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La settimana scorsa abbiamo iniziato a studiare assieme la parola “entusiasta” nella Bibbia, partendo da una frase di un famoso teologo inglese, John Wesley;
“Accenditi d’entusiasmo e la gente arriverà da molto lontano per vederti bruciare.”
Abbiamo visto che la parola “entusiasmo deriva dal greco enthousiasmós, deriv. di enthousi{ázein}
che significa ‘essere posseduto dalla divinità’, deriv. di éntheos ‘divinamente ispirato’, che è una parola composta da en ‘in’ e theós ‘dio’ che letteralmente si potrebbe tradurre con "con Dio dentro di sé",
Avevamo visto che è un concetto biblico di “avere Dio dentro di noi”
“Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno, come noi siamo uno; io in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell’unità e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li hai amati come hai amato me.” (Giovanni 17:22)
Ma avevamo anche visto che nel Nuovo Testamento la parola “entusiasmo” non viene mai usata, e che solo nelle versioni italiane in lingua corrente (Parola è Vita e TILC) ricorre 17 volte e traduce sei differenti termini usati in greco.
Avevamo visto i primi tre:
1. Essere credenti entusiasti significa avere gioia (in greco: chara = gioia),
2. Essere credenti entusiasti significa sbalordire davanti a Cristo (in greco: ekplēssō =sbalordire)
3. Essere credenti entusiasti significa avere ammirazione per Cristo(in greco: thaumazō = avere ammirazione).”
Oggi vedremo gli altri tre termini che vengono tradotti con “entusiasmo” nel Nuovo Testamento in lingua corrente.
4. Essere credenti entusiasti significa essere laboriosi
“Gli Ebrei di questa città (Berea) però erano migliori di quelli di Tessalonica: infatti accolsero la loro predicazione con grande entusiasmo (in greco: prothymia = laboriosità) . Ogni giorno esaminavano le profezie della Bibbia per vedere se le cose stavano come Paolo diceva.” (Atti 17:11 TILC)
Luca (lo scrittore di Atti) sta parlando di un gruppo di credenti della città di Berea, e li paragona ad altri credenti di una città vicina, quella di Tessalonica.
Noi conosciamo molto bene i Tessalonicesi, in quanto Paolo ha dedicato loro ben due lettere, ma di Berea conosciamo solo quello che è scritto in questo versetto.
Cosa è successo a Berea differente da Tessalonica? Vogliamo vedere perché Luca compara Berea con Tessalonica?
“Dopo essere passati per Amfipoli e per Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c’era una sinagoga dei Giudei; e Paolo, com’era sua consuetudine, entrò da loro, e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle Scritture, spiegando e dimostrando che il Cristo doveva soffrire e risuscitare dai morti. «E il Cristo», egli diceva, «è quel Gesù che io vi annuncio». Alcuni di loro furono convinti e si unirono a Paolo e Sila, e così una gran folla di Greci pii e non poche donne delle famiglie più importanti. “ (Atti 17:1-3)
A Tessalonica il Vangelo è stato predicato, alcuni hanno accettato Gesù, Paolo dirà a loro nella prima lettera che sono “divenuti imitatori nostri e del Signore” e che sono diventati “un esempio per tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia.”
Allora, perchè i Bereani erano meglio dei Tessalonicesi?
La differenza, sostanziale per Luca, tra Tessalonica e Berea sta in quello che fai dopo aver accettato Gesù.
I Tessalonicesi lo avevano accettato, ma i Bereani lo avevano accettato e studiavano OGNI GIORNO la Parola di Dio, erano laboriosi, non si erano fermati alla sola conoscenza della salvezza in Cristo, ma volevano andare più a fondo, usavano la propria intelligenza per confrontare ciò che Paolo diceva con ciò che era scritto nella Bibbia (che era solo l'Antico Testamento al tempo).
Che tipo di credente sei? Sei un “Tessalonicese”, hai accettato Gesù, e ti sei messo seduto, oppure sei un “laborioso Bereano", studi la Bibbia, ti fermi a meditala, fai paragoni con la tua vita e con ciò che ci sta scritto, vai a verificare personalmente se quello che il predicatore dice la domenica è verità?
Il Salmo 105 dice questo:
“Cantate e salmeggiate a lui (Dio), meditate su tutte le sue meraviglie.” (Salmo 105:2)
Meditare significa non solo leggere, ma fermarsi, pensarci su, rallentare il pensiero, annotare. Si dice che la differenza tra il leggere e lo studiare è “una penna”. Perché “una penna”? perché se hai una penna sottolinei, scrivi, annoti, evidenzi, e la Parola diventa viva in te.
E' questo il tuo atteggiamento quotidiano?
Una preghiera che spesso faccio la mattina appena alzato è questa: “Signore, io ti chiedo di aiutarmi oggi a conoscere un po' di più della tua natura e della tua volontà”. Ti incoraggio a cominciare anche tu le tue giornate in questo modo, ma ciò presuppone che tu “lavori” sulla conoscenza di Dio,
e questo lo puoi fare solamente se “studi”, se hai una penna in mano.
Dio dice che, se vuoi essere un credente “entusiasta”, se vuoi avere “Dio dentro” allora devi essere laborioso, devi essere laboriosa, continuare a studiare ogni giorno la Parola di Dio!
5. Essere credenti entusiasti significa essere bollenti
“Non siate mai pigri, ma servite il Signore con entusiasmo (in greco: zeo = essere bollente).” (Romani 12:11 PV)
Zeo è la radice da cui deriva il termine “zelo”; una persona zelante è una persona che fa il suo dovere,
non importa il costo.
Paolo ci dice che l'entusiasmo è qualcosa che, come una pentola piena d'acqua sopra il fuoco, produce movimento, produce energia, ribolle
Paolo dice che, se servo il Signore, devo essere una pentola di acqua sul fuoco, devo bollire per il Signore.
In che modo devo bollire?
a) Devo bollire per la voglia di annunciare il Vangelo
“In quel periodo venne ad Èfeso un Giudeo, un certo Apollo, ottimo oratore e studioso delle scritture, nativo d'Alessandria d'Egitto. Apollo era già stato istruito nella dottrina del Signore e con grande entusiasmo (in greco: zeo = era bollente) predicava ed insegnava con cura le cose riguardanti Gesù, nonostante conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni Battista. “ (Atti 18:24-25 PV)
Apollo aveva ricevuto l'insegnamento di Cristo, che aveva acceso il fuoco sotto la sua pentola, e non poteva non trasmettere agli altri ciò che aveva scoperto per se.
Sei così anche tu? Parli agli altri della salvezza con entusiasmo? “Bolli” letteralmente dalla voglia di dire agli altri di ciò che Gesù ha fatto nella tua vita?
b) Devo bollire per la voglia di proteggere il Vangelo
“La Pasqua dei Giudei era vicina, e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio quelli che vendevano buoi, pecore, colombi, e i cambiavalute seduti. Fatta una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori dal tempio, pecore e buoi; sparpagliò il denaro dei cambiavalute, rovesciò le tavole, e a quelli che vendevano i colombi disse: «Portate via di qui queste cose; smettete di fare della casa del Padre mio una casa di mercato». E i suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo (in greco: zeo = è bollente) per la tua casa mi consuma»”. (Giovanni 2:13-17)
Perché Gesù scacciava in quel modo i mercanti dal tempio? Che interesse aveva? Sapeva che sarebbero tornati lì, non appena lui fosse scomparso in fondo alla via!
Gesù stava dando ai discepoli un esempio: stava rammentando loro che è necessario difendere il Vangelo, che devo essere “consumato” dalla fiamma che brucia in me per difenderlo.
I discepoli non avrebbero ricordato quel versetto del Salmo 69, se non ci fosse stato lo spirito in ebollizione di Gesù che scaccia a scudisciate la gente dalla casa del Padre.
Sei così anche tu? Quando, in una discussione tra amici, si entra nel campo della fede, accetti che il Vangelo venga negato, preso in giro, svilito, pur di essere popolale, pur di “smussare” gli angoli, pur di non entrare in conflitto oppure sei fermo nel difenderlo costi quel che costi?
Dio dice che, se vuoi essere un credente “entusiasta”, se vuoi avere “Dio dentro”, allora devi essere bollente, devi bruciare dalla voglia di annunciare il Vangelo, e devi bruciare dalla voglia di difendere il Vangelo.
6. Essere credenti entusiasti significa essere più pronti
“Ringrazio il Signore di aver dato a Tito lo stesso zelo che provo io nei vostri confronti. Infatti, non solo ha accettato di buon grado il mio consiglio di venirvi a trovare di nuovo, ma pieno di entusiasmo (in greco: spoudaioteros = più pronto) , è partito di sua spontanea volontà!” ( 2 Corinzi: 8:17 PV)
(In verde i viaggi di Tito - In rosso i viaggi di Paolo) |
Paolo parla di un credente, Tito . Tito era un giovane probabilmente siriano che Paolo e forse Barnaba avevano portato al Signore, che aveva deciso di seguirli a Gerusalemme.
Cinque anni dopo lo troviamo a Corinto (in Grecia) dove si occupa di raccogliere le offerte per i credenti della Giudea.
Qualche anno dopo lo troviamo a Creta, e Paolo lo lascia lì... e non è in “vacanza”, visto che Paolo parla così dei cretesi:
“I cretesi sono sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri” (Tito 1:12).
Dopo qualche anno lo troviamo in Dalmazia (l'attuale Croazia, e Serbia)...
Attualmente diremmo che Tito “nun se sta mai fermo”... che è un “globe trotter”. Forse al giorno d'oggi ci organizzerebbero su un “reality” : “I Viaggi di Tito”...
Tito aveva conosciuto Cristo da giovane, e la sua vita dopo averlo conosciuto era stata legata a Cristo e guidata da Cristo.
Tito era stato “più pronto” di molti altri giovani della sua età a sottomettere la propria vita a Cristo,
per il bene di altri credenti senza preoccuparsi del costo.
Essere credenti significa mettere l'opera di Dio come priorità nella tua vita non senza calcolare il costo, (come credenti la Bibbia ci insegna a calcolare il “costo” della torre per non finire in bancarotta e dare cattiva testimonianza), ma senza preoccuparci del costo.
C'è chi è pronto a servire il Signore, e aspetta l'occasione “buona” per agire, e poi c'è chi è “più pronto”, e non aspetta l'occasione speciale, ma la cerca.
Tito aveva conosciuto Paolo e Barnaba, aveva visto ciò che facevano, aveva visto la necessità delle chiese, e aveva “cercato” l'occasione per servire.
Questo cosa significa? Che tutti dovremmo diventare missionari? Certo che no! Dio non cerca SOLO missionari, la sua impresa nel mondo ha centinaia di posizioni “aperte” in centinaia di differenti settori.
Dio è alla ricerca di missionari,
ma anche di insegnanti della scuola domenicale,
di diaconi,
di uscieri,
di intercessori,
di esorcisti,
di contabili,
di amministratori,
di cuochi,
di infermieri,
di addetti alle pulizie,
di predicatori,
di musicisti,
di...
Di tutti coloro che, utilizzando i doni e la forma con cui Lui li ha unicamente creati, li mettano a disposizione per la Gloria Globale di Gesù, affinché tutto il mondo lo conosca... “fino alle estremità della terra”.
Dio cerca tutti, ma usa per primi coloro che sono “più pronti”, che cercano Dio e seguono i Suoi piani nella propria vita.
Io non so a cosa Dio ti stia chiamando, tu lo sai.
Puoi attendere “l'occasione propizia”
per essere usato dal Signore. Forse arriverà, prima o poi. Mi auguro che tu la riconosca, e la prenda al volo.
Oppure puoi cercare l'occasione, puoi “chiedere” a Dio : “Signore, eccomi, sono più pronto, usami.”
Questa è una preghiera “pericolosa”, perché Dio la prende sul serio, come fece con Samuele.
“Ed Eli disse a Samuele: «Va’ a coricarti; e, se sarai chiamato ancora, dirai: “Parla, Signore, poiché il tuo servo ascolta”». Samuele andò dunque a coricarsi al suo posto. 10 Il Signore venne, si fermò accanto a lui e chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!» E Samuele rispose: «Parla, poiché il tuo servo ascolta». “ (1 Samulele 3:9-10)
Questa è la preghiera che feci quando avevo otto anni: “Signore, sono tuo, sono pronto, usami.”per la Gloria Globale di Gesù”. Lui ha risposto.
Dio dice che, se vuoi essere un credente “entusiasta”, se vuoi avere “Dio dentro” allora devi essere “più pronto, più pronta”, per l'opera che egli ha preparato per te, come afferma Paolo:
“Infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.” (Efesini 2:10)
Conclusione
Essere credenti “entusiasti”, credenti che hanno Dio dentro di se significa:
1. avere gioia
2. sbalordire davanti a Cristo
3. avere ammirazione per Cristo
4. essere laboriosi
5. essere bollenti
6. essere più pronti
Se sei spaventato, se sei spaventata, se pensi di non potercela fare, non pensare a “cosa Gesù farà” di te... pensa piuttosto a quello che Gesù ha già ha fatto per te
“Egli (Gesù) sacrifico sé stesso per noi, per liberarci da ogni peccato e fare di noi un popolo, il suo popolo, che si distingue per l'entusiasmo (in greco: zealot = coloro che sono bollenti) con cui fa il bene.” (Tito 2:14 PV)
E' venuto con un unico scopo: fare di te, e di me, il suo popolo.
E il segno che ci deve distinguere dal resto dei popoli, è l'entusiasmo.
“Accenditi d’entusiasmo e la gente arriverà da molto lontano per vederti bruciare.” (John Wesley)
Preghiamo.
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