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La settimana scorsa abbiamo iniziato a parlare di scoraggiamento: abbiamo visto che lo scoraggiamento; è un male universale (tutti lo provano prima o poi), è un male ricorrente (non è possibile diventarne immuni), è un male contagioso (persone scoraggiate fanno scoraggiare altre persone), ed è un male subdolo (comincia così lentamente che non riconosciamo di esserlo).
Attraverso un brano di Neemia abbiamo visto che ci sono principalmente quattro cause allo scoraggiamento: la fatica, la frustrazione i fallimenti e la fifa.
Ed abbiamo individuato quattro antidoti per ciascuno degli agenti virali che potrebbero infettarci:
- per la fatica l'antidoto è: RIPOSA!
- per la frustrazione è : BUTTA VIA L'IMMONDIZIA SPIRITUALE!
- per il fallimento è: NON MOLLARE DOLO UNA SCONFITTA!
- per la fifa è: NON ASCOLTARE LA VOCE DI CHI TI ODIA!
Questi erano le strategie per prevenire lo scoraggiamento prima di cadere in esso.
Ma per essere realmente efficaci nella nostra vita, non basta semplicemente “stare attenti” a non diventare scoraggiati.
Dobbiamo fare di più che semplicemente resistere; le battaglie non si vincono stando dentro una trincea, ma uscendo sul campo aperto, muovendosi contro il nemico e conquistando lo spazio che lui occupa.
COME SUPERARE LO SCORAGGIAMENTO?
Se la prevenzione non basta, c'è un antidoto allo scoraggiamento?
Cerchiamo di vedere cosa ha fatto Neemia come saggio leader e come uomo di Dio.
Egli sapeva cosa stesse scoraggiando la sua gente; sapete perché?
Perché lui gia ci era passato! Lui era stato scoraggiato quando aveva chiesto cosa ne fosse di Gerusalemme, e gli avevano risposto che la città era in rovina!
“Quando udii queste parole mi misi seduto, piansi, e per molti giorni fui in grande tristezza.” (Neemia 1:4a)
Avrebbe potuto semplicemente cedere allo scoraggiamento essere un Tafazzi o un Calimero (uno che si autopunisce o uno che da la colpa agli altri per ciò che avviene nella sua vita); lui sarebbe sprofondato nella sua depressione, e Dio avrebbe usato qualcun altro per ricostruire Gerusalemme
Ma, invece, Neemia non è né un Tafazzi né un Calimero, ma un uomo di Dio. Quali solo gli atidoti di Neemia?
1. Avvicinati a Dio
“Digiunai e pregai davanti al Dio del cielo.” (Neemia 1:4b)
Già, perché digiunando e pregando Neemia sta affermando “La mia vita non dipende da ciò che mangio o bevo, ma da quanto sono connesso al mio Signore”.
Lo abbiamo detto già la settimana scorsa, quando sono scoraggiato comincio spesso a dubitare che Dio mi stia guardando, persino che Dio esista.
L'insegnamento che ci da Neemia e che devo muovermi in senso diametralmente opposto: invece di fuggire lontano da Dio, correre incontro a Dio. Quello che devi fare è fidarti, e affidarti a Dio, affidandogli la tua situazione, completamente.
La prima cosa che devi fare nello scoraggiamento è: Avvicinati a Dio (digiuno e preghiera sono un buon metodo).
2. Ricorda chi è Dio
“E dissi: “O Signore, Dio del cielo, Dio grande e tremendo, che mantieni il patto e fai misericordia a quelli che ti amano e osservano i tuoi comandamenti.” (Neemia 1:5)
In un solo versetto Neemia afferma a Dio che:
- è grande (ebr: g̱âḏôl = grande, eccellente – per cui differente da tutti gli altri);
- è tremendo (ebr: yârê’ = che fa paura... ma solo ad alcuni, lo vedremo poi);
- è fedele ai patti (ebr: šâmar = proteggere con un recinto di spine);
- ama e rispetta (ebr: ḥâsaḏ = amare con rispetto) coloro che lo amano e lo rispettano facendo il suo volere (per cui se obbedisci non devi avere paura).
E' interessante notare che questa frase di Neemia, in grammatica non è una “secondaria”, ma una “principale”; finisce con un punto.
Mi spiego meglio; se i miei figli dovessero chiedermi la macchina per una sera, e volessero “lisciarmi il pelo” per ingraziarsi la mia risposta, direbbero probabilmente così: “Oh, padre, (virgola) ottimo genitore abile commerciante e eloquente predicatore, (virgola) , concedici per questa sera l'uso della tua vettura!”
Tutto quello che sta tra le due virgole è la secondaria: si, aggiunge qualcosa alla frase, ma in sostanza può essere omessa; la parte importante è : vogliamo la macchina... il resto è adulazione!
Neemia non sta “adulando” Dio per ottenere qualcosa, non sta dicendo: “O Signore, (virgola) Dio del cielo, Dio grande e tremendo, ecc. ecc, (virgola) fammi tornare a Gerusalemme e fammela ricostruire...”
Ma sta ricordando A SE STESSO e ad alta voce CHI è il suo Dio e quello che fa. Neemia sta AFFERMANDO, piuttosto che adulando.
Questo è ciò dobbiamo fare noi: perché lo scoraggiamento tende a farci dimenticare CHI realmente è Dio e quanto egli è potente.
La seconda cosa che devi fare nello scoraggiamento è: Ricorda chi è Dio (farlo a voce alta è un buon metodo).
Fin qui la vita di Neemia era semplicemente quella di schiavo, anche se con un posto importante.
Avrebbe potuto rimanere col suo scoraggiamento, assuefarsi pian piano, “occhio non vede, cuore non duole”, pensare a mantenere il proprio posto importante a corte e basta.
Ma, invece, decide di fare una cosa precisa:
3. Riorganizza la vita
“Poi risposi al re: “Se ti sembra giusto e il tuo servo ha incontrato il tuo favore, mandami in Giudea, nella città dove sono le tombe dei miei padri, perché io la ricostruisca”. (Neemia 2:5)
Il piano è: riorganizzare la sua vita: trasformarsi da coppiere a costruttore: non è cosa che viene facile, eh! Ma sarà il Dio a cui si è affidato ad occuparsi di tutto.
Quando sei scoraggiato, quando sei scoraggiata, una tra le cure migliori è cambiare ciò che fai;
magari non significa necessariamente che devi licenziarti dal tuo lavoro (potrebbe anche essere, per Neemia è stato così).
Ma devi agire CONTRO il tuo scoraggiamento, magari abbracciando un sogno che sembra persino troppo grande... ma sai che Dio è in controllo!
Oppure trovare un modo migliore per fare quello che stai facendo.
Avevamo lasciato il popolo di Dio scoraggiato dalla fatica (siamo stanchi) dalla frustrazione (c'è troppa monnezza), dal fallimento (non riusciremo mai a completare il muro) e dalla fifa (ci vogliono ammazzare).
Neemia applica esattamente la cura che aveva fatto guarire lui al suo popolo.
1. Avvicinati a Dio
“Ascolta, o Dio nostro, come siamo disprezzati! Fa’ che i loro oltraggi ricadano sul loro capo ed esponili al disprezzo in un paese di deportazione! Non perdonare la loro colpa, e non sia cancellato davanti a te il loro peccato; poiché hanno provocato la tua ira in presenza dei costruttori. ” (Neeemia 4:4-5)
In tutta la vicenda, Neemia capisce che Dio e il suo intervento è la soluzione. E per questo lo chiama direttamente in causa, gli dice “agisci in mio soccorso!”
Quando sei scoraggiato, quando sei scoraggiata lo fai? Capisci che la soluzione si basa sull'intervento di Dio nella tua vita? Gli chiedi di agire in tuo soccorso?
Quando sei scoraggiato, quando sei scoraggiata, la migliore cura è : Avvicinati a Dio.
2. Ricordati chi è Dio
“Dopo aver bene esaminato ogni cosa, mi alzai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: "Non li temete! Ricordatevi del Signore, grande e tremendo.” (Neemia 4:14a)
Cosa significa “ricordarsi del Signore”? Significa ricordare che siamo suoi, che gli apparteniamo; che ci ricordiamo di tutto il bene avuto nel passato.
C'è un intero libro intero nella Bibbia, che è fatto di ricordi:
Il popolo è arrivato dopo quaranta anni ai confini della terra promessa, Mosè, prima di farli entrare, li mette seduti attorno a lui, e inizia a ricordare tutto quello che hanno vissuto assieme e di come Dio è stato sempre presente: è il libro di Deuteronomio.
La cura divina allo scoraggiamento è stato da sempre fermarsi e ricordare chi è Dio e come ha operato con potenza nella tua vita senza mai abbandonarti.
In Ebrei sta scritto:
“Perché Dio stesso ha detto: "Io non ti lascerò e non ti abbandonerò".” (Ebrei 13:5b)
Quando sei scoraggiato, quando sei scoraggiata, fermati a considerare cosa ha fatto Dio nella tua vita Tu puoi pure non averlo più chiamato, ma lui è stato sempre lì, al tuo fianco.
Quando sei scoraggiato, quando sei scoraggiata, la migliore cura è : Ricordati chi è Dio.
3. Riorganizza la tua vita
“Allora io disposi il popolo per famiglie, con le loro spade, le loro lance, i loro archi, nelle parti più basse del posto, dietro le mura, allo scoperto.” (Neemia 4:13)
Ciò che fece Neemia fu quello di dare una nuova struttura, di fare la stessa cosa, ma di farla meglio.
Tutti volevano costruire il muro, ma lui stabilì che alcuni avrebbero fatto qualcosa di differente, difendere chi costruiva.
Erano forse meno importanti quelli che stavano di guardia rispetto a quelli che mettevano pietre? Certamente no! Neemia aveva riorganizzato la loro vita affinché potessero continuare nel loro impegno, completare il loro sogno, mettere a disposizione le loro vite per il Signore.
Non abbandonare i tuoi obbiettivi; trova un nuovo approccio. Se sei scoraggiato, se sei scoraggiata non significa necessariamente che stai facendo delle cose sbagliate, ma è probabile che tu lei stia facendo nel modo sbagliato.
Cosa devi riorganizzare nella tua vita affinché funzioni meglio, porti frutto, completi il sogno?
Il tuo matrimonio il tuo lavoro, la tua famiglia o le tue amicizie? L'unico modo che hai per cambiare le cose non è ritirarti, ma provare un nuovo approccio.
Quando sei scoraggiato, quando sei scoraggiata, la migliore cura è : Riorganizza la tua vita.
Neemia ci da un ultima cura allo scoraggiamento:
4. Combatti il pessimismo
“Combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e figlie, per le vostre mogli e le vostre case!” (Neemia 4:14b)
In quale altro modo puoi combattere lo scoraggiamento? Semplicemente resistendogli! Neemia ci sta dicendo di non abbandonarci allo scoraggiamento senza lottare.
La Bibbia ci dice che i credenti sono nel bel mezzo di una battaglia spirituale, combattuta da forze soprannaturali.
Ci dice anche che Satana è “l'accusatore dei fratelli”: a lui piace vederci al tappeto. Questo è il suo strumento principale perché sa che un credente scoraggiato ha un potenziale molto limitato se non innocuo.
CONCLUSIONE
Lo scoraggiamento è una malattia che si può curare; e mentre la curi diventi più forte, più efficace,
e i tuoi sogni possono avverarsi. Dio ha i farmaci adatti.
I grandi uomini e le grandi donne agli occhi del Signore sono quelle che non molano, neppure quando sono affaticati o frustrati o falliti i o spaventati.
Ma quelli che si avvicinano a Dio, ricordano chi è Dio, riorganizzano la propria vita e combattono il pessimismo.
Preghiamo
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