Come posso testimoniare Cristo anche attraverso una chat o un post sul web? Posso, se applico le regole che Dio mi ha dato per parlare al mio prossimo.
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Tempo di ascolto audio/visione video: 30 min.
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In questo periodo di forzato contenimento abbiamo tanto tempo da “ammazzare a casa”.
Oltre ai vari “lavoretti” su serrande e infissi, oltre alle varie “sedute” sul divano per guardare l'ennesimo film o l'ennesima serie tv, la nostra attività principale è quella di stare sui “social”: FaceBook, Instagram, WhatsApp, e altro.
E ci stiamo in due maniere differenti: o come “uditori”, ovvero “ascoltiamo”, leggiamo tutto quello che viene pubblicato.
Oppure come “insegnanti” ovvero “parliamo” diciamo la nostra, ribattiamo o assecondiamo i vari post che leggiamo.
Volendo sintetizzare all'estremo le opinioni, sui social ci sono due partiti contrapposti: quelli del “tutti a casa e si riparte prima” e quelli del “tutti fuori perché bisogna ripartire subito”.
Quelli del “è tutto vero e bene fanno i governi” e quelli del “è tutto falso e siamo vittime di un complotto”.
In questo breve messaggio non è assolutamente mia intenzione schierarmi dall'una o dall'altra parte; quello che mi interessa è, esclusivamente, concentrarmi su “come siamo noi” sia come uditori che come insegnanti, a cosa diamo più retta o cosa vogliamo affermare di più.
In sintesi, come ci stiamo comportando sui social? Quale messaggio stiamo ascoltando oppure quale messaggio stiamo insegnando?
Questo riguarda tutti; il mondo che troveremo dopo la bufera Covid-19 sarà di sicuro un mondo diverso e la necessità di ripartire si scontrerà con queste due differenti visioni “era tutto vero” e “era tutta una balla”.
Sarà indispensabile trovare un punto di equilibrio per poter ricominciare al più presto. Ma soprattutto riguarda i credenti; vorrei leggere assieme a voi dal vangelo di Matteo:
“13 Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.14 Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può essere nascosta,15 e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa.16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.” (Matteo 5:13-16)
Come credenti, siamo coloro che da Gesù sono chiamati ad essere “sale della terra” e “luce del mondo” ad essere sia “alimento”, qualcosa di materiale che si aggiunge al cibo di chi ci sta attorno sia “radiazione luminosa” qualcosa di immateriale che trasforma la realtà della vita di chi quelli con cui viviamo assieme.
Oggi vedremo come essere “sale”.
Paolo ci dice:
“ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene” (1 Tessalonicesi 5:21)
Anche da casa Gesù ti chiama ad essere “sale”.
Cosa fa il sale? La giusta quantità di sale esalta il sapore degli altri ingredienti fornisce sali minerali all'organismo. Il sale è un conservante naturale, impedisce a cose buone e preziose come i cibi di andare a male ed essere gettati via.
Il problema è che sui social ma anche nel mondo reale, le persone vogliono essere si “sale”,
ma in una quantità tale che copra tutti gli altri sapori attorno; tu mangi la loro pietanza, e avrai arsura per tutta la giornata, la tua pressione arteriosa schizzerà alle stelle. Come credenti “uditori” non vogliamo provare arsura mortale per quello che leggiamo e ascoltiamo.
Come credenti “insegnanti” vogliamo esaltare il sapore della vita del nostro prossimo... Ma come faccio a salare la terra se sono chiuso in casa?
Qui di seguito ci sono alcuni “accorgimenti” che ti possono aiutare sia quando ascolti altri (sui social ma non solo) sia quando rispondi agli altri (sui social ma non solo)
Come posso esser “sale” per Cristo?
1. Parla con “grazia” agli altri
“Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno.” (Colossesi 4:6)
Anche se io posso sembrare calmo e rilassato a molti, chi mi conosce davvero sa che questo è uno degli aspetti con cui lotto come credente da sempre. Col tempo ho imparato a vincere molte battaglie... ma la guerra continua.
Ed è una cosa che, purtroppo, è comune a molti di noi, sia credenti sia non. Non “parliamo CON gli altri” ma parliamo AGLI altri, (e, parlando di social, scriviamo AGLI alti). Noi spesso URLIAMO le nostre opinioni, le nostre verità, e non ci interessa neppure di ascoltare l'altro.
Paolo scrive “il vostro parlare sia sempre con grazia: “con grazia” in greco è ἐν χάριτι- “en chariti”: “en” significa “dentro, all'interno” e “chariti” viene da χάρις – "charis” = “gioia” il cui significato è “essere gioioso e accogliente”.
Per cui Paolo ci chiede di parlare agli altri (e anche di scrivere agli altri) “all'interno di un atteggiamento gioioso e accogliente”.
Ma non si tratta solo di parlare, ma anche di ascoltare all'interno di un atteggiamento gioioso e accogliente”. Infatti Paolo nel versetto ci dice che parlare con rispetto serve a sapere come dovete rispondere a ciascuno.
Per essere sale della terra anche se non sei d'accordo con l'altro, devi “accogliere” le sue opinioni, fargliele esprimere, non esserne arrabbiato, ma gioioso.
Una delle persone più sagge mai vissute al mondo è stato il Re Salomone: all'epoca c'erano persone che attraversavano i deserti pur di andare a conoscerlo e proporgli delle situazioni e ascoltare i suoi giudizi, compresa la regina di Seba (l'attuale Etiopia).
Sapete perché Salomone era saggio? Perché ascoltava prima di esprimere giudizi. Ed era un dono che non gli era venuto così per caso, ma era un dono che lui aveva espressamente chiesto a Dio:
“Dà dunque al tuo servo un cuore intelligente perché io possa amministrare la giustizia per il tuo popolo e discernere il bene dal male.” (1 Re 3:9 a)
Tutte le versioni italiane dicono che Salomone aveva chiesto un “cuore intelligente”, o “docile”: in realtà Salomone aveva chiesto a Dio " שֹׁמֵ֙עַ֙ לֵ֤ב “ - “šō·mê·a‘ lêḇ”; lêḇ = cuore + šō·mê·a = che ascolti con intelligenza. Ricordo sempre che per gli ebrei la sede del ragionamento era il cuore mentre le emozioni erano nelle viscere.
Per Salomone era importante non avere una mente intelligente, qualcosa di cui vantarsi con gli altri ma avere una mente che ascoltasse con intelligenza per capire gli altri.
La stessa parola italiana “intelligenza” viene dal latino “intelligere” ed è la contrazione, l'unione del verbo “legĕre” = "leggere" + l'avverbio “intŭs”, perciò “leggere dentro”.
Se vuoi essere “sale della terra”, se vuoi che ciò che dici, o che scrivi agli altri esalti il sapore delle loro vite e non lo copra, devi ascoltare e “leggere dentro” l'altro.
Secondo modo per essere “sale di Cristo
2. Decidi che parole piantare
Salomone afferma in Proverbi:
“Morte e vita sono in potere della lingua; chi l’ama ne mangerà i frutti.” (Proverbi 18:21)
Salomone è stato saggio... ma non per tutta la sua vita. Ha cominciato bene, Dio lo ha premiato dandogli addirittura l'onore di costruire il suo Tempio.
Ma poi la sua vita ha preso una curva sbagliata, sposando donne che lo hanno portato lontano da Dio... sino “quasi” alla fine, quando da vecchio si è trovato da solo a riflettere nel libro di Ecclesiaste sulla sua lunga vita di successi e di sconfitte, e a capire che il tutto per l'uomo è temere Dio e obbedire ai suoi comandamenti.
In questo proverbio Salomone non esprime giudizi: afferma semplicemente una verità. Sei tu che decidi l'albero da piantare con le tue parole: se pianti parole di morte, a stagione avrai frutti di morte. Se pianti parole di vita, a stagione avrai frutti di vita.
Pietro sapeva quali parole piantare:
“Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna!” (Giovanni 6:68)
Se vuoi essere “sale della terra”, se vuoi che ciò che dici, o che scrivi agli altri fornisca sali minerali
per migliorare le loro vite e non lo copra, devi piantare parole di vita eterna nell'altro.
Terzo modo per essere “sale di Cristo
3. Limita le la quantità delle tue parole
Salomone aggiunge:
“Nelle molte parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è saggio.” (Proverbi 10:19 ND)
Una delle caratteristiche principali dei cosiddetti “leoni da tastiera” sono la “quantità di parole che usano e la rapidità di frequenza nella risposta. Ogni cosa pur di prevalere sull'altro a livello dialettico.
Quale è il consiglio di Salomone, allora? Nel proverbio ce ne sono due.
Il primo riguarda la quantità di parole da usare: Salomone non dice di NON parlare, ma, semplicemente di usare POCHE parole.
Cosa significa questo? Ve lo dico citando un “aforisma”, (ovvero una “frase di una persona famosa”
singolare per la sua intelligenza o per la sua comicità): Questa è del matematico e filosofo francese Blaise Pascal:
“Mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve”.
Può sembrare un controsenso, ma Pascal stava affermando una cosa assolutamente vera: per scrivere cose brevi ci serve più tempo.
Ci serve più tempo perché devi scegliere bene le parole, utilizzare bene gli esempi, pensare a quello che vuoi che capisca l'altro, e senza che i concetti importanti affoghino in un oceano di parole intorno. E questo richiede tempo
Io sono una persona notoriamente “prolissa”; se non mi tengo a freno posso farti realmente “affogare” in un mare di parole e di ripetizioni. Ho dovuto imparare a sintetizzare scrivendo i miei messaggi, facendoli diventare da 12 pagine a meno di 5!
Sapete quando ho cominciato a a sentire il bisogno di “sintetizzare” quello che scrivevo? Quando è nato Twitter. Il “primo” Twitter accettava solo 140 caratteri (adesso è raddoppiato a 280) compresi spazi, accenti, apostrofi e punteggiatura. Per gli italiani e per me una vera “tortura”!
Ma mi ha insegnato a cercare le parole giuste, quelle che colpiscono l'altro, che lo fanno riflettere.
Salomone suggeriva ai credenti ben prima di Twitter di usare meno caratteri possibili, e di pensare bene a quelli importanti.
Se il primo consiglio riguardava la quantità di parole da usare: il secondo riguarda la rapidità nel rispondere.
Salomone non dice di NON rispondere, ma, semplicemente, dice di PRENDERE TEMPO. Se Salomone fosse vissuto ai giorni nostri, avrebbe detto “ma chi si frena dal premere ''ENTER' - invia' è saggio".
Mio padre era un politico di professione, e di certo non aveva un carattere “morbido” e di certo non conosceva i proverbi di Salomone, ma possedeva una saggezza popolare che molti gli invidiavano. Ricordo sempre il suo consiglio su cosa scrivere quando eri arrabbiato.
Il consiglio era questo:
“Quando hai un contenzioso con qualcuno, scrivigli una lettera, e mettici dentro tutte le cose che non ti stanno bene nella maniera più forte possibile; poi prendi la lettera, mettila in un cassetto, e lasciala lì per un paio di giorni.
Dopo questo tempo, riapri il cassetto, rileggi la lettera e togli tutte le frasi che adesso pensi siano troppo forti, e scrivila di nuovo. Rimettila nello stesso cassetto per altri due o tre giorni e lascialo “marinare”.
Passati questi, riapri il cassetto e fai con seconda lettera la stessa cosa che hai fatto con la prima... e rimettila nel cassetto per altrettanto
Se continui cosi per un per tutta la settimana , è probabile che non spedirai per niente la lettera; o se la spedirai sarà qualcosa che l'altro sarà in grado di accettare meglio, e forse capire le tue ragioni.”
Salomone non dice che non devi parlare, ma che dei “frenare” le parole, non devi farle uscire di corsa, non devi affrettarti a premere ENTER – o “invia” prima che lo faccia l'altro.
Se vuoi essere “sale della terra”, se vuoi essere il “conservante naturale” impedisce a cose buone e preziose come la vita del prossimo con cui parli di andare a male ed essere gettata via, devi scegliere cosa dire e non avere fretta di dire.
Conclusione
Steve Jobs diceva che: “La creatività è semplicemente connettere le cose.”
Molti in questo confinamento cercano di essere “creativi” sul web. Tu come credente sei chiamato, sei chiamata a “connetterti alla Parola di Dio” per essere sale della terra.
Preghiamo.
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VIDEO DEL MESSAGGIO A BREVE
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