---
Siamo al quarto appuntamento con il Libro di Isaia, un libro scritto settecento anni prima del primo Natale, che copre circa sessanta anni della vita del popolo di Dio, dove la storia non è lineare, ma gira attorno alle profezie che via via Dio fa al profeta.
Oggi parleremo del brano con cui Dio, tanti anni fa, ha convinto un giovane scettico e che amava le cose concrete, le statistiche, i numeri, che Gesù era realmente venuto, e che era esattamente quello che diceva di essere: il Salvatore. Quel giovane ero io, ed il capitolo è il 53.
I primi 39 capitoli, li avevamo intitolato “Guai”. Ma con Simone nel secondo messaggio, avevamo visto che “Il Signore non serba la sua ira per sempre”, ma che anzi Dio è pronto a perdonare e ad amare fino alla millesima generazione SE lo riconosciamo come nostro Signore al di sopra di ogni cosa. E infatti avevamo detto che il tema dal capitolo 40 in poi è la “Gioia” o “Non temete”.
Ci eravamo lasciati la settimana scorsa con questo versetto
“ Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele (Dio con Noi) ” (Isaia 7:14)
Avevamo detto che Dio e Dio solo, avrebbe potuto ristabilire la parità tra Lui e l'uomo, pagare per il debito enorme di gratitudine accumulato dall'uomo. E questo avrebbe significato mandare qualcuno che avesse da un lato la sua medesima natura divina e dall’altro una forma d’uomo per scendere sulla terra, per essere servo e strumento perfetto nelle mani del Signore. Questo uomo si sarebbe chiamato il Salvatore.
Ciò che il mondo tra pochi giorni ricorderà (e, che piaccia o meno, non solo quello cristiano) è qualcosa che era necessario affinché potesse giungere il momento nel quale Dio avrebbe ristabilito la parità tra lui e il suo popolo.
Il Natale è giunto, perché potesse arrivare la Pasqua. Senza il Natale, il mondo non avrebbe visto il Salvatore, non lo avrebbe conosciuto, non avrebbe avuto la possibilità di credere, né di essere salvato.
Il Natale è strettamente connesso alla Pasqua, poiché parla di un Salvatore: Gli angeli in quel primo Natale dissero ai pastori:
“Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore.” (Luca 3:11)
Nel libro di Isaia che stiamo studiando, per diciassette volte la parola Salvatore è stata usata per identificare Dio, per sole due volte essa è invece riferita a qualcuno che verrà mandato, e significative sono le due parole ebraiche usate per Salvatore.
La prima è “Yasha” che sta a significare “colui che concede un grande spazio per muoversi”. Durante la deportazione a Babilonia, il popolo di Dio avrà letto e riletto le profezie di Isaia; cosa pensate potesse significare per un popolo deportato in Babilonia e rinchiuso come schiavo al servizio del re un Salvatore che concede un grande spazio per muoversi?
Cosa pensi possa significare per te un Dio che viene in carne ed ossa, per concederti più spazio per muoverti?
La tecnologia ha reso possibile per molti di noi di spostarci da un continente all'altro in poche ore. Ma spesso il luogo più difficile da dove vorremmo fuggire siamo noi stessi: le nostre paure, i nostri limiti, le nostre abitudini sbagliate (i peccati).
Gesù è venuto a Natale per essere “Yasha”, il Salvatore, e darci più spazio, liberarci da noi stessi, farci volare lontano dai nostri limiti e problemi.
L’altra è “Gah-a”, che significa “colui che paga per avere in dietro qualcosa”. Come si saranno sentiti gli esuli di di Giuda in Babilonia sapendo che sarebbe venuto qualcuno che avrebbe pagato un prezzo altissimo pur di poterli avere indietro?
Come ti senti tu sapendo che Gesù è “Gah-a” colui sceso per pagare per tutti; tutti i nostri eccessi,
tutta la nostra ribellione, tutta la nostra voglia di fare ciò che il Padre ci dice di NON fare e di NON fare ciò che ci chiede?
Dio manderà qualcuno della sua stessa natura per dare uno spazio più grande dove il suo popolo possa muoversi ed a pagare per averlo indietro; e non sarà un prezzo esiguo poiché:
“Infatti così parla il Signore: «Voi siete stati venduti per nulla e sarete riscattati senza denaro». ” (Isaia 52:3)
Attenzione, perché quel “senza denaro” potrebbe trarci in inganno. Quello che dice Isaia qui per conto di Dio, è che “non basterà il danaro per riscattare il suo popolo”, ma servirà molto di più.
Per riscattare un popolo reso schiavo e senza valore tanto da essere venduto per nulla non basterà il danaro, ma servirà qualcosa di molto più prezioso: la vita di colui che solo avrebbe obbedito perfettamente a Dio, vita per vita.
Immagina di essere stato rapito dall'Isis e che abbiano richiesto per non ucciderti, che il presidente degli Stati Uniti ti sostituisca dinanzi al plotone d'esecuzione: pensi che Mr. Trump lo farebbe?
Qui c'è ben più del presidente degli Stati Uniti che prende il tuo e il mio posto dinanzi al plotone.
Tu potresti dirmi: “Ok, Marco, ci sono stati tanti eroi che hanno salvato dal plotone d'esecuzione degli innocenti.” E avresti ragione. Ma quanti sarebbero stati disposti, sapendo che le persone scelte per morire,erano dei pedofili, degli assassini, commercianti di armi, responsabili della deforestazione in Amazonia, dittatori crudeli in Nord Corea?
Colui che sarebbe venuto a Natale non avrebbe badato a chi era nella lista dei condannati, ma anzi sarebbe venuto non per salvare degli innocenti,ma dei colpevoli.
Ma che tipo di Salvatore sarebbe stato mandato? Quale Messia avrebbe scelto Dio per la Sua opera di salvezza?
Il popolo ebreo attendeva un Salvatore che eguagliasse e superasse i fasti di re Salomone, un principe guerriero che sgominasse ogni nemico di Israele, ma il capitolo 53 lo descrive in una maniera completamente differente.
Leggiamolo assieme dal capitolo 52 al versetto 14 fino alla fine del capitolo 53, e poi commenteremo:
'Come molti, vedendolo, sono rimasti sbigottiti (tanto era disfatto il suo sembiante al punto da non sembrare più un uomo, e il suo aspetto al punto da non sembrare più un figlio d’uomo), così molte saranno le nazioni di cui egli desterà l’ammirazione; i re chiuderanno la bocca davanti a lui, poiché vedranno quello che non era loro mai stato narrato, apprenderanno quello che non avevano udito.' (Isaia 52:14-15)
'Chi ha creduto a quello che abbiamo annunciato? A chi è stato rivelato il braccio del Signore ? Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci. Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato ; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il Signore ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca. Dopo l’arresto e la condanna fu tolto di mezzo; e tra quelli della sua generazione chi rifletté che egli era strappato dalla terra dei viventi e colpito a causa dei peccati del mio popolo? Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte egli è stato con il ricco, perché non aveva commesso violenze né c’era stato inganno nella sua bocca. Ma il Signore ha voluto stroncarlo con i patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una discendenza, prolungherà i suoi giorni, e l’opera del Signore prospererà nelle sue mani. Dopo il tormento dell’anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, egli dividerà il bottino con i molti, perché ha dato se stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori ; perché egli ha portato i peccati di molti e ha interceduto per i colpevoli.' (Isaia 53:1-12)
Commenteremo alcuni brani assieme.
“Come molti, vedendolo, sono rimasti sbigottiti (tanto era disfatto il suo sembiante al punto da non sembrare più un uomo, e il suo aspetto al punto da non sembrare più un figlio d’uomo).” (Isaia 52:14a)
Ecco come appare Gesù dopo la flagellazione e con la corona di spine sul capo! Al capitolo 19 del suo Vangelo, Giovanni descrive come appariva Gesù, tanto che Pilato deve dire alla gente “Ecco l'uomo” quando lo presentò loro perché decidessero se dovesse vivere o morire.
(Nelle prime bibbie in latino era scritto “ecce homo”: e fino a qualche anno fa quando qualcuno diceva “ti riduco un ecce homo” voleva dire che ti riduceva in condizioni da non sembrare più un uomo.”)
“Chi ha creduto a quello che abbiamo annunciato? A chi è stato rivelato il braccio del Signore? Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci..(Isaia 53:1-2)
Il popolo si attendeva un re nel suo manto, seguito da eserciti.
“Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.” (Isaia 53:3)
Oltre a essere percosso, sputato e deriso dai militari e dalla gente lungo la strada del Golgota vi ricordate che tutti fuggirono; solo Pietro rimase a distanza, ma poi lo rinnegò tre volte,
“Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni” (Isaia 53: 5a)
Per verificare che fosse morto un militare romano piantò una lancia nel fianco di Gesù. per decretarne la morte.: “Ma uno dei soldati gli trafisse il fianco con una lancia e dalla ferita uscì subito sangue e acqua.” (Giovanni 19:34)
“ Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il Signore ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.” (Isaia 53:6)
Vi ricordate chi dirà di essere Gesù? “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la vita per le sue pecore.” (Giovanni 10:11)
“Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca.” (Isaia 53:7a)
Pilato stesso lo implorerà di difendersi: “Pilato gli chiese ancora: "Perché non dici niente? Guarda di quante cose ti accusano". Ma Gesù, con grande meraviglia di Pilato, non disse una parola.” (Marco 15:4.5)
“Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte egli è stato con il ricco.” (Isaia 53:9a)
Il corpo di Gesù verrà deposto in una tomba nuova di un ricco discepolo di nome Giuseppe di Arimatea”: “Quando si fece sera, un certo Giuseppe di Arimatea, un uomo ricco che era diventato discepolo di Gesù, si presento a Pilato per chiedergli la salma, e Pilato ordino di consegnargliela. Giuseppe prese il corpo di Gesù, lo avvolse in un lenzuolo di lino pulito e lo mise nella propria tomba nuova, che aveva scavato nella roccia.” (Matteo 27:57-60)
“Dopo il tormento dell’anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto.” (Isaia 53:11a)
Il tormento nel Getzemani quando disse “allontana da me questo calice” (Luca 22:42) e la luce accecante della resurrezione che abbaglierà le guardie romane.
“perché ha dato se stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori perché egli ha portato i peccati di molti e ha interceduto per i colpevoli.” (Isaia 52:14-53:12)
Gesù verrà crocifisso assieme a due ladroni, lui stesso dirà in Luca 22:37 “Perché io vi dico che in me deve essere adempiuto ciò che è scritto: “Egli è stato contato tra i malfattori”” (Luca 22:37)
Isaia letteralmente “vede” la croce… 772 anni prima che tutto ciò accada Quasi sicuramente non capisce cosa Dio gli sta facendo descrivere che avrà un senso per coloro che saranno nati dopo il Natale dell'anno 1.
Ma, fermatevi un attimo: e se fosse tutto un caso? Se fosse solo la mia voglia di credere a farmi vedere Gesù nell'uomo che Isaia descrive? Se le otto profezie che abbiamo visto fossero solo un caso fortunato? E se dovesse ancora venire?
Vi avevo detto che all'epoca ero un giovane “scettico, e che amava la scienza e la “statistica”; Dio ci conosce, e sa come siamo fatti; è per questo che mi mise di fronte lo studio di un certo professor Peter Stoner.
Stoner era un matematico, rettore dell'università di Pasadena in USA negli anni quaranta ... ed era un credente.
Tra i molti studi che ha fatto, ce ne è uno circa le profezie della Bibbia. Egli afferma questo:
“Applicando la scienza che regola il calcolo delle probabilità, e considerando solo 8 profezie su Gesù si, si ha che le probabilità che un qualsiasi uomo vissuto dall’inizio della storia abbia le stesse caratteristiche citate in appena 8 profezie della bibbia, sono di 1 possibilità su 100 milioni di miliardi, ovvero 10 alla 17° potenza”
Stoner fa questo esempio:
“Se prendessimo 100 milioni di miliardi di monete da un dollaro e le disponessimo sulla superficie del Texas (2 volte e mezza l'Italia) avremmo uno strato di monete alto circa 65 cm.
Contrassegniamo una moneta e mescoliamola tra le altre. Prendiamo quindi una persona e bendiamola, dicendogli che deve tentare di trovare la moneta contrassegnata, che può andare dove vuole ma che avrà un solo tentativo a sua disposizione.
Bene, le possibilità che trovi la moneta in quell’unico tentativo sono (appunto) 1 su 100 milioni di miliardi.”
Questo è quello che succede considerando appena 8 profezie che si sono avverate in Gesù. Ma se considerassimo 48 profezie (e ce ne sono circa 300) allora le possibilità che Gesù rassomigli “per caso” alle profezie stesse sono 1 su … beh, vi faccio vedere il numero.
1,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000
E' un 1 seguito da 157 zeri Per brevità i matematici dicono che è 10 alla 157° potenza: è approssimativamente la massa totale degli elettroni presenti nel modo conosciuto.
A chi crede non servono questi numeri per credere, perché se hai creduto, sai da solo, sai da sola quale cambiamento ha provocato in te Gesù nel momento che lo hai accettato.
Vorrei ascoltare assieme a voi una canzone, che in appena tre minuti, spiega quello che io ci ho messo quaranta a spiegare...
Il Natale è da sempre sinonimo di gioia, perché non possiamo come uomini fare a meno del Natale.
Il Natale ci dice he Gesù è veramente il Salvatore, che Cristo è veramente disceso dal Cielo, che la salvezza è realmente a portata di mano, se credi nel Natale e accetti la Pasqua. Se credi che Dio è realmente sceso tra noi, e accetti che ne hai bisogno per coprire le tue colpe
A chi crede serve di sapere che era necessario il Natale, Dio che scende in forma di uomo, per portare salvezza a Pasqua:
“ Il popolo che camminava nelle tenebre vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte la luce risplende” (Isaia 7:14)
Preghiamo.
---
GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO
GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO
0 commenti:
Posta un commento