Il miracolo del Natale è Dio che manda un segno per attraversare la barriera che rende sordi i suoi figli per fargli comprendere quanto li ami. Gesù è il segno.
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Per un po' di tempo i nostri messaggi domenicali sono stati tradotti in LIS (Lingua Italiana dei Segni).
La cosa che più mi affascina della LIS è il fatto che le nostre mani possano diventare una lingua, segni diventare parole. Vorrei vedere assieme a voi un breve filmato che parla della lingua dei segni.
La cosa che mi fa riflettere sempre quando sono in presenza di persone che hanno un figlio o una figlia sorda è di come spessissimo (tranne rare occasioni) i genitori si adattino ad imparare una lingua a loro sconosciuta pur di far capire al proprio figlio o alla propria figlia quanto lo amano, quanto la amano.
Le mani diventano il mezzo con cui trasmettere il messaggio d'amore. I genitori si impegnano ad imparare una lingua non loro, pur di attraversare la barriera che li divide dai propri figli, e le mani diventano un mezzo con cui trasmettere l'amore.
L'amore non è più una parola, ma una azione, un segno.
Preparando questa serie di messaggi sul Natale, non potevo fare a meno di riflettere sulla somiglianza tra che quello che fanno i genitori con bambini sordi e quello Dio lo ha fatto per noi duemila anni fa col Natale.
La nostra è una situazione in tutto simile a quella di una famiglia con dei figli sordi, e con un Padre che usa un linguaggio non suo pur di attraversare e annullare quella nostra sordità.
Noi vivevamo sulla terra, ognuno occupato con la propria vita, ognuno seguendo i propri programmi ed eravamo sordi alla voce di Dio.
In principio Dio parlava direttamente all'uomo; nel giardino di Eden Adamo ed Eva parlavano faccia a faccia con lui.
Dopo la cacciata questo rapporto diretto si è interrotto, ma Dio ha continuato a cercare la nostra attenzione, a parlarci, soprattutto attraverso delle persone speciali mandate da Lui che si chiamano profeti.
I profeti non sono mai stati accolti in maniera positiva, perché venivano a mettere in luce le nostre mancanze, il nostro allontanamento dal volere del Padre, quello che sono i nostri peccati.
Non volevamo (e non vogliamo) sentire ciò che Dio stava provando a dirci.
Cosa fai, quando tuo figlio diventa sordo? Quando non riesce più ad ascoltate i tuoi insegnamenti, i tuoi ammonimenti, le frasi d'amore che gli dici? Come fai a farlo sentire desiderato e prezioso?
Cedi alla frustrazione? Ti giri da un'altra parte perché fa troppo male? Abbandoni il figlio disobbediente a se stesso?
I genitori dei figli sordi danno l'esempio: non abbandonano il figlio, anzi, mettono ancora più sforzo nel loro essere genitori, apprendendo una lingua nuova, una lingua non loro, la lingua dei segni.
Dio ha fatto lo stesso; ci ama così tanto che vuole disperatamente rivelarsi a noi in modi che possiamo capire. Ha imparato una lingua speciale pur di essere, come dice la canzone del video, "one step closer", un passo più vicino a me e a te.
La lingua che Dio ha scelto per comunicare con dei figli che non sentono è una lingua fatta di “segni”: vi faccio qualche esempio:
“Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra.” (Genesi 9:13)
“Sarete circoncisi; questo sarà un segno del patto fra me e voi.” (Genesi 17:11)
“Il sangue vi servirà di segno sulle case dove sarete; quando io vedrò il sangue, passerò oltre.” (Esodo 12:13a)
Ma il segno più grande, quello definitivo, sarebbe giunto a Natale, circa duemila anni fa:
“Perciò il Signore stesso vi darà un segno: ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele.” (Isaia 7:14)
Questo è il miracolo del segno; la parola in ebraico per “segno” è “אוֹת ’ = ôṯ ”, che significa anche “ luce, presagio, prodigio, miracolo, segno”.
Ma non è sufficiente contemplare la luce, sentire il presagio, assistere al prodigio, vedere il miracolo...
Questa serie di messaggi è sull'esperienza dei miracoli del Natale, non sulla conoscenza di essi.
Non basta conoscerlo. Non basta sapere che Gesù è venuto in terra. Abbiamo bisogno di sperimentare il miracolo del Natale, far si che il segno cambi i nostri cuori e le nostre vite.
La scorsa settimana abbiamo visto che il Natale è il miracolo del “momento giusto”: Dio ha mandato Gesù nel momento giusto della storia, in una mondo che era alla ricerca spirituale dopo il fallimento della filosofia greca e romana.
Un mondo dove era più facile viaggiare e dove era più facile capirsi attraverso una lingua unica, il latino.
Ma questo arrivare al “momento giusto” sarebbe stato inutile se Dio non avesse utilizzato una lingua che attraversasse la nostra sordità.
Avrebbe potuto continuare a mandare profeti su profeti. Ma nulla sarebbe cambiato.
Ebrei 1: 1-2 parla di questo miracolo: del miracolo di un Padre speciale che sceglie di parlare in un modo speciale pur di far arrivare il messaggio al figlio per farlo sentire speciale:
"Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. "(Ebrei 1:1-2).
Dio mandò Gesù come segno, a comunicare il suo messaggio in un modo che possiamo capire! Il miracolo del segno è che Dio ci parla oggi per poterlo conoscere e avvicinarci a Lui!
La LIS di Dio per un modo sordo
Quale è dunque il “linguaggio dei segni” che Dio ha scelto per parlarci?
I. Dio parla attraverso la storia
Dio ha parlato attraverso la storia per rivelarsi a noi. Vuole che lo conosciamo, che lo amiamo
che lo adorarlo.
Dio si rivela attraverso la sua creazione, attraverso l'alba e il tramonto, attraverso il sole, la luna e le stelle.
Davide dice:
“Quando io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi?” (Salmo 8:3-4a)
E Paolo aggiunge:
“(Gli uomini)... conoscono per istinto la verità che riguarda Dio, perché è stato Dio stesso a dar loro questa conoscenza. Infatti, non hanno scusa, perché fin dalla creazione del mondo, le invisibili qualità di Dio, la sua potenza e la sua divinità sono state messe in evidenza dalle stesse cose che egli ha fatto.” (Romani 1:19-20 PV)
Dio parlò a Mosè nel roveto ardente, parlò ad Elia con una piccola, calma voce, a Isaia in una visione nel tempio. Dio parlò ad Osea attraverso le sue circostanze familiari e ad Amos in un cesto di frutti estivi.
Parlava a Geremia attraverso l'argilla di un vasaio e a Giuseppe attraverso i sogni. Dio ha perfino parlato attraverso un asino! Se non ci credi, leggi Numeri 22 e vedi quello che è successo a un certo Balaam!
Dio non ha un posto specifico dove rivelarsi; un “santuario”, un monte, o un lago. Poteva rivelarsi ad Abramo mentre era ad Ur dei Caldei, oppure a Giuseppe in Egitto oppure ad Isaia in Babilonia.
Dio non parla a tutti nello stesso modo, e neppure nello stesso posto. Ma Dio ha sempre parlato per far conoscere se stesso e la sua volontà.
Hai mai parlato con Dio? Se non lo hai mai fatto, non è perché lui non ti parli, ma perché tu non lo stai ascoltando.
Io parlo con Dio... anzi, scusate, Dio parla con me su base quotidiana. Qualche volta parla poco... perché non c'è molto da dire. Altre volte è un fiume in piena.
Mi parla attraverso le foto che faccio delle albe sul monte Cimino, quando la bellezza dei colori che vedi non è arrivabile da nessun pittore al mondo, mi parla attraverso i versetti che leggo, quando uno mi colpisce più di ogni altro, mi parla attraverso i sogni... ma, soprattutto, mi parla attraverso i miei silenzi, quando smetto di parlare io, e mi metto all'ascolto.
Quale è il modo in cui Dio parla a te? Perché Dio ti vuole parlare.
Dio non aveva smesso di parlare, neppure durante i 400 anni in cui la Bibbia è rimasta silenziosa, dal Libro di Malachia alla venuta di Gesù.
Ma i suoi figli (noi) erano diventati sordi al messaggio. Ecco la necessità di un segno che nessuno avrebbe potuto male interpretare.
II. Dio parla attraverso Cristo
Nel Signore Gesù Cristo, Dio rivelò se stesso direttamente a noi.
Attenzione: non sto dicendo che Dio ha rivelato se stesso attraverso le parole pronunciate da Gesù, attraverso il suo messaggio; Gesù non è una “lettera scritta” uno dei tanti profeti.
Gesù Cristo è il vivente, è rimasto qui tra noi, la sua vita e la sua opera non è finita, continua ad operare nel mondo e nelle persone: lui stesso dice così in Giovanni 6:
“Io sono il pane vivente che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.” (Giovanni 6: 51a)
E' lui il segno di Dio. Gesù è venuto a rivelare Dio, a farlo conoscere a noi in modi che possiamo capire. Se vuoi sapere com'è Dio, guarda a Gesù!
Quando Filippo chiese a Gesù di mostrare loro il Padre, Gesù rispose:
"Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: “Mostraci il Padre”? "(Giovanni 14: 9)
E tu, hai visto Dio? Oppure, vorresti vederlo? Giovanni dice:
“Nessuno ha mai visto Dio, solo l'unico Figlio, Dio, che è unito al Padre, è quello che ce l'ha fatto conoscere!” (Giovanni 1:18)
In questo Natale cerca Gesù per vedere Dio, perché lui è venuto per trasformare la tua vita.
III. Dio parla per trasformare
Il miracolo del segno non è solo nel fatto che Dio ci parla oggi attraverso Suo Figlio, ma che quel segno di duemila anni fa ha ancora il potere di trasformare le nostre vite.
Il Natale è la celebrazione del più grande segno mai mandato da Dio è “Emmanuele”, Dio con noi.” La mano di Dio e scesa tanto in giù per poterci venire a toccare, ad afferrare di nuovo, a prenderci ancora una volta per mano come faceva nel giardino di Eden, a portarci con lui.
Paolo dice in 1° Timoteo:
“A questo modo, nel tempo stabilito, egli ha dato la prova che Dio vuol salvare tutti gli uomini.” (1 Timoteo 2:6 TILC)
Gesù venne “a tempo stabilito” nel “momento giusto” per mostrare il segno di Dio che dice che possiamo essere liberati dai peccati
Perché lo ha fatto? Perché un padre con un bambino sordo apprende la LIS? Perché vuole comunicare con lui, fargli sapere quanto lo ama, consigliarlo, aiutarlo, amarlo in modo completo. Dio voleva che noi sapessimo quanto lui ci ama .
Gesù è nato per proclamare dare il segno che possiamo essere liberati.
Che non dobbiamo vivere come prigionieri, che la colpa, i rimpianti, il dolore possono essere vinti.
Conclusione
Come uomini e donne del mondo riceviamo spesso messaggi che cambiano la nostra vita. Un dottore che dice: “Mi spiace, è un cancro". Una figlia adolescente che confessa: "Io sono incinta. Uno sposo che afferma: " Non ti amo più, voglio il divorzio.
Siamo onesti: la vita cambia. Ma nel bel mezzo di tutto questo, c'è un altro messaggio.
“Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Saranno forse le tribolazioni, l'angoscia, le persecuzioni, la fame, la mancanza di vestiti, il pericolo, oppure la spada?” (Romani 8:35 PV)
Il miracolo del segno del Natale è questo: un Dio che scende per dirti:
"Niente di niente potrà mai separarti dal mio amore. Abbi fiducia in me con tutto il tuo cuore e non appoggiarti alla tua comprensione. Cercami, e dirigerò le tue vie. Perdona quelli che ti maltrattano, perché io ti darò giustizia. Rallegrati nella sventura, perché il male è solo per un tempo. Parlami, ed io starò lì ad ascoltarti, e sarò pronto a risponderti."
“Né la morte, né la vita, né gli angeli, né i capi spirituali, né il presente, né il futuro né le potenze demoniache e neppure le altezze o le profondità, nessuna cosa che Dio ha creato sarà mai capace di separarci dall'amore che Dio ci ha mostrato in Gesù Cristo, nostro Signore!” (Romani 8: 38b-39 PV)
Il miracolo del Natale è il miracolo del segno: Dio ama te e me! Stai ascoltando?
Preghiamo
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