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22 marzo 2015

Ricordati del giorno del riposo | 22 Marzo 2015 |


Dio ci ha donato il giorno di riposo affinché possiamo rispettare il ritmo con cui siamo stati creati e possiamo ricordare quello che Gesù ha fatto per noi.
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Siamo al 4° comandamento, e siamo ancora in quella sezione della legge che Dio dedica per illustrare
dove si parla del Sabato, o meglio del “Sabàt”, del giorno di riposo dal lavorare.

Abbiamo già detto che i comandamenti  non sono una prigione, ma un recinto, non sono una “nota del preside” a un alunno/a ma una lettera d'amore del Padre ai suoi figli, non sono  un limite alla nostra libertà ma una mappa di come usare la libertà che Dio ci ha concesso.

Con il quarto comandamento possiamo dire che i Comandamenti non sono una caccia al tesoro da seguire con affanno  ma una mappa certa su cui possiamo riposare.

Per migliaia di anni il Sabàt è stato celebrato in una maniera assolutamente devota. Ormai sembra che il Sabàt celebrato in quella maniera così rigida sia solo appannaggio di chi abita in Israele.

In Israele il sabato è tutto, tutto, tutto completamente fermo; negozi chiusi, banche chiuse, uffici chiusi, trasporto pubblico fermo. Esistono addirittura degli "ascensori sabbatici" che si fermano ad ogni piano senza dover schiacciare alcun tasto”, perché quello costituisce lavoro, e gli ebrei non vogliono violare il quarto comandamento.


Dovremmo celebrare anche noi il sabato? Se si, dovremmo celebrarlo in questo modo? E quale giorno deve essere il giorno di riposo?  Il sabato o la domenica? O qualche altro giorno?

Ricòrdati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro,  ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città;  poiché in sei giorni il Signore fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il Signore ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato.” (Esodo 20:8:11)

Ci sono tre parole chiave che  vanno spiegate:

Ricordati. Il modo, la declinazione usata per il verbo “ricordati”, nella lingua ebraica non ha a che fare con il passato solamente,
ma esprime qualcosa che accadeva nel passato, sta accadendo adesso e accadrò nel futuro.
In italiano potremmo dire: “poni mente” “annotati”, “metti sul calendario”.

Riposo. La frase “giorno del riposo” è in origine una sola parola, per l''appunto “Sabàt”.
Sabàt non significa tanto “riposo”, ma “cessazione del lavoro”.

Santificarlo. La parola “santificarlo”, proviene da “santo”: più di una volta abbiamo visto che “santo” è l'attributo principale di Dio.

“Tu considererai dunque il sacerdote come santo, perché egli offre il pane del tuo Dio: egli ti sarà santo, poiché io, il Signore, che vi santifico, sono santo.” (Levitico 21:8)

Santo significa “differente, separato tutto il  resto, messo da una parte”. L'unico che può rendere “santo, differente, separato da tutto il resto, messo da una parte” qualcosa è Dio in quanto lui è l'unico che è ”santo, differente, separato da tutto il resto, messo da una parte”.

Torniamo ad Esodo: Dio sta chiedendo al suo popolo di cessare di lavorare l'ultimo giorno della settimana e di renderlo “santo, differente, separato da tutto il resto, messo da una parte” attraverso il Suo intervento.

Un primo effetto del “Sabàt” è questo

1. Mi impedisce di adorare il lavoro

Io sono quello che in gergo inglese si chiama “workaolic”: chi è dipendente e vive per l'alcool è un “alcolic”, alcolista, alcool dipendente, chi dipende e vive per il lavoro è un “worckaolic”, lavorista, lavoro dipendente.

Io non so stare fermo un attimo, devo lavorare per sentirmi vivo, devo progettare, pianificare, fare e portare a termine per essere felice.

La società moderna esalta le persone come me, che lavorano sempre, le osanna, gli assegna premo su premi.

Ma io sono credente, e se su un piatto della bilancia c'è il mondo che mi dice “ben fatto”, sull'altro piatto c'è Dio che mi dice:  “Una volta a settimana DEVI smettere di lavorare, perché se lavori lavori lavori sempre, i tuoi pensieri saranno sempre diretti verso il lavoro”

A chi dovrebbero essere sempre diretti i miei pensieri, invece? A Dio! Se lavoro lavoro lavoro sempre, io sto adorando il mio lavoro. Secondo comandamento: tutto ciò che io adoro al di fuori di Dio è un idolo. Io sto sono un idolatra. Il mio Dio è il lavoro.

2. Mi impedisce di essere pigro

Ci sono persone che sono all'opposto di me, la cui attività principale è stare sdraiata di fronte alla tv, seduta davanti a un pc o a un tablet, o al bar con gli amici,  oppure che sono attivissimi,  presi dalle sedute di pilates, dalla palestra, dal fitness club.

Qui c'è un altro tipo di dipendenza: quella dal mio ego,  i cui pensieri sono sempre diretti verso le cose che mi fanno divertire o che mi rendono affascinante e attraente fuori.

A chi dovrebbero essere sempre diretti i miei pensieri, invece? A Dio! Se penso solo a divertirmi o al  mio aspetto, io sto adorando me stesso. Secondo comandamento: tutto ciò che io adoro al di fuori di Dio è un idolo. Io sto sono un idolatra. Il mio Dio è il mio piacere.

Cosa posso fare, allora?

Andiamo a vedere i versetto:

“Non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città.”

Dio sta dicendo : ”Non fare il lavoro che fai sempre. Smetti di lavorare per un giorno.” E dà come riferimento Genesi 2:2,

“poiché in sei giorni il Signore fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno”

Secondo voi, aveva bisogno Dio di fermarsi il settimo giorno? Si era affaticato? Gli facevano male i muscoli? Dio stava dando un esempio. Stava modellando per noi un concetto: “Sei giorni di lavoro, uno di non lavoro, differente dagli altri, dove ti concentrerai in maniera particolare sul rapporto tra me e te.”

Sabato o Domenica?

Se avete un amico ebreo, oppure un amico avventista, non invitatelo a pesca il sabato, perché vi dirà di no. Lo troverai alla sinagoga, oppure in chiesa,  perché continuano a pensare che il “Sabàt” sia il sabato, e che chi lo osserva di domenica sta sbagliando. Chi ha ragione?

“Il settimo giorno Dio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta” (Genesi 2:2)

Il settimo giorno è il “Sabàt”, da cui deriva il nostro sabato. Poi arriva Gesù, e tutto cambia. Gesù muore il venerdì, e risuscita dopo tre giorni:  venerdì, sabato... domenica!

Tutti e quattro gli evangelisti sono concordi nel dire che Gesù risuscita “il primo giorno della settimana”... ebraica! = Domenica!. Giovanni in Apocalisse chiama la domenica “Il giorno del Signore”. Atti racconta questo:

“Il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti per spezzare il pane” (Atti 20:7a)

Primo giorno della settimana ebraica = domenica.Pensate che sacrificio era per loro andare alla sinagoga il sabato, lavorare la domenica e riunirsi per celebrare Gesù la domenica!

Tutto questo è stato vero fino al 321 DC, quando Costantino (per motivi politici) decide di far diventare il cristianesimo religione di stato,e trasforma il primo giorno della settimana (domenica) nell'ultimo della settimana e in quello dedicato al Signore Gesù.

Dopo la scoperta dell'America, essa viene popolata da immigrati sia ebrei che britannici, italiani, spagnoli, ecc, e non potendosi mettere d'accordo su quale fosse l'ultimo giorno della settimana,
decisero che entrambi sarebbero stati festivi. Questo è il motivo perché esiste la settimana corta in occidente.

Il ”Sabàt" è vincolante per i credenti?

Noi, come credenti cristiani, possiamo leggere non solo l'Antico, ma anche il Nuovo Testamento.
Nel Nuovo Testamento vengono citati tutti i dieci comandamenti, tranne uno: quello del Sabàt. Paolo in Romani dice questo:

“Uno considera un giorno più importante di un altro, mentre l'altro dice che tutti i giorni sono uguali. Per questioni del genere ognuno agisca secondo le proprie convinzioni.  Chi rispetta un giorno particolare lo fa cercando di onorare il Signore, e lo stesso vale per chi mangia di tutto, perché per quel cibo ringrazia Dio.” (Romani 14:5-6a)

Paolo sta dicendo:  “Sabato va bene, domenica va bene... ma potrebbe essere anche un altro giorno, ma l'importante è che tu onori il Signore.”

Gesù ha detto che non è venuto per abolire la legge, ma per portarla a compimento. Non abbiamo più bisogno della legge per essere salvi, perché come dice Paolo

“Infatti, la fine della legge è Cristo che fa diventare giusti davanti a Dio tutti quelli che credono.” (Romani 10:4)

Non abbiamo più bisogno della legge dunque, anche il Sabàt non mi serve: ma Gesù ha detto:

"Il sabato è stato fatto per l'uomo, e non l'uomo per il sabato!” (Marco 2:27)

Gesù afferma che il Sabàt è qualcosa che è stato fatto da Dio a favore, per aiutare, per rendere felice, per dare equilibro all'uomo.
Per cui, che sia di sabato, che sia di domenica, che sia di qualsiasi altro giorno,
 Dio ti chiede di rispettare il Sabàt, il riposo che Dio ha creato a tuo favore.

Voglio vedere assieme a voi sei ragioni per rispettare il Sabàt e sei modi per distruggerlo.

Sei ragioni per il Sabàt

1. Per ricordare l'opera di Gesù

E' vero o è falso  che possiamo essere salvati attraverso le opere? Vero! Attraverso le opere di Gesù!

E' vero che, come dice Paolo in Efesini 2:8, siamo salvati per grazia, ma la grazia è stata possibile solo attraverso l'opera salvifica di Cristo. E l'opera di Cristo è stata quella presentare un uomo che avesse rispettato tutta la legge di Dio affinché ciascun altro uomo che avesse creduto in lui potesse un giorno presentare a Dio non la propria carta di identità, ma quella di Cristo.

Quello che facciamo nel giorno del Sabàt è qualcosa completamente differente da quello che tutte le altre religioni fanno. Le altre religioni dicono che devi “fare” per essere salvo: ti devi reincarnare, purificare il tuo karma, andare alla Mecca, andare in Tibet, non rasarti alcun pelo per rispettare la Madre Natura, ecc.

A chi crede in Gesù invece Dio chiede di fermarsi: fermati, e ricorda che non devi fare nulla, ma che Gesù ha detto in Giovanni 19: 30 morendo sulla croce “tutto è compiuto”, “tutto è pagato”.

2. Per connettersi a Gesù e al suo popolo

Il Sabàt ci forza a passare tempo con Dio e con il suo popolo attraverso la preghiera comunitaria, l'adorare assieme, l'ascoltare la Parola assieme. Tutte cose che non possiamo fare durante le nostre vite super occupate.

3. Per prepararsi al riposo eterno

Ebrei dice questo:

“Chiunque è entrato nel riposo di Dio si è riposato anche lui dalle opere sue, come ha fatto Dio.  Facciamo dunque del nostro meglio per entrare anche noi in quel luogo di riposo, badando di non disubbidire a Dio, come fecero gli Israeliti.” (Ebrei 4:10-11 PV)

Ebrei sta parlando del riposo eterno. Cosa significa questo?  Che non faremo un tubo in eterno, svolazzando da una nuvoletta all'altra suonando l'arpa vestiti di tuniche azzurrine? Niente di più falso!

Gesù ha detto che più saremo stati fedeli, più ci saremo impegnati, più avremo appreso in questa vita, più alto sarà il nostro incarico in quella a venire. Lavoreremo, ma il nostro lavoro non ci produrrà alcuno sforzo. Il lavoro è stato maledetto a causa del nostro peccato:

“Il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e rovi.” (Genesi 3:17b-18a)

Nel riposo di Dio lavorare sarà come respirare,  sarà come il battito del nostro cuore,  non ce ne accorgeremo neppure, non dovremo pensare e sforzarci,  sarà nuovamente benedetto.

4. Per rispecchiare il ritmo di Dio

Più volte nella storia l'uomo ha provato a sovvertire l'ordine della settimana: è successo in Francia dopo la rivoluzione di Robespierre, è successo in Russia dopo la rivoluzione bolscevica, per ultimo è successo in Cina a causa della rivoluzione industriale (tutto ormai è “made in China).

Hanno provato a fare una settimana più lunga, dieci giorni invece di sette, recuperando così sedici giorni lavorativi. L'effetto è stato che le persone impazzivano.

Dio non aveva bisogno di riposarsi, ma ci ha dato un modello: sa come siamo fatti e sa che abbiamo bisogno ogni sei giorni di una pausa per andare ad incontrarlo.

5. Per salvarci da noi stessi

Il peggior nemico di me stesso sono io, io sono  un “lavoro-dipendente”, se non c'è qualcosa o qualcuno che mi mette volontariamente a sedere, io continuo come l'orsetto delle Duracell!

Un paio di anni fa c'è stata una persona che mi ama che mi ha obbligato a prendermi un lungo periodo senza fare nulla per la chiesa, perché sapeva che a quel passo sarei presto scoppiato,
 e voi ne avreste pagato le conseguenze.

6. Per divertirci e per creare ricordi

Così come a me piace di vedere i miei figli che si divertono, così come a me piace di andare in vacanza (fosse pure di un solo giorno) per fare cose di cui parleremo attorno al fuoco anni dopo, allo stesso modo il nostro Padre Dio vuole che ci divertiamo e che creiamo memorie diverse dal nostro lavoro, e persino dalla chiesa.

Personalmente non amo quelli che  che parlano solo del loro lavoro,  e neppure quelle che mi parlano solo di Gesù,  le trovo altamente noiose!

Gesù era divertente!  Tutti lo volevano a pranzo!  I bambini correvano da lui!  Sono persuaso che raccontasse delle barzellette stupende! Dio vuole che noi siamo divertenti al pari di Suo figlio.

Sei modi per "ammazzare" il Sabàt

1 Essere disorganizzati

Se non lavori organizzato durante i sei giorni prima,  finirai per fare parte del tuo lavoro nel giorno di riposo.

2. Le regole religiose

E' esattamente quello che fanno gli ebrei con l'ascensore sabbatico: diventa una “regola” invece di essere un dono.

"Il sabato è stato fatto per l'uomo, e non l'uomo per il sabato!” (Marco 2:27)

3. Fare in Sabàt senza avere un cuore per esso

Molti prendono il giorno del riposo come una punizione: “E mò che fo? Non vedo l'ora che venga lunedì e vado al lavoro!” Ricorda che il giorno del riposo deve essere “santo” = separato, differente, messo da una parte. Se lavori con il fisico dovresti fare qualcosa in cui usi la tua mente,  se lavori con la mente dovresti fare qualcosa di fisico (io gioco a rugby).

4 Avere un “faraone”

Il faraone imponeva agli ebrei cosa fare e come pensare, nel giorno del Sabàt spesso hai un “faraone” anche tu, qualcosa che ti domina e che ti impone cosa fare: spesso ha le dimensioni 10 x 6, uno schermo touch e dei pulsanti,  il tuo smartphone.

Qualche tempo fa siamo stati al ristorante e nel tavolo di fronte c'erano due giovani che per tutto il tempo della cena si saranno scambiati dieci parole, ma hanno ininterrottamente messaggiato, facebookato, twitterato e quant'altro. Il “faraone” gli ha imposto cosa fare.. quale è il tuo faraone?

5. Non aver pianificato nulla

E' un po' la stessa cosa che diciamo ai nostri giovani che escono le prime volte con una ragazza o con un ragazzo da soli: pianifica ciò che farai per rimanere puro, altrimenti se non pianifichi nulla finirai coi sedili reclinati dietro a una siepe. Allo stesso modo, se non pianifichi il giorno del riposo non avrai nulla...  e tornerai al lavoro!

6. Non rispettare il giorno di Dio

Noi pensiamo che un giorno vada dalla mezzanotte e un minuto alla mezzanotte del successivo Dio la vede in un modo differente. In Genesi, ogni giorno dei sei giorni della creazione si chiude con questa frase:

“Fu sera, poi fu mattina:secondo giorno” (Genesi 1:8b) 

E poi terzo, quarto, quinto e sesto: Dio ci indica che l'inizio del giorno non è la mattina, ma la sera.
Questo significa che il giorno del riposo non è un intero giorno, ma è a cavallo tra  due giorni dell'uomo: ve lo illustro con un diagramma:



Questo significa che, se il mio Sabàt è domenica, NON devo lavorare come un matto fino alla mezzanotte del sabato... e poi riposare, ma che, alle 8, 8 e mezza del sabato è già iniziato il giorno del riposo, e che alle otto, otto e mezza della domenica è già il mio giorno di lavoro.

Questo significa: andate a letto con le vostre mogli e coi vostri mariti a un'ora degna non fate le tre di notte con gli amici.
E per chi non ha un giorno fisso?

Come commerciante il mio Sabàt è la domenica, ma poi sono anche pastore, e la domenica lavoro.

Il mio Sabàt è un Sabàt “creativo”: sono le due sere che vado a rugby, le uscite che faccio la domenica dopo chiesa con la famiglia, le domeniche che non c'è chiesa.

Paolo ha detto che non è il giorno importante, ma che deve esserci un tempo, quale esso sia.

Il fine ultimo del Sabàt

Dio è un pianificatore, non fa nulla a caso. Se ha stabilito che l'uomo deve riposare, ha stabilito anche un premio per chi rispetta il quarto comandamento

“Perciò il Signore ha benedetto il giorno del riposo”

Dio è un padre che ti ama e ha cura di te, e vuole benedire quel giorno, riempiendolo della Sua presenza.

Preghiamo.

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