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12 aprile 2020

Se non ci fosse stata la Pasqua di Cristo | 12 Aprile 2020 |


Cosa sarebbe accaduto se la tomba non fosse stata vuota? Ma, la tomba era vuota, e il Signore è veramente risorto!
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Quella che stiamo vivendo in questi giorni è una Pasqua anomala.

Normalmente siamo abituati a pensare a Pasqua come uno dei momenti più belli dell'anno, soprattutto quando “cade alta” ovvero ricorre nel mese di aprile inoltrato.

La natura è tutta un'esplosione, noi abbiamo voglia di ritornare sotto il sole, di prendere aria, di camminare, di correre,  di tornare a vivere all'aperto dopo il lungo inverno...

E invece, anche se per il nostro bene, dobbiamo “stare chiusi”, dobbiamo rispettare il “lockdown”, che tradotto in italiano significa “confinamento”.

Ci sono state imposte delle “regole” dei “confini” da non oltrepassare... per il nostro bene, è vero... Ma quanto è pesante dover obbedire!

E non puoi fare questo, e non puoi fare quello, e non puoi uscire di casa quanto vuoi, e non puoi andare a passeggiare dove vuoi...

Per molti, significa anche, non lavorare, perdere del proprio, restare senza risorse...

Abbiamo dei confini, messi per il nostro bene, ma che spesso ci provocano dolore, angoscia e perdita, sia della nostra libertà che delle nostre finanze.

Ma stiamo facendo tutto questo  con un fine superiore: salvare migliaia di vite umane, e poter tornare ad una vita serena e normale come era prima.

Sapete,  questa situazione è molto simile  a quella che ogni anno capitava a cavallo tra il mese di marzo e quello di aprile in un paese del Mediterraneo circa 3.500 anni fa.

Vorrei leggere assiema a voi Deuteronomio 16, dal versetto 1 al versetto 8

 «1 Osserva il mese di Abib [marzo/aprile] e celebra la Pasqua in onore del Signore tuo Dio, poiché nel mese di Abib, il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto uscire dall’Egitto, durante la notte. 2 Celebrerai la Pasqua al Signore tuo Dio, sacrificando vittime delle tue greggi e dei tuoi armenti, nel luogo che il Signore avrà scelto come dimora del suo nome. 3 Non mangerai con queste offerte pane lievitato; per sette giorni le mangerai con pane azzimo, pane d’afflizione, poiché uscisti in fretta dal paese d’Egitto, affinché per tutta la vita ti ricordi del giorno che uscisti dal paese d’Egitto. 4 Non si veda lievito presso di te, entro tutti i tuoi confini, per sette giorni; e della carne che avrai sacrificata la sera del primo giorno, nulla se ne conservi durante la notte fino al mattino. 5 Non potrai sacrificare l’agnello pasquale in una qualsiasi delle città che il Signore, il tuo Dio, ti dà. 6 Sacrificherai l’agnello pasquale soltanto nel luogo che il Signore, il tuo Dio, avrà scelto come dimora del suo nome; lo sacrificherai la sera, al tramontar del sole, nell’ora in cui uscisti dall’Egitto. 7 Farai cuocere la vittima e la mangerai nel luogo che il Signore, il tuo Dio, avrà scelto; la mattina te ne potrai tornare e andartene alle tue tende. 8 Per sei giorni mangerai pane azzimo, e il settimo giorno vi sarà una solenne assemblea, in onore del Signore tuo Dio; non farai nessun lavoro. (Deuteronomio 16:1-8)

Avete fatto caso al tipo di regole che gli ebrei dovevano rispettare per celebrare la Pasqua degnamente? Non vi suonano “familiari”?

Ci sono quattro cose che gli ebrei DEVONO fare e quattro che NON DEVONO fare.

Devono sacrificare le loro migliori bestie (v. 2) "sacrificando vittime delle tue greggi e dei tuoi armenti".

Cosa significa questo? Che gli ebrei, per poter celebrare la Pasqua dovevano “rimetterci” di tasca propria, perché dovevano sacrificare le migliori bestie dei loro greggi. E quando non offrivano le bestie migliori Dio non la prendeva per niente bene:

“Quando offrite in sacrificio una bestia cieca, non è forse male? Quando ne offrite una zoppa o malata, non è forse male? Presentala dunque al tuo governatore! Te ne sarà egli grato? Ti accoglierà forse con favore?», dice il SIGNORE degli eserciti.” (Malachia 1:8)

Devono fare i sacrifici dove dice Dio (v.2)  “nel luogo che il Signore avrà scelto”.
Devono sacrificare all'ora che dice Dio (v. 5) “lo sacrificherai la sera, al tramontar del sole”.
Devono mangiare dove dice Dio (v.7) “la mangerai nel luogo che il Signore, il tuo Dio, avrà scelto.”

E' un po' quello che stiamo vivendo noi, vero? Ci stiamo “rimettendo” del nostro, non andando al lavoro, dobbiamo stare dove ci viene detto, dobbiamo uscire poco e muoverci solo dove ci viene detto (supermercato e farmacia... e pochi altri posti)

Poi c'è il capitolo delle cose che NON DEVONO fare:

Non devono mangiare lievito (v. 3 e 4) “Non mangerai con queste offerte pane lievitato...Non si veda lievito presso di te.”

Non devono conservare il cibo (v. 4) “la carne che avrai sacrificata la sera del primo giorno, nulla se ne conservi durante la notte fino al mattino.”

Non possono scegliere dove sacrificare (v.5)  “Non potrai sacrificare l’agnello pasquale in una qualsiasi delle città.”

Non possono lavorare il settimo giorno (v.8) “non farai nessun lavoro.”

In questo noi siamo ancora liberi, non dobbiamo non mangiare determinati alimenti ma ci viene detto di non fare scorte alimentari, e non possiamo scegliere di prenderle dal negozio che vogliamo  ma da quello sotto casa e, infine, non possiamo lavorare.

Se ti sembrano tanti un paio di mesi di regole, di distanziamento sociale, sappi che gli ebrei lo hanno fatto per circa 1500 anni, ed alcuni ancora lo fanno!

Dio aveva salvato il suo popolo, lo aveva fatto in una notte in cui era stato risparmiato e l'angelo era passato oltre le porte dove era stato messo il sangue  di un agnello sacrificato.

Ma gli aveva dato dei limiti, vivevano in un eterno lockdown,  un confinamento fatto di regole  talvolta facilmente comprensibili altre volte meno, ma che tutte stavano a ricordare che Dio era Dio, e bisognava rispettare le sue regole, altrimenti...

Perché c'era questo lockdown, questo confinamento? Perché nel mondo c'era un virus mortale, che non uccideva solo il corpo,  ma uccideva l'anima: si chiamava “disobbedienza”, si chiamava “ribellione”, si chiamava “io no ho bisogno di te”, “io so cosa è bene e cosa è male”... si chiamava, e si chiama ancora, peccato.

Dio è un padre, e come tale amava i suoi figli, e per evitare che potessero essere contagiati da quel virus terribile, li aveva riempiti di regole...

Ma lui lo sapeva: i suoi figli non avevano bisogno di regole, perché non le avrebbero rispettate ma di amore.

Non avevano bisogno di giustizia perché non erano giusti, ma di misericordia.

Non avevano bisogno di una medicina per mandare via la febbre quando arrivava ma di un vaccino che li avrebbe resi immuni, e per sempre!

Vivere in un recinto, vivere reclusi vivere in lockdown, in confinamento è possibile si... ma per quanto?

Dio lo sapeva, e stava chiedendo al suo popolo di obbedire a quelle regole perché aveva in mente qualcosa che avrebbe spazzato via una volta e per tutte  il confinamento, le regole, la separazione, il virus.

"Ecco, i giorni vengono", dice il SIGNORE, "in cui io farò un nuovo patto con la casa d'Israele e con la casa di Giuda... io metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo.” (Geremia 31:31-33)

Venerdì, per chi ci ha seguito, abbiamo parlato di cosa sarebbe avvenuto se Gesù non fosse morto il Venerdì Santo.

E abbiamo detto  che la separazione  tra noi e Dio rappresentata dalla cortina nel tempio sarebbe rimasta, e saremmo stato per sempre separati da Dio e bisognosi di un “sacerdote”  che intercedesse per noi.

Che non ci sarebbe stata la resurrezione che lo Spirito Santo non sarebbe arrivato...

Ti faccio anche oggi la medesima domanda: e se non ci fosse stata la Pasqua di Cristo? Se quella mattina le donne fossero andate al sepolcro avessero trovato un cadavere, cambiato le fasce e cosparso il corpo di essenze?

Gesù dice:

"Chiunque pecca è schiavo del peccato", rispose Gesù,” e uno schiavo non ha un posto permanente in una famiglia, ma il figlio sì! Perciò, se il Figlio vi libera, voi sarete veramente liberi.” (Giovanni 8:34-36 PV)

Se non ci fosse stata la Pasqua di Cristo, ma fossimo ancora legati alla Pascha ebraica noi vivremmo ancora  nel lockdown, nel confinamento delle regole, dovremmo ancora sacrificare sugli altari, rispettare tempi e modi di come offrire, e sperare di essere graditi.

Gesù ha anche detto:

“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, e chiunque vive e crede in me, non morirà mai.” (Giovanni 11:25-26)

Se non ci fosse stata la Pasqua di Cristo il virus, nonostante le precauzioni e il confinamento sarebbe ancora invincibile.

E Gesù ha anche detto:

“Non sono i sani che hanno bisogno del medico, bensì i malati.” (Luca 5:31)

Se quella Pasqua avesse visto una tomba piena, non avremmo né ospedali, né dottori capaci di curare la nostra malattia.

E infine Gesù ha detto:

“Io son venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.” (Giovanni 12:46)

Se nella tomba quella domenica mattina ci fosse stato ancora un corpo la nostra notte sarebbe perenne.

Ma la tomba, ringraziando la potenza di Dio, era vuota:

“Pietro e l'altro discepolo uscirono dunque e si avviarono al sepolcro. I due correvano assieme, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse primo al sepolcro; e, chinatosi, vide le fasce per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro, e vide le fasce per terra e il sudario, che era stato sul capo di Gesù, non per terra con le fasce, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, e vide, e credette.” (Giovanni 20:3-8)

Le regole che Dio aveva dato per il lockdown, per il confinamento, perché il virus letale della morte dell'anima non infettasse il tuo popolo sono cessate.

Tutti noi stiamo attendendo che ci venga detto  quando potremo uscire di casa, quando potremo tornare a vivere normalmente, quando potremo festeggiare, abbracciarci, ballare, sorridere, e vivere di nuovo.

Eccolo il giorno in cui possiamo! Anche se siamo a casa, anche se attendiamo che passi il Covid-19, eccolo il giorno in cui possiamo festeggiare, eccolo il giorno dove possiamo abbracciarci come una grande famiglia in Cristo, eccolo il giorno dove possiamo ballare sorridere, e accettare la nuova vita in Cristo!

Paolo dice:

“Come collaboratori di Dio, vi esortiamo a non ricevere la grazia di Dio invano; poiché egli dice: «Ti ho esaudito nel tempo favorevole e ti ho soccorso nel giorno della salvezza»[1]. Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!” (2 Corinzi 6:1-2)

Come arrivo oggi a quella tomba? Con il bagaglio delle mie paure per il virus che mi tiene in casa, che mi tiene lontano dal lavoro, che ha fatto ammalare un mio caro?

Stai anche tu sperando in una cura, in un vaccino che sconfigga il male?

Rilassati, la cura è già arrivata, il vaccino è già disponibile, e non ti serve più il confinamento, se... E' rimasta un'unica regola, che comprende tutte le regole che devi seguire: è la regola dell'amare:

“Gesù gli disse: «“Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso” Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».”(Matteo 22:37-40)

Vivere una vita amando, è possibile.

Vivere una vita senza paure, è possibile.

Vivere una vita  sapendo che la vera vita è altrove, è possibile … se...

“Allora entrò anche l'altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, e vide, e credette.” (Giovanni 20:8)

Se entri anche tu nel sepolcro, vedi, e credi.

Preghiamo.


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