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Il Natale è ormai alle spalle ci siamo scambiati gli auguri, abbiamo mangiato, bevuto, gioito... ma è questo che è davvero essenziale a Natale?
Nella serie di messaggi di Avvento abbiamo riflettuto su cosa fosse essenziale a Natale attraverso o personaggi della natività.
Avevamo visto che l'adorazione è essenziale, il focalizzarsi su Dio, su chi è Lui, su cosa a fatto per noi, e in virtù di questo, rispondere con una azione, così come hanno fatto i Sapienti.
Avevamo visto che la testimonianza è essenziale il raccontare ciò che abbiamo visto e udito, non essere solo solo testimoni passivi, ma anche testimoni attivi, fare da testimoni a Gesù, così come avevano fatto i pastori.
Abbiamo parlato di Maria e di Giuseppe, e dell'opera che Dio aveva fatto in loro ed attraverso di loro. L'opera di Dio è essenziale, ciò che Lui ha fatto, fa e farà Ed è essenziale che tu gli permetta di operare in te ed attraverso di te per ricevere la vera gioia a Natale.
Ma di tutte queste cose, quale è veramente essenziale? Quale è quella di cui non possiamo fare a meno, senza la quale adorazione, testimonianza ed opera sono assolutamente inutili?
Gesù è essenziale
Per il secondo anno consecutivo ci siamo trovati a celebrare un Natale in emergenza. L'emergenza Covid ha causato e continua a causare molti problemi, e comprendo che alcuni di noi, sia qui che tra quelli che mi ascoltano online o mi leggono, siano arrivati a Natale con un cuore pesante dovuto ad una perdita tra le persone care. Qualsiasi fosse il tuo stato d'animo, sappi che il Natale è stato creato per portarti gioia. Quando l'angelo mandato da Dio giunse dai pastori gli disse:
«Non temete!» disse. «Io vi porto la più bella notizia che sia stata mai annunciata; questa notizia darà grande gioia a tutti! Il Salvatore, proprio il Messia, il Signore, è nato stanotte a Betlemme! Come potete riconoscerlo? Troverete un bambino avvolto in una coperta, che giace in una mangiatoia». (Luca 2:10-12 PV)
I pastori non erano ricchi, erano spesso schiavi, erano mal pagati erano rifiutati da tutti... ma l'angelo dice che la gioia sta arrivando anche per loro, nel luogo esatto dove sono ora nello stato di vita che stavano attraversando.
E il Signore è questo che ripete, e non solo a Natale: qualsiasi cosa tu stia attraversando, non temere: ti ho mandato mio Figlio perché tu possa avere gioia.
Se avete fatto la vostra lista delle cose che rendono il Natale divertente, speciale e significativo per voi, quante “stelle” avete messo per indicare quelle che sono realmente “essenziali”? Nella mia lista c'erano tredici motivi. ma solo tre avevano una stella a fianco.
Quello che nelle ultime cinque settimane abbiamo provato di fare è di concentrarci sulle cose realmente essenziali a Natale. Ma ora che il Natale è trascorso su cosa dobbiamo concentrarci?
E' proprio Gesù che ce lo indica che ci da il messaggio essenziale del Natale, il perché è venuto quella prima volta e perché ha cambiato la vita di tutti coloro che lo accettano come lo spartiacque tra un mondo perduto e un mondo salvato. E perché è essenziale, ma non solo a Natale.
Quel messaggio in origine è stato dato ad una grande persona, che attendeva il Messia, e che aveva visto le opere di Gesù, ma che aveva ancora dubbi se lui fosse davvero il Salvatore. Quell'uomo si chiamava Nicodemo. Il messaggio che Gesù ci affida tramite le parole dette a Nicodemo sono essenziali come il cibo, l'acqua, il sole e l'aria per noi:
“Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” (Giovanni 3:16-17)
Questo versetto, tanto usato ed abusato, forse non lo sapete, o non ci avete mai pensato, parla proprio del Natale; parla di un Dio che “ha dato”, ha mandato, ha fatto nascere a Natale un uomo che sarebbe stato l'Emmanuele, il Dio con noi.
Questo è tutt'ora il messaggio essenziale che porta il Natale., e che serve anche oltre al Natale.
Se Dio volesse usare un WhatsApp per comunicare con te so di sicuro cosa ti scriverebbe: “Io ti amo tanto”.
La parola che è tradotta con “tanto” nelle nostre Bibbie, è in greco οὕτως houtōs, e significa sia “tanto” che “in questa maniera”. Dio ama tanto, ama in una maniera che è solo la sua ama in questa maniera.
Houtōs in grammatica è un “avverbio intensificatore”, ovvero qualcosa che aumenta, rende più intenso il termine che gli sta a fianco.
Ma perché Gesù decide di usare un avverbio intensificatore? In fondo, avrebbe potuto solo dire: “Perché Dio ha amato il mondo”... e nessuno si sarebbe stupito.
Dio è amore, un amore perfetto. Pietro afferma che “Dio non ha riguardi personali” (Atti 10:34 b) ama tutti allo stesso modo; Dio quando ama, ama sempre tanto.
E invece Gesù ha voluto dire a Nicodemo, a te e a me, che Dio non ci ama soltanto, ma che ci ama in questa maniera, in questa maniera così enorme che ha persino dato suo figlio a Natale, (in qualsiasi data fosse) lo ha realmente “inviato” sulla terra proprio per me e per te... E' per quello che puoi avere gioia anche nella disperazione!
Lascia che mi fermi un attimo: quale è la persona che ami “tanto”? Un familiare, un amico, una sposa, uno sposo, un figlio, una figlia? Natale è trascorso, dove tutti sono più buoni, e pare quasi un dovere amare tutti. Gesù è venuto per darti un esempio che non termini a Natale; non far trascorrere questo anno che inizia, senza dire a colui o colei che ami tanto di quanto lo ami!
Gesù, parlando a Nicodemo, voleva fargli sapere che quell'amore che Nicodemo immaginava era davvero reale, ed era grande. Sentirsi amati è una gran cura a tutto!
E ricorda che quell'amore che tu dai a loro è possibile solo perché tu sei stata, tu sei stato amato per primo. Giovanni dice:
“In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.” (1 Giovanni 4:9-10)
Torniamo al messaggio di Dio per noi oggi e a quel WhatsApp che potrebbe mandarti. Posso dirti che Dio non invierebbe un messaggio attraverso un “gruppo”, una lista (infinita) di persone, ma lo scriverebbe proprio a te.
Come posso affermarlo? Perché già lo ha fatto in passato; è quella la sua maniera di parlare alle sue creature. Guarda il versetto di Giovanni: Gesù avrebbe potuto dire “affinché tutti quelli che credono in lui non periscano”, ma non a detto “tutti”, ha detto “chiunque”.
E' una differenza stilistica piccola, ma è una differenza che fa una enorme differenza per me e per te!
Io e te non siamo dispersi in un gruppo, nel “tutti”; “chiunque” è la fusione di due parole latine: “qui”, ovvero “colui che” ed “unquam", ovvero “sempre”: Se lo leggo in questo modo, la frase di Gesù suona: "affinché colui che sempre crede in lui non perisca”.
Giovanni scriveva in greco, e la parola che usa per chiunque è πᾶς pas; significa qualcosa di simile a “unquam”.
Dio è interessato a quel chiunque tra i tutti: tu non sei un numero disperso in una massa, tu sei una colei, un colui, tu singolarmente VALI un amore TANTO GRANDE, un amore in questa maniera.
Tu hai un nome, un volto, una storia che Dio conosce, hai aspirazioni, sogni e lotte che affronti ogni giorno e Dio vuole TE; vuole essere coinvolto con te. Per questo Gesù è sceso per starti vicino, e non solo a Natale. L'angelo disse ai pastori:
“Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore.” (Luca 2:11)
Il Salvatore è nato non perché voleva prendersi una vacanza quaggiù, né per un caso fortuito, ma è nato “per voi” per quel “tanto”, per quel “in questa maniera” di cui parlava Gesù a Nicodemo.
Come avverrà che quel “chiunque”, avrà la vita eterna? Gesù dice che che quel chiunque, che siamo tu ed io la otterrà se “crede”, e la parola usata da Giovanni in greco è πιστεύω pisteuō, che significa più esattamente “avere fede”.
Tu potresti dirmi. “Eh beh... dove sta la differenza? Credere e avere fede sono sinonimi.” Non vorrei scioccarvi, ma c'è differenza tra credere ed avere fede.
Io posso credere in molte cose: posso credere che votando quel politico o quell'altro le cose andranno meglio. Posso credere che la mia squadra vincerà il campionato perché il presidente ha comperato i migliori giocatori.
A tutte queste cose posso credere... ma quanto?, Spesso con una percentuale: credo che quel politico, al 30% manterrà le promesse, che la mia squadra al 50% vincerà il campionato.
Ma quando sto per buttarmi col paracadute fuori da un aereo non mi basta credere che si aprirà: devo avere fiducia, fede che lo farà, la mia logica deve andare oltre al calcolo percentuale altrimenti non mi muovo da dentro l'aereo. Devo “affidarmi” avere fede che quel pezzo di stoffa si gonfierà al punto giusto per portarmi a terra sano e salvo.
Io ho creduto in Gesù quando avevo otto anni, ma c'è voluto molto tempo prima di avere fede in lui, prima di capire che lui era la sola risposta al mio vuoto.
Per quasi quindici anni ho vissuto credendo in lui ma non avendo realmente fede in lui. Mia madre Maria, ha creduto in Gesù da bambina, ma ha atteso di avere settantotto anni prima di avere fede in Gesù. Un mio parente malato terminale, ha saputo di Gesù nella sua vita, ma ha atteso pochi istanti prima di morire per avere fede... Gesù venendo a Natale ti chiede non solo di credere, ma soprattutto di avere fede, di affidarti a lui.
Il Covid ha portato e porta ancora molte perdite, ma non è il male assoluto. L'influenza spagnola agli inizi del 900 fu peggiore, uccidendo un terzo dell'intera popolazione mondiale. Nel 1600 la peste bubbonica uccise il 45% della popolazione in Europa. Ma non erano queste il male assoluto.
Gesù sapeva che il 100% dell'umanità era affetta dal un male mortale, che lo avrebbe condotto a vivere l'eternità lontana da un Padre che ha tanto amato. E' per quello che è sceso a Natale, affinché chi a fede e si affida a lui, abbia la vita eterna.
C'è da capire che Gesù non ci sta offrendo solo una “quantità di vita”: non ci sta offrendo interminabili giorni, ma vissuti così come li viviamo adesso. Ma ci sta offrendo una qualità di vita perfetta, senza più lacrime, paure, dolori, rancori, invidie... Infatti lui stesso ha detto:
“...io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.” (Giovanni 10: 10 b)
Gesù sapeva che quando avremmo creduto in lui e quando avremmo avuto fede in lui quello avrebbe avuto un impatto sulle nostre vite.
É per quello che è stato mandato, affinché un mondo malato fosse salvato per mezzo di lui, attraverso il Natale... ma non solo a Natale.
Conclusione
Tra qualche giorno il mondo cristiano festeggerà l'Epifania, una parola greca che significa “rivelazione”. In oriente il Natale si festeggia non il 25 dicembre ma proprio a ridosso dell'Epifania, per sottolineare che Dio non solo è disceso nel mondo, ma si è anche rivelato al mondo per esserne il Salvatore. Cosa è essenziale a Natale?
«La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele», che tradotto vuol dire: «Dio con noi». (Matteo 1:23)
L'essenziale a Natale è un Dio con Noi, che ci ama in questa maniera tanto grande. Che scende per cercare individualmente ciascuno di noi, affinché colui che sempre crede ed ha fede in lui a lui si affidi ed abbia vita eterna.
Gesù è l'essenziale. Ma non solo a Natale. Gesù è essenziale nella tua vita: lo sarà in questo 2022, e negli anni a venire affinché tu che hai fede in lui, se hai fede in lui, quando avrai fede in lui. possa avere la vita eterna.
Preghiamo.
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