o meno sul cristianesimo:
- per gli Ebrei Gesù non è mai venuto;
- per i musulmani Gesù non è il figlio di Dio, è un profeta, e nemmeno il più grande, perché Maometto è il più grande;
- per i Testimoni di Geova Gesù è l'arcangelo Gabriele, non Dio Creatore;
- per i Mormoni è un dio, ma non è Dio, e non è neppure eterno.
Questo include tutte le varie profezie sulla fine del mondo: i testimoni ti Geova hanno profetizzato che la fine del mondo sarebbe stata:
- nel 1914,
- poi nel 1918,
- poi nel 1925,
- poi nel 1941,
- poi nel 1975,
- poi nel 2000...
poi hanno smesso di fare pronostici... al momento...
Questo include anche tutti i “Dio mi ha detto” che pronunciamo... Esistono due tipi:
- “Dio mi ha detto”
- “Dio mi ha detti di dirti"
Ne parleremo da ottobre in poi, ma sappiate che Dio parla ancora, ma raramente parla in maniera diretta.
Parla attraverso sogni, e visioni, ma il 98% dele volte parla... tramite la Sua Parola. Se Dio ti ha dato un versetto, OK.,parliamone; ma se Dio ti ha dato qualcosa di diverso, di “nuovo” qualcosa che nessuno ha ancora capito o che nessuno ha ancora mai detto... è probabile che non eri connesso al numero giusto.
“Dio mi ha detto di dirti”
Ad ottobre parleremo anche di questo, ma se Dio vuole comunicare con qualcuno, il primo a cui si rivolgerà non sei tu... ma la persona con cui vuole comunicare
3. Falsi scopi
Il terzo modo con cui nominiamo il nome di Dio invano è quando usiamo il nome di Dio per uno scopo differente da quello di Dio. Gesù la mette i questi termini:
“Non chiunque mi dice: “Signore, Signore!” entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?” Allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!” (Matteo 7:21-23)
Mi ha sempre stupito questo passo: abbiamo delle persone che conoscono Gesù, che credono il lui, che conoscono il suo potere, che usano la sua potenza, che operano miracoli... e Gesù dice: “Io non vi conosco”?
Gesù sta dicendo:“Opere buone, scopi sbagliati.” Sta dicendo che avete fatto questo IN nome mio,
non PER il nome mio.
Tutto quello che hanno fatto è inefficace per loro perché il pronunciare il nome di Dio, l'imporre le mani e guarire malattie, scacciare demoni, risuscitare dai morti non era un fare la volontà del Padre, ma un guadagnare fama, rispetto, e forse danaro attraverso il nome di Dio e di Gesù.
Vi faccio una domanda: è bene che le persone sappiano che siamo credenti? Certamente si, sia che tu abbia un lavoro tuo sia che tu sia impiegato.
Ma, attenzione, se tu ti dichiari per quello che sei – credente- devi anche comportarti da credente
devi agire in modo che il nome di Gesù venga onorato, devi agire come Gesù agirebbe non IN suo nome, ma PER il suo nome perché altrimenti stai nominando il nome di Dio invano.
4. Falsa enfasi
Vi è mai capitato di incontrare una persona che ha come intercalare la frase “Gloria a Dio”?
“Gloria a Dio, siamo arrivati in tempo allo stadio”
“Gloria a Dio, mi sono ricordato la via del veterinario”
“Gloria a Dio stasera vado al ristorante”.
Dio fa dire ad Ezechiele questo:
“Farò conoscere il mio nome santo in mezzo al mio popolo Israele e non lascerò più profanare il mio nome santo; le nazioni conosceranno che io sono il Signore, il Santo in Israele.” (Ezechiele 39:7)
Cosa significa “profanare” il nome di Dio? La parola originale significa “inquinare, sminuire, rendere banale qualcosa o qualcuno”. La sua origine viene dall'azione di suonare il flauto.
Quando è che profaniamo, che inquiniamo, che sminuiamo, che rendiamo banale il nome di Dio? Quando diventa un intercalare, un “cioè”,, un “in ultima analisi” un “ehmmm”. Lo facciamo diventare “aria in una canna”, invece che il tuono del nome potente del nostro Creatore.
L'avvento dei cellulari ha modificato la lingua mondiale: sono nati gli “emoticon”, le faccine fatte con linee, punteggiature e parentesi e sono nate le abbreviazioni:
- KE invece di che,
- LOL per ridere a crepapelle,
- e anche OMD = Oh mio Dio (in inglese è OMG... Oh my Goodness... che sostituisce God, tanto per farci illudere che non stiamo violando il terzo comandamento)
Anche quello è uno sminuire il nome di Dio.
Quale è il VERO nome di Dio?
Avevamo già detto all'inizio che il vero nome di Dio è Yahweh. Quando Dio disse a Mosè di andare dal Faraone e di chiedere che lasciasse andare il Suo popolo, Mosè chiese :” Chi debbo dire che mi manda”? Dio rispose: “Io mi chiamo Yahweh, mi chiamo 'Io sono colui che sono' “
Il tempo del verbo “sono” che Dio usa non ebraico non significa “che sono ora”, ma significa “che ero, che sono e che sarò”, “io sono ero e sarò colui che sono che ero e che sarò”.
Dio sta affermando: “Io sono quello che c'è sempre stato prima della creazione del mondo e che ci sarò quando il mondo cesserà di esistere."
Quasi 1400 anni dopo, qualcuno pone la stessa domanda a Gesù: “con chi ho il piacere di parlare?” E Gesù risponde così:
“Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono».” (Giovanni 8:58)
Per gli ebrei il riferimento era lampante: questo giudeo, questo profeta cialtrone sta dicendo che lui è l' “Io sono”, Yahweh, Dio. La punizione all'epoca di Gesù per aver violato il terzo comandamento era la lapidazione.
“Allora essi presero delle pietre per tirargliele; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.” (Giovanni 8:59)
Non lasciare che nessuno ti dica che Gesù non è Dio, che serve qualcosa altro nella tua vita, Gesù e... Maria, le opere, la carità, la chiesa.
Gesù era, è e sarà Dio! Gesù non è morto: è vivente! Gesù è la torre che svetta sul panorama del mondo e che lo domina.
Quando noi nominiamo il nome di Dio invano, con false promesse, false profezie, con falsi scopi, con falsa enfasi, noi stiamo rendendo il nome di Gesù un cumulo di macerie.
“Voi dunque pregate così: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.” (Matteo 6:9)
e ha scelto noi, e spetta a noi farlo brillare.
“Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, né si accende una luce per nasconderla sotto un vaso, ma per dare luce a tutti quelli che sono in casa. Allo stesso modo, lasciate che la vostra luce risplenda fra tutti, affinché vedano le vostre buone opere e diano lode a vostro Padre che è nei cieli.”(Matteo 5:14:16 PV)
Stai mostrando la luce di Cristo nel mondo, affinché il mondo dia lode al Padre?
Non pronunciare il nome di Dio invano, ma fallo splendere dinanzi al mondo.
Preghiamo.
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