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Oggi è il giorno di Pasqua, e non so se capita solo a me e alla mia famiglia ma nei giorni di “festa”non si fa altro che correre!
In fondo le nostre vite sono tutta una corsa. Corriamo per necessità quando siamo bambini perché vorremmo essere più grandi, e avere l'età per prendere il patentino per la moto o la microcar.
Corriamo quando siamo al liceo o all'università perché non ce la facciamo più di studiare.
Corriamo quando ne siamo usciti perché vogliamo trovare un lavoro. E quando, e se lo abbiamo trovato, corriamo per fare tutte le cose ce ci sono da fare in esso.
Corriamo quando prepariamo il nostro matrimonio, o quello dei figli... i più fortunati per quello dei nipoti.
Altre persone, meno fortunate di noi, lo fanno per paura, e corrono lontano da una guerra, o da una carestia... Se volete, ne potete parlare coi nostri amici dall'Africa a fine culto.
Ma, attenti, si può correre anche per la gioia!
Chi più chi meno, tutti quanti noi se siamo sopra i trenta anni abbiamo corso all'appuntamento con la nostra fidanzata o il nostro fidanzato.
Abbiamo corso a comperare i regali per il nostro sposo o la nostra sposa... almeno nei primi tre/quattro anni.
Abbiamo corso in ospedale per vedere nostro figlio appena nato o il nostro nipote.
La corsa si associa quasi sempre a un cambiamento.
Cambiamento della nostra età (corriamo per crescere) del nostro stato stato sociale (corriamo per il lavoro) della nostra sicurezza (corriamo per migrare) della nostra famiglia (corriamo per il matrimonio, i figli, i nipoti)
Vorrei vedere assieme a voi un breve filmato...
Se siete curiosi, avrete già in mente tre domande: “Dove stanno correndo questi due uomini? Chi sono? Perché corrono? Corrono per necessità, per paura, o per gioia?”.
La corsa di cui parleremo oggi, è una corsa che si è svolta una mattina presto di circa 1985 anni fa , ed è uno dei corridori stessi a raccontarcela.
Leggiamo assieme il vangelo di Giovanni al capitolo 20:
“1 Il primo giorno della settimana (la domenica), la mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro. 2 Allora corse verso Simon Pietro e l’altro discepolo che Gesù amava, e disse loro: «Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’abbiano messo». 3 Pietro e l’altro discepolo uscirono dunque e si avviarono al sepolcro. 4 I due correvano assieme, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse primo al sepolcro; 5 e, chinatosi, vide le fasce per terra, ma non entrò. 6 Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro, e vide le fasce per terra 7 e il sudario, che era stato sul capo di Gesù, non per terra con le fasce, ma piegato in un luogo a parte. 8 Allora entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, e vide, e credette. 9 Perché non avevano ancora capito la Scrittura, secondo la quale egli doveva risuscitare dai morti. 10 I discepoli dunque se ne tornarono a casa.” (Giovanni 20:1-10)
In questo brano ci sono tre protagonisti (Maria Maddalena, Pietro e Giovanni – l'altro discepolo), e tutti e tre corrono... Ma il motivo della corsa è differente.
“Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcroAllora corse verso Simon Pietro e l’altro discepolo che Gesù amava, e disse loro: «Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’abbiano messo».” (vv. 1b-2)
Immaginatevi la scena: Maria parte di notte (tanto non avrà dormito da due giorni), carica di spezie ed aromi per curare il corpo morto di Gesù. E' rimasta sotto la croce, fino a che lo hanno deposto. Vuole farlo, come atto estremo di amore verso colui che le aveva trasformato la vita (scacciando sette demoni).
Va, e VEDE (attenti a questo verbo che ritornerà nel racconto) la pietra tolta... Non entra per niente, e CORRE da Pietro e da Giovanni.
Che tipo di corsa è la sua? E' una corsa di disperazione. Non le è servito neppure di entrare; le è bastato vedere la pietra tolta.
Maria amava Gesù, era una delle donne che finanziava la sua missione, non si staccava da lui... Ma, in fondo, la sua fede era fragile. Aveva creduto in lui, ma l'aveva visto morire in croce.
Ti sei trovato, ti sei trovata lì anche te, un giorno della tua vita? Hai creduto in qualcosa, o in qualcuno, ma il mondo ha ucciso quella tua fede...
Forse è proprio la fede in Gesù che il mondo ha crocifisso: troppo banale, troppo vecchia, meglio qualcosa di nuovo, “new age”... magari niente...
La giornata di oggi ha molto a che fare con la tua corsa!
Poi c'è la corsa di Giovanni.
“Pietro e l’altro discepolo uscirono dunque e si avviarono al sepolcro I due correvano assieme, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse primo al sepolcro; e, chinatosi, vide le fasce per terra, ma non entrò.” (vv. 3-5)
Anche qui, immaginatevi la scena: Maria arriva tutta trafelata, e gli dice: “Guardate che Gesù non c'è più nella tomba.” “Ma dai, ti sarai sbagliata... E' notte...” “No, no, vi assicuro... la tomba è quella...”
A questo punto, si alzano, elegantemente escono (non glie la vogliono dar vita a Maria) e, appena fuori la porta letteralmente “schizzano” verso la tomba.
Pietro e più grande, è un pescatore, muscoli grossi per tirare su le reti.
Giovanni è più esile, e stacca senza pietà l'amico. Arriva, si affaccia sulla porta della tomba, VEDE, ma non entra...
Che tipo di corsa era la sua? C'era sicuramente più fede di Maria, ma c'era anche la paura...
Paura di scoprire che Gesù era ancora sul sarcofago, che la promessa fatta di risorgere non era vera.
Ti sei trovato, ti sei trovata lì anche te, un giorno della tua vita? Hai creduto in Gesù, ma altri ti hanno detto che è morto. Hai corso per vedere se sia così... ma hai paura di sapere... di sapere che hai sperato invano.
Anche per te la giornata di oggi ha molto a che fare con la tua corsa!
E, infine, c'è la corsa di Pietro:
“Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro, e vide le fasce per terra e il sudario, che era stato sul capo di Gesù, non per terra con le fasce, ma piegato in un luogo a parte.” (vv. 6-7)
Pietro ha un carattere forte, è quello che afferma senza dubbi che non rinnegherà mai Gesù, quello che durante l'arresto mette mano alla spada, e fa una fettina di orecchio del servo del sommo sacerdote.
Entra senza indugiare, e controlla: “Le fasce ci sono... lì per terra... Il sudario no... è piegato e riposto di là...”. La sua corsa forse non era pienamente fiduciosa, ma lo diventa quando controlla la tomba.
La tomba non è quella di una persona morta: non c'è sangue, le fasce non sono tagliate il sudario è riposto... E' come se quella tomba non avesse mai accolto un morto... ma un vivo.
Sapete, si dice che, all'epoca di Gesù, quando una persona aveva dei servitori, quando si alzava da tavola, per segnalare ai servi che aveva finito di mangiare metteva il tovagliolo davanti a se pressoché in piedi.
Ma se lasciava il tovagliolo perfettamente piegato, significava : “Sappi che sto per tornare... sii pronto a servirmi.”
Non sappiamo se sia stato questo il messaggio che Pietro ha compreso, oppure altri nella tomba: sta di fatto che ciò cha ha VISTO lo porta a questa conclusione... e assieme a lui anche Giovanni:
“Allora entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, e vide, e credette.” (v. 8)
Se sei qui oggi a festeggiare la Pasqua, è forse perché un giorno anche tu, come Pietro, hai controllato le evidenze, visto l'affidabilità delle promesse di Gesù, e creduto. Ma la Pasqua non è solo per te!
La Pasqua è anche se sei come Maria, hai visto la tua speranza essere uccisa dal mondo.
La Pasqua è anche se sei come Giovanni, hai creduto... ma non osi sapere di più, perché temi di perdere quella speranza.
La Pasqua parla a ciascuno di noi, attraverso un verbo: vedere.
Riflettete: serviva a Gesù di aprire la tomba per uscire da essa? Non avrebbe potuto attraversare la pietra esattamente come avrebbe fatto quella stessa sera per visitare i discepoli chiusi a chiave in una stanza per paura, entrando senza aprire porte o finestre?
La tomba aperta non serviva a Gesù, la tomba aperta serve a me, e a te, perché alcuni potessero vedere, e raccontare ad altri che avrebbero creduto senza vedere.
Qualche verso sotto Gesù dirà queste parole:
“Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (Giovanni 20: 29b)
Vorrei vedere assieme a voi la fine del filmato che abbiamo visto all'inizio.
Stai correndo lontano da Gesù, perché il mondo ha ucciso le tue speranze? Oppure corri, ma non vuoi vedere molto perché temi di scoprire un cadavere invece di un Salvatore?
Puoi tornare a casa e pensare che il Cristianesimo sia tutta una bugia, che la tomba è vuota per mano di uomini, e correre lontano.
Oppure puoi tornare a casa credendo realmente che Gesù è risorto, ma avere paura, dire: “non si applica alla mia vita”, e correre... ma dubitando.
Ma solo se accetti ciò che Gesù ha voluto farti vedere, e se credi all'evidenza del racconto di chi ha visto, allora la potenza che ha aperto la tomba sciolto le fasce, ripiegato il sudario, sarà tua!
Allora sarai “Beato”, ovvero: “Felice”.
Verso chi stai correndo?
Preghiamo
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