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Le vacanze per me sono una benedizione. Posso passare tempo con la mia famiglia, vedere nuove cose, esplorare nuove città
Mi riposo dal lavoro, sia quello al negozio che quello come pastore, Il riposo, per chi non lo sapesse, è un principio assolutamente biblico. Dio si è riposato dopo la creazione,
Dio aveva stabilito che la terra avesse un riposo ogni sette anni.
Molti potrebbero essere portati a dire: “Beh, con tutto quello che fai,in chiesa, almeno in vacanza puoi smettere di pensare a argomenti legati al “lavoro” di pastore. Dio sarà buono con te e ti lascerà riposare in pace!”
Niente di più inesatto: se è vero che non devo più pensare “direttamente” alle cose di chiesa, Dio non mi “lascia”, ma mi accompagna nelle mie vacanze.
Ed è quasi una consuetudine che Dio sfrutti quei periodi per parlarmi in maniera più diretta,
più chiara, senza le distrazioni della predica da scrivere o della riunione di chiesa da organizzare o della strategia da elaborare.
Quest'anno il Signore è stato particolarmente generoso con me, mandandomi ben due “sogni”
(sapete che questo per me è il “canale privilegiato” di comunicazione con Dio) con istruzioni specifiche che riguardano la nostra chiesa e non solo.
Ma mi ha dato anche l'opportunità di riflettere su alcuni aspetti della vita come credente attraverso ciò che vedevo e che visitavo.
La prima cosa che ho visitato a Barcellona è stata una enorme basilica che stanno costruendo dal 1882 e che verrà pronta non prima del 2026, la Sagrada Familia.
Intendetemi bene: non è che creda che in quanto chiesa questo posto sia automaticamente pieno della presenza di Dio, né che questo luogo serva ad essere più vicini a Dio.
Gesù lo ha spiegato molto bene parlando con la donna samaritana al pozzo:
"Signore," esclamò la donna, "tu sei un profeta! Allora, spiegami: perché voi Giudei insistete nel dire che il posto per adorare Dio è Gerusalemme, mentre i nostri antenati adoravano Dio qui sul Monte Garizim?" "Credimi donna, si avvicina il tempo in cui non si adorerà il Padre né su questo monte né a Gerusalemme. Voi adorate chi non conoscete, mentre noi lo conosciamo, perché la salvezza è giunta per mezzo dei Giudei. "L'ora viene, anzi, è già venuta, in cui coloro che adorano sinceramente il Padre, lo faranno in spirito e verità. È questa l'adorazione che Dio cerca, perché Dio è spirito, e chi lo adora deve adorarlo in spirito e verità". (Giovanni 4:19-24 PV)
Dio non è in un luogo specifico: Dio è ovunque, Dio è “spirito e per poter essere alla sua presenza, dice Gesù, serve cercare lo “spirito” e la “verità”.
Gesù dice che se CONOSCI Dio, allora non puoi fare a meno di ADORARLO!
Per cui, di per se, quella chiesa, non è né più sacra, né meno sacra di questa dove ci riuniamo noi,
o della tua camera da letto se è lì che preghi.
Ma, quella chiesa, è l'opera di un uomo, di un architetto catalano, che si chiamava Antoni Gaudì.
Si racconta che Antoni da giovane fosse un architetto non molto interessato alla religione cattolico per tradizione familiare, tendente all'ateo.
Era geniale, innovativo, tanto che il rettore della facoltà di architettura, consegnandogli la laurea, disse: “Non so se stiamo laureando un pazzo o un genio”.
Gaudì aveva una sensibilità particolare, e ogni sua opera nasceva da uno studio approfondito:
ciò che cerava doveva essere non solo utile, ma anche bello.
Capitò così che al “genio” , o al “pazzo” Gaudì fu affidata la costruzione della basilica di Barcellona.
Non essendo pratico né di chiese né di religione, per costruirla si mise a studiare... a studiare la Bibbia...
E cercando di applicare la Bibbia all'architettura della chiesa che costruiva, finì per applicarla a se stesso, comprendendo che Dio esisteva davvero, e che Cristo era la luce del mondo.
E fu così che visto che doveva costruire una chiesa, piuttosto che costruire l'ennesima chiesa cattolica, piena di angeli, santi e madonne, decise di costruire qualcosa che parlasse solamente della luce che salva Cristo.
Non so se realmente Gaudì sia morto come credente, ma so che tutto nella Sagrada Familia parla di Cristo.
Gaudì voleva che la sua chiesa fosse “utile”, ovvero testimoniasse agli altri di Cristo, e bella, ovvero, facesse si che tutti guardino all'insù, verso Dio.
Una applicazione per noi: Dio ti ha dato abilità uniche, talenti e doni. I tuoi dono non sono inferiori a quelli che aveva Gaudì, sono semplicemente differenti.
Forse non sarai chiamato a costruire una cattedrale, ma in quello che fai, nel lavoro di tutti i giorni,
le persone riescono a vedere la luce di Cristo?
Dio ti ha dato talenti per beneficiare gli altri, non te stesso. E Dio ha dato ad altre persone dei talenti affinché altri ne traggano vantaggio.
Siamo tutti una parte del corpo di Cristo, e ciascuno ha valore per Dio. Non ci sono persone insignificanti nella famiglia di Dio.
Stai utilizzando i tuoi talenti per la luce di Cristo? Che tu sia un architetto, un musicista o un commercialista, un insegnante o un cuoco, Dio ti ha dato quelle abilità per servire gli altri.
“Usate bene i vari doni di Dio: ciascuno metta a servizio degli altri la grazia particolare che ha ricevuto. 11Così, chi ha il dono di parlare parli per diffondere la parola di Dio: chi ha un incarico lo compia con la forza che viene da Dio; in modo che sempre sia data gloria a Dio, per mezzo di Gesù Cristo." (1 Pietro 4:10-11 TILC).
Tu sei un manager dei doni che Dio ti ha dato: Paolo dice di se:
“Così ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.” (1 Corinzi 4:2)
A Dio non serviva una nuova cattedrale, ma serviva che Gaudì testimoniasse di Cristo attraverso il suo lavoro di architetto. Dio si aspetta che tu usi le abilità che ti ha dato così che pian piano si sviluppino, e sviluppandosi portino gloria a Lui!
Gaudì non ha progettato come prima cosa la Sagrada Famila, ma ha impiegato decenni per sviluppare le abilità che glie lo permettessero. Spesso diceva: “Il mio cliente non ha alcuna fretta: Dio ha tutto il tempo del mondo”.
Ma, a Barcellona sono stato anche in un altro posto, completamente differente (ve ne accorgerete dalle immagini). Anche in questo posto il Signore mi ha fatto riflettere... forse di più... o forse in modo differente.
Appena usciti dalla Cattedrale di Sant'Eulalia, una costruzione del 13° secolo, bella, ma buia, piena di ori, di statue e di candele accese, basta fare un centinaio di passi per trovarsi in un vicolo strettissimo.
In queste vie vivevano più di quattromila persone, ammassate una sopra l'altra. persone che nessuno voleva, persone “strane” che non pregavano santi e madonne, che non pagavano per ricevere indulgenze, che non festeggiavano i patroni e non si inginocchiavano di fronte alle statue. Era il “ghetto ebraico”.
In fondo al ghetto, c'era il loro luogo di “culto” nessuna statua, nessun santo, semplicemente un posto dove pregare Dio.
Posso dirvi che ho apprezzato l'opera magnificente di Gaudì nella Sagrada Familia, ma è nulla in confronto a ciò che ho “sentito” nella sinagoga.
Non so se sia vero, non posso farci teologia sopra, ma si dice che nei posti dove le persone pregano davvero a Dio, “si sente”... si sente che quello è un luogo dove Dio è stato invocato, ed è stato presente per molto tempo.
Sessanta metri quadri, (non potevano per legge averne di più), dove a turno (essendo quattromila)
andavano a pregare il Dio di Abraamo, di Isacco e di Giacobbe.
Un posto umile, nessun fronzolo, la Torah, il libro della Legge in una teca... Eppure l'aria era “densa”, si sentiva che non era un posto qualunque, che lì c'erano state persone che in ginocchio avevano affidato i propri giorni, le proprie persecuzioni, la propria vita, al Dio che aveva scritto quel rotolo di leggi messe nella teca.
Tutto questo mi ha fatto riflettere, per certi versi mi è sembrato tanto simile alla nostra situazione, qui, in Italia, dove non preghiamo a santi e madonne, non festeggiamo patroni, e non ci inginocchiamo davanti a statue.
Dove spesso siamo messi in un “ghetto”, magari non geografico, ma umano, quelli “strani” quelli bizzarri, gli “evangelisti”.
La sinagoga di Barcellona è stata usata da prima di Cristo fino al 1391, poi nel 2002, dopo aver rischiato di diventare un bar, è stata riaperta.
Cosa “sentiranno” le persone che passeranno per questa sala, o per qualsiasi altra che Dio ci concederà nell'anno 2641?
Sentiranno la medesima aria “densa” di preghiere? Sentiranno che in quel luogo hanno vissuto e pregato persone che hanno affidato la loro intera vita a Cristo, che Cristo è stato a lungo presente?
Nel mio viaggio a Barcelona avevo incontrato due luoghi che parlavano di Dio, ma in quale modo ne parlavano?
Gaudì ha trovato Dio, ma ha costruito una basilica cattolica, la migliore abbia mai visto,
ma legata a riti che nulla hanno a che fare con la luce di cui parlava Gaudì.
Gli ebrei del ghetto hanno costruito una cattedrale di preghiere, ma non hanno saputo riconoscere la luce di Cristo.
Per noi la luce è venuta davvero, e ci ha detto che non servono riti o luoghi per trovare la luce. E ci ha detto che quella luce dobbiamo irradiarla, passarla, trasmetterla agli altri attraverso le nostre vite di servizio.
Cosa faremo noi? Cosa farai tu? Cosa farò io, affinché Dio venga glorificato attraverso i doni e i talenti che mi ha dato, attraverso la preghiera “in Spirito e verità” di cui Gesù parlava alla samaritana?
In quale tempio adorerai la luce di Cristo?
"L'ora viene, anzi, è già venuta, in cui coloro che adorano sinceramente il Padre, lo faranno in spirito e verità. È questa l'adorazione che Dio cerca, perché Dio è spirito, e chi lo adora deve adorarlo in spirito e verità". (Giovanni 4:23-24 PV)
Preghiamo.
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